Il ministero dei catechisti: il nuovo rito e altre indicazioni
In una lettera pubblicata il 13 dicembre 2021, la Santa Sede ha precisato i contorni del nuovo ministero laicale di catechista, che entrerà in vigore a partire dal 1º gennaio 2022. Si afferma anche che non tutti i catechisti sono da istituire. Le conferenze nazionali dovranno delineare le modalità di attuazione.
Intanto nell’ultimo video del 2021 con le intenzioni di preghiera per il mese di dicembre, il Papa ricorda che quella del catechista è una missione da svolgere non “strombazzando” l’annuncio ma facendolo con mitezza attraverso un linguaggio nuovo.
Il ministero di catechista sarà conferito dal vescovo diocesano, o da un prete con delega, durante la messa o durante una celebrazione della Parola di Dio. La struttura del rito prevede – dopo la liturgia della Parola – un’esortazione, un invito alla preghiera, un testo di benedizione e la consegna di un crocifisso.
In una lettera unita al decreto, il prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, mons. Roche, precisa che compete al Vescovo diocesano discernere la chiamata al ministero di catechista, valutando i bisogni della comunità e le capacità dei candidati. Gli uomini e le donne che abbiano ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, confermazione, eucaristia) e che abbiano presentato al Vescovo una richiesta liberamente scritta e firmata, possono essere ammessi tra i candidati.
Non tutti coloro che preparano all’iniziazione fanciulli, ragazzi e adulti – il documento mette le mani avanti – devono essere istituiti Catechisti.
Per essere istituiti, i candidati «devono aver maturato un’esperienza previa di catechesi», indica la lettera. È cosa buona che abbiano in particolare una fede profonda, una maturità umana e un vero entusiasmo apostolico. La lettera mette particolarmente l’accento sulla partecipazione attiva dei catechisti istituiti «ai riti di iniziazione cristiana degli adulti». Del resto, il documento di mons. Roche spiega che a dei «catechisti veramente degni e ben preparati» il vescovo potrà affidare la celebrazione degli esorcismi minori.
Durante il tempo del catecumenato – periodo durante il quale un adulto che desidera diventare cristiano è accompagnato verso i sacramenti dell’iniziazione – vengono praticati degli esorcismi minori per liberare il catecumeno da diverse manifestazioni del male e per renderlo disponibile alla parola di Dio. Insomma, un catechista laico particolarmente dedito all’accompagnamento dei catecumeni potrebbe vedersi affidare la celebrazione di questi esorcismi.
Non un sostituto del prete
Ma la missione del catechista istituito non si limiterà all’annuncio e all’insegnamento. Sotto la guida dei pastori, essi potranno adempiere «numerose funzioni». Si menzionano ad esempio l’animazione della preghiera domenicale, «in particolare della liturgia domenicale in assenza del prete o del diacono», oppure la direzione delle celebrazioni esequiali.
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La natura di un ministero
Anzitutto viene chiarita la natura di questo ministero, quale “servizio stabile reso alla Chiesa locale” e soprattutto “ministero laicale che ha per fondamento la comune condizione di battezzato”, quindi “essenzialmente distinto” dal ministero ordinato. “In virtù del Battesimo”, i catechisti sono chiamati ad essere “corresponsabili nella Chiesa locale per l’annuncio e la trasmissione della fede, svolgendo tale ruolo in collaborazione con i ministri ordinati e sotto la loro guida”, si legge nella lettera.
Per evitare fraintendimenti, il prefetto del Culto Divino spiega che il termine “catechista” indica realtà differenti tra loro in relazione al contesto ecclesiale; i catechisti in territori di missione si differenziano pertanto da quelli in Chiese di antica tradizione. Nella grande varietà di forme, si possono comunque distinguere due tipologie principali: i catechisti con il compito specifico della catechesi, altri che partecipano alle diverse forme di apostolato, come la guida della preghiera comunitaria; l’assistenza ai malati; le celebrazioni delle esequie; la formazione di altri catechisti; il coordinamento delle iniziative pastorali; l’aiuto ai poveri.
