La mia omelia di Natale: con i migliori auguri!
BUON NATALE
Si è parlato di un Natale triste,
preda della pandemia, dunque tutt’altro che buono. Ma noi sappiamo che è buono
non perché tutto va bene (o perché tutto andrà bene), ma perché ci ricorda
(ovvero, etimologicamente, ci riporta al cuore) che Dio è con noi anche in
mezzo a questa pandemia. Certo, per molti è un momento di sofferenza: per le
persone che non possiamo incontrare e abbracciare, per quelle che sono ammalate
e sole in ospedale, per quelle che non ci sono più. Ma è Natale ed è un Natale
buono: perché non siamo soli ad affrontare questa pandemia, ma Dio è con noi. Perché
non è la pandemia ad avere l’ultima parola, ma Dio che ci apre prospettive che
vanno oltre la vita stessa, che ci sta vicino e ci invita a farci vicini a
coloro che abbiamo accanto, a partire da coloro che soffrono e hanno perso la
speranza.
Dio non è venuto per liberarci dalla
sofferenza e dalla morte, ma a liberarci attraverso la sofferenza e la morte
che Lui, per primo, ha fatto suoi e ha trasformato in uno strumento di
salvezza.
DIO SI E’ FATTO CARNE, SI E’ FATTO
UOMO, SI E’ FATTO DEBOLE (come noi)
Dio, l’Onnipotente creatore, si è
fatto carne: Dio non è un’idea astratta, una buona filosofia a cui aderire, una
morale che ci indica come vivere, ma è innanzitutto un uomo storico e concreto
che, come uomo, come ogni uomo, è nato in un contesto specifico, in un tempo
specifico. In un tempo, come e più del nostro, impastato di violenza, di
ingiustizia, di povertà, di sofferenza. Ma anche illuminato dall’attesa e dalla
ricerca di uomini e donne di fede, dalla carità, dalla speranza.
Dio si è fatto bambino: creatura
fragile bisognosa di accoglienza e protezione, creatura che esprime tenerezza e
che ci mostra il volto di un Dio che ha bisogno della nostra carne per farsi
uomo.
Carne è sinonimo di debolezza: il Dio
forte si fa debole, si fa uno di noi, fa sue le nostre stesse debolezze,
ristrettezze, il nostro sconcerto, le nostre sofferenze. Si fa piccolo perché anche
noi possiamo rimanere piccoli, per insegnarci ad accoglierlo e ad accoglierci,
a vivere nella tenerezza.
Diceva ieri sera Papa Francesco: “Dio
è nato scartato per dirci che ogni scartato è figlio di Dio”. Dio si è fatto uomo
per renderci suoi figli.
Gesù
nasce anche in una capanna. Viene posto in una mangiatoia, come cibo per la
nostra vita…
ED E’ VENUTO AD ABITARE IN
MEZZO A NOI
Dov’è ora? I santi, innamorati di Dio,
potrebbero indicartelo ovunque: come gli innamorati tutto parla loro di Lui, in
tutto vedono riflessa la sua presenza. Noi, forse non così innamorati, con un
cuore ferito e incerto, viviamo nelle tenebre rischiarati da qualche piccola
luce. Nelle tenebre non vediamo bene e qualche piccola luce a volte non è
sufficiente per avere una visuale completa. Ma sappiamo e percepiamo che Lui è
presente, come ha promesso e come ci hanno insegnato, nella sua Parola, nell’Eucarestia,
in mezzo a chi è unito nel suo nome, nei più piccoli e nei bisognosi…
Le tenebre non lo hanno accolto e
continuano a non accoglierlo, ma non hanno vinto la luce che ha portato.
Ma la sua presenza, la sua luce, la
sua vita…richiede, necessita di qualcuno che l’accolga e la faccia propria. Ha
bisogno della mia carne, della mia disponibilità.
Il mondo continua a non riconoscerlo,
ad ignorarlo, a non accoglierlo, a vivere nelle tenebre. Ma in coloro che lo
accolgono splende una luce, la vita diventa impetuosa e contagiosa (di bene).
Il Papa anche recentemente ci ha
ribadito di non temere la CRISI, piuttosto il CONFLITTO: la crisi è un tempo
difficile, ma prezioso, dove si “setaccia” la vita, molte cose perdono
importanza e rimane l’essenziale. Così questo Natale di crisi è un Natale che
ci ha purificato da tante sovrastrutture, dal consumismo che si è preso il
Natale e ne ha fatto la festa più redditizia dell’anno. Cosa resta del Natale
privato di tante vacanze, di tanti incontri, di tanti pasti esagerati?
Un prete spagnolo ha scritto una
poesia che è diventata virale nei social e che è stata apprezzata anche dal
Papa. Scrive:
Non ci sarà il Natale? Certo che ce ne sarà uno!
Più silenzioso e più profondo,
più simile al primo Natale, quando è nato Gesù, senza tante luci sulla terra ma
con la stella di Betlemme. Niente impressionanti parate regali, ma l’umiltà dei
pastori alla ricerca della Verità. Senza grandi banchetti, ma con la presenza
di un Dio onnipotente.
Non ci sarà il Natale? Certo
che ce ne sarà uno!
Senza le strade piene di gente,
ma con il cuore ardente per Colui che viene. Niente chiasso né fanfara,
proteste e resse… Ma vivendo il Mistero senza paura del Covid-Erode, che
pretende di toglierci il sogno dell’attesa.
Natale ci sarà perché Dio-è-con-noi.
E noi condivideremo, come fece Cristo nella mangiatoia, la nostra povertà, la
nostra prova, le nostre lacrime, la nostra angoscia e la nostra condizione di
orfani.
Ci sarà Natale perché
abbiamo bisogno di questa luce divina in mezzo a tante tenebre. Il Covid-19 non
può raggiungere il cuore e l’anima di quelli che pongono la loro speranza e il
loro ideale in cielo. Certo che ci sarà Natale! Canteremo i canti di Natale.
Dio nascerà e ci renderà liberi.
Oggi
celebriamo questa prima presenza che non è mai venuta meno: Dio abita in mezzo
a noi grazie a coloro che continuano, come Maria, ad accoglierlo e generarlo
nel loro cuore.
Anche
in questi giorni oscuri, anche nel nostro quartiere, ho visto e incontrato
uomini e donne che hanno preso sul serio il Vangelo e che, tra tante
contraddizioni, lo cercano, ci dialogano, lo accolgono. Tante persone si sono
messe in gioco per aiutare chi vive nell’indigenza, per collaborare a rendere
questa nostra Parrocchia e la Chiesa intera un luogo accogliente, caloroso e
autentico.
Solo
un esempio: abbiamo fatto, come ogni mese, una raccolta alimentare nei
supermercati del quartiere e in tanti avete collaborato prestandovi per la
raccolta o donando del cibo per le famiglie che aiutiamo. In tanti sono venuti
direttamente in Parrocchia per portare il proprio contributo. E’ venuto poi in
mente che, almeno per Natale, si potesse aggiungere ai viveri anche dei buoni
alimentari per poter acquistare dei cibi freschi. Abbiamo fatto circolare l’idea
nei social e in pochi giorni sono arrivati più di 2.000 euro di contributi.
Un
grazie a tutti loro che ci aiutano ad illuminare questo Natale e questo mondo.
Le tenebre possano presto diradarsi e mostrare il bene che il Signore ha messo
in circolazione e che non si è mai arrestato. Possa il Signore mostrarci il suo
volto e donarci speranza.
Buon
Natale a tutti!