Abusi, report sui preti in Pennsylvania: cosa stanno nascondendo i media
gli abusi risalgono ad oltre 20 anni fa, non ve ne sono di recenti. E non si tratta di pedofilia, ma di pederastia omosessuale. Precisazioni che non diminuiscono affatto la gravità dello scenario, ma lo contestualizzano.La vicenda, come è noto, ha spinto il Papa a scrivere una "Lettera al Popolo di Dio" in cui esprime dolore e vergogna per i fatti accaduti e per il modo in cui la Chiesa li ha malgestiti. La lettera del Papa ha ricevuto apprezzamenti, ma anche diverse critiche evidenziate, tra gli altri, dal vaticanista Aldo Maria Valli nel post "Quel che il papa dice. E quel che non dice". Infine Il Timone traduce la lettera che lo statunitense Robert Morlino, vescovo di Madison, ha scritto ai suoi fedeli: «Una subcultura omosessuale sta devastando la Chiesa dall’interno». Ecco l'articolo dell'UCCR:
Il tema della pedofilia all’interno della Chiesa cattolica è tornato al centro dell’opinione pubblica ed è importante che Papa Francesco abbia parlato di “crimine” nella lettera diffusa ieri, perché l’abuso sessuale di questi uomini corrotti non è solo un peccato, un tradimento tragico della loro vocazione. Pochi giorni fa è stato reso noto un report realizzato dal Grand Jury della Pennsylvania, che descrive gli abusi avvenuti dal 1947 ad oggi in sei diocesi dello stato americano.La notizia ha fatto il giro del mondo ma vi sono tuttavia due dettagli da aggiungere, che non diminuiscono affatto la gravità di tali azioni ma permettono di contestualizzare meglio le cose. Pochi ne hanno parlato, nemmeno i media catto-tradizionalisti che stanno sfruttando il tema per convogliare l’odio verso l’attuale Pontefice e i suoi collaboratori. Fino a ieri parlavano di complotto laicista, oggi sono «pronti a chiedere le dimissioni anche soltanto sulla base del “non poteva non sapereˮ, quando nel mirino (e soltanto nel loro) finisce qualche ecclesiastico considerato vicino all’attuale Pontefice», ha scritto Andrea Tornielli. Una battaglia non in favore delle vittime ma «portata avanti da siti sedicenti cattolici che quotidianamente e violentemente attaccano Papa Francesco, i vescovi (quelli che a loro non vanno bene) e i fratelli nella fede. Spietatamente colpevolisti con alcuni, ma silenziosamente innocentisti con altri porporati ancora oggi in carica, magari accusati di fatti molto più gravi, ma dei quali non si chiedono le dimissioni soltanto perché considerati “conservatoriˮ».1) ABUSI RISALENTI A OLTRE 20 ANNI FA.Se si legge l’intero report, si apprende che si tratta di violenze avvenute oltre venti anni fa, mentre non ve ne sono da quando la Conferenza episcopale statunitense si è impegnata a combattere seriamente il fenomeno. «La maggior parte della discussione dei casi presenti in questo rapporto», viene infatti scritto, «riguarda eventi precedenti agli anni 2000 […]. Allo stesso tempo, riconosciamo che molto è cambiato negli ultimi quindici anni».Lo stesso caso dell’ex cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, risale ad abusi su seminaristi adulti molti anni addietro. Certo, aggiungono gli autori, potrebbero esserci vittime più recenti ma ancora non vi sono dati certificati e «pensiamo che sia troppo presto per chiudere il libro sullo scandalo sessuale della Chiesa cattolica». Perché, se l’indagine tratta di fatti così lontani nel passato, viene fatta uscire oggi? C’è chi risponde suggerendo di considerare le aspirazioni politiche del procuratore generale della Pennsylvania, Josh Shapiro, ma non ci sembra il caso di fare dietrologia, sviando l’attenzione sul contenuto. Un’altra nota: quasi nessuno ha commentato il fatto che il principale nemico di Papa Francesco negli Stati