Non tutti i “catechisti” sono da istituire
La lettera del prefetto Roche precisa che, avendo questo ministero “una forte valenza vocazionale che richiede il dovuto discernimento da parte del vescovo”, non tutti coloro che vengono chiamati “catechisti” o che svolgono un servizio di collaborazione pastorale devono essere istituiti. In particolare, non dovrebbero essere istituiti: i candidati al diaconato e al presbiterato; i religiosi e le religiose, indipendentemente dalla loro appartenenza ad Istituti che hanno come carisma la catechesi; insegnanti di religione nelle scuole e coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente agli appartenenti di un movimento ecclesiale, ai quali tale funzione “preziosa” viene affidata dai responsabili dei movimenti e non dal vescovo.
Per quanto riguarda coloro che accompagnano l’iniziazione di ragazzi e adulti, anch’essi non devono necessariamente essere istituiti nel ministero specifico, ma dovrebbero ricevere all’inizio di ogni anno catechistico “un pubblico mandato ecclesiale con il quale viene loro affidata tale indispensabile funzione”. Ciò non toglie che alcuni di costoro, possano essere istituiti come ministri per il Lettorato o le Catechesi, in base anche a capacità ed esigenze pastorali.
Profilo, ruolo, esercizio del ministero
Nella lettera si specifica poi che è compito delle singole Conferenze episcopali chiarire il profilo, il ruolo e le forme più coerenti per l’esercizio del ministero dei catechisti: non solo adeguati percorsi formativi per i candidati, ma anche la preparazione delle comunità a comprenderne il senso. Viene citato, come esempio, il caso di una “non stabile presenza di ministri ordinati”: il Diritto Canonico prevede la possibilità di affidare ad un laico “una partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia”, ma occorre “formare la comunità perché non veda nel catechista un sostituto” del prete o del diacono, bensì un fedele laico che collabora con i ministri ordinati “perché la loro cura pastorale raggiunga tutti”.
Requisiti
Quanto ai requisiti viene infine affermato che possono essere ammessi tra i candidati al ministero di catechisti uomini e donne “di profonda fede e maturità umana”, “capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna”, con “la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica”, che abbiano ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Al proprio vescovo ogni candidato deve prima presentare una petizione “liberamente scritta e firmata”.
“Un’ulteriore opportunità di riflessione sulla teologia dei ministeri per giungere ad una visione organica delle distinte realtà ministeriali” è quella offerta dalla pubblicazione del Rito di Istituzione dei Catechisti. Lo scrive in una lettera di presentazione del Rito in latino il Prefetto Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, l’ Arcivescovo Arture Roche.
Il testo, inviato a tutti i vescovi del mondo, ribadisce che quello del catechista è un ministero laicale e stabile. Inoltre i “catechisti in virtù del Battesimo sono chiamati ad essere corresponsabili nella Chiesa locale per l’annuncio e la trasmissione della fede, svolgendo tale ruolo in collaborazione con i ministri ordinati e sotto la loro guida”. Da ricordare anche che i “catechisti nei territori di missione si differenziano da quelli operanti nelle Chiese di antica tradizione. Inoltre, anche le singole esperienze ecclesiali determinano caratteristiche e modalità di azione molto diversificate, tanto da risultare difficile farne una descrizione unitaria e sintetica”.
Indicazioni anche per chi “di norma” non dovrebbe essere scelto come catechista. Ad esempio chi è già in cammino verso un ordine sacro, i religiosi, a meno che non siano gli unici referenti parrocchiali, e “coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente verso gli appartenenti di un movimento ecclesiale”. E anche coloro che insegnano religione a scuola o hanno altri incarichi in parrocchia. Certo non sarà facile in questo modo in molte parti del mondo trovare catechisti, ma la indicazione è chiara. Inoltre “non tutti coloro che preparano all’iniziazione fanciulli, ragazzi e adulti devono essere istituiti Catechisti: il discernimento del Vescovo può chiamare alcuni di loro, a seconda delle capacità e delle esigenze pastorali, al ministero o di Lettore o di Catechista”.
In pratica possono “essere scelti tra quelli che in modo più specifico svolgono il servizio dell’annuncio: essi sono chiamati a trovare forme efficaci e coerenti per il primo annuncio, per poi accompagnare quanti lo hanno accolto nella tappa propriamente iniziatica”.
Si crea di fatto una nuova figura nella gerarchia che però è assolutamente laica, come del resto è stato indicato nel Motu Proprio Antiquum ministerium.
Il Rito prevede, dopo la liturgia della Parola, una esortazione; l’invito alla preghiera; un testo di benedizione; la consegna del crocifisso.