Uniti, l’editorialista cattolico-conservatore del New York Times, Ross Douthat -idolo della minigalassia antipapista- ha candidamente ammesso di aver insabbiato gli abusi relativi al card. McCarrick. Ne era venuto a conoscenza nei primi anni 2000, «ero nella stessa posizione di “tutti” coloro che sapevano. Ma in questa posizione ti abitui all’idea che la storia non uscirà mai». E lui non fece nulla per farla uscire, nonostante collaborasse con prestigiosi quotidiani d’inchiesta.2) NON SI TRATTA DI PEDOFILIA, MA PEDERASTIA OMOSESSUALEIl secondo dettaglio è quello sottolineato da Paul Sullins, docente di Sociologia presso la Catholic University of America: «L’attuale scandalo include per lo più rivelazioni sull’abuso sessuale maschile da parte di seminaristi, dove le vittime sono adulti. La Conferenza episcopale ha commissionato due rapporti, uno nel 2004 e nel 2011, al John Jay College of Criminal Justice per studiare i casi segnalati di abusi sessuali da clero tra il 1950 e il 2002, e tra il 2002 e il 2010. Entrambi i rapporti hanno rilevato che oltre l’80% delle vittime non erano né ragazze, né bambini pre-pubescenti (vera pedofilia), ma pre-adolescenti e adolescenti». Sullins parla di “sottocultura omosessuale”, confermata dal 44% dei sacerdoti statunitensi nel 2002.L’omosessualità è la grande minaccia e la grande sfida per i seminari, come suggeriscono la preoccupazione e l’indicazione di Papa Francesco: «Nel dubbio, meglio che non entrino». Ne ha parlato anche il card. Raymond Leo Burke: «C’è stato un tentativo studiato di ignorare o negare questo rapporto con l’omosessualità. Sembra chiaro che in effetti esista una cultura omosessuale, non solo tra il clero ma anche all’interno della gerarchia». Ha concordato il vescovo di Madison (Wisconsin), Robert Morlino: «stiamo parlando di atti sessuali devianti – quasi esclusivamente omosessuali – da parte di chierici. Fino a poco tempo fa i problemi della Chiesa sono stati dipinti puramente come problemi di pedofilia – questo nonostante prove evidenti del contrario. È ora di ammettere che esiste una sottocultura omosessuale all’interno della gerarchia della Chiesa cattolica che sta devastando la vigna del Signore. L’insegnamento della Chiesa è chiaro e l’inclinazione omosessuale non è di per sé peccaminosa, ma è intrinsecamente disordinata in un modo che rende ogni uomo stabilmente afflitto da esso inadatto a essere un prete».Secondo il report americano, infatti, quasi i tre quarti dei preti incriminati erano omosessuali, mentre solo circa un quarto erano eterosessuali. La maggior parte delle vittime, invece, non erano bambini ma giovani seminaristi. E’ quindi tecnicamente sbagliato parlare di “pedofilia”, semmai si tratta di “pederastia” (anche se ciò non allevia le colpe). Nonostante ciò, il procuratore Shapiro ha riempito il palco di vittime di sesso femminile per lanciare la conferenza stampa televisiva. Il giornalista investigativo George Neumayr, presente alla conferenza stampa che ha lanciato la notizia nel mondo, ha scritto: «L’atmosfera di ieri è stata molto strana. Il procuratore generale Josh Shapiro, un democratico sostenuto dalla comunità LGBT, ha messo sul palco vittime femminili, non maschili, anche se la maggior parte delle vittime sono di sesso maschile. Non penso che tale scelta sia stata casuale, non vuole che il pubblico veda questo scandalo per quello che in gran parte è: un prodotto di una mafia gay molto malata presente nella Chiesa, perciò trascura la pederastia omosessuale del cardinale McCarricks». Il ridimensionamento di Shapiro della preponderanza dell’abuso omosessuale potrebbe essere un calcolo politico, probabilmente teso ad evitare di offendere i suoi numerosi sponsor democratici gay.