Parole di vita (luglio 2017)
LA PREGHIERA SECONDO p.ERMES RONCHI
SIAMO NATI PER SOFFRIRE? (di Alberto Maggi)
(..) Del resto non insegna la religione che
il mondo è una valle di lacrime?
La valle di lacrime è la piscina personale
delle persone pie che ci sguazzano.
Loro ci stanno benissimo in questa valle di lacrime
dove ognuno ha la sua croce e
dobbiamo accettare, sempre con un sospiro,
la volontà del Signore!
delle persone pie che ci sguazzano.
Loro ci stanno benissimo in questa valle di lacrime
dove ognuno ha la sua croce e
dobbiamo accettare, sempre con un sospiro,
la volontà del Signore!
L’idea di Dio e della sua volontà stranamente,
raramente o quasi mai viene associata all’idea di felicità.
Se pensate a Dio è più facile associarlo
alla sofferenza che alla felicità;
alla sofferenza che alla felicità;
se pensate a Dio è più facile associarlo al dolore che alla gioia.
Come mai tutto questo?
...la responsabile è la religione,
detto in maniera grossolana, riduttiva,
perché ci viene presentato un Dio che proibisce quello che piace
e che dà piacere alla vita
e obbliga a tutto quello che è penoso,
forse per questo rischiamo di non essere pienamente felici.
detto in maniera grossolana, riduttiva,
perché ci viene presentato un Dio che proibisce quello che piace
e che dà piacere alla vita
e obbliga a tutto quello che è penoso,
forse per questo rischiamo di non essere pienamente felici.
Ebbene vedremo che l’uomo è chiamato
ad essere pienamente felice qui,
in questa esistenza terrena, non nell’al di là.
ad essere pienamente felice qui,
in questa esistenza terrena, non nell’al di là.
La sofferenza qui, per essere felici di là,
è un inganno della religione
che avvelena la vita delle persone qui e
gli promettono una ipotetica felicità nell’al di là.
è un inganno della religione
che avvelena la vita delle persone qui e
gli promettono una ipotetica felicità nell’al di là.
E Gesù è venuto a smascherarlo questo inganno,
che l’uomo sia felice,
e la massima aspirazione dell’uomo è la felicità,
ed è possibile esserlo qui in questa esistenza terrena
perché la volontà di Dio coincide
con la massima aspirazione degli uomini.
che l’uomo sia felice,
e la massima aspirazione dell’uomo è la felicità,
ed è possibile esserlo qui in questa esistenza terrena
perché la volontà di Dio coincide
con la massima aspirazione degli uomini.
E la massima aspirazione degli uomini è la felicità,
e la volontà di Dio, così come emerge dai vangeli è:
che l’uomo sia felice,
un Dio che fa di tutto e concorre affinché l’uomo sia felice.
e la volontà di Dio, così come emerge dai vangeli è:
che l’uomo sia felice,
un Dio che fa di tutto e concorre affinché l’uomo sia felice.
Gesù espressione visibile di questo Dio, e Dio lui stesso,
ha talmente a cuore la felicità dell’uomo che
per Gesù il piacere,
questa parola che le persone religiose pronunciano
sempre con senso quasi di peccato,
il piacere e la felicità degli uomini
vengono prima di ogni precetto o comandamento religioso.
ha talmente a cuore la felicità dell’uomo che
per Gesù il piacere,
questa parola che le persone religiose pronunciano
sempre con senso quasi di peccato,
il piacere e la felicità degli uomini
vengono prima di ogni precetto o comandamento religioso.
Quindi Gesù è venuto per farci capire che
è possibile essere felici qui
in questa esistenza terrena e non nell’al di là.
è possibile essere felici qui
in questa esistenza terrena e non nell’al di là.
Nell’al di là saremo tutti felici,
ma l’importante è essere felici qui in questa esistenza terrena.
ma l’importante è essere felici qui in questa esistenza terrena.
Tutto il Signore fa perché l’uomo sia felice.
Ma, se questo è vero, perché allora
questa felicità non fa parte del nostro patrimonio,
non ha fatto parte del nostro insegnamento?
questa felicità non fa parte del nostro patrimonio,
non ha fatto parte del nostro insegnamento?
Perché, se è vero che la volontà di Dio è che l’uomo sia felice,
Dio mette paura?
http://www.studibiblici.it/confe…/dioelafelicitadelluomo.pdf
NON OFFRO AL SIGNORE LE MIE SOFFERENZE
(di Alberto Maggi)
(di Alberto Maggi)
No, non offro al Signore le mie sofferenze,
perché è lui che nella sofferenza si offre a me.
perché è lui che nella sofferenza si offre a me.
E' questa forza che mi dona la capacità di vivere serenamente,
anche in momenti critici come questi.
anche in momenti critici come questi.
Ed è grande la differenza: non offro le mie forze al Signore,
ma è lui che mi comunica la sua.
ma è lui che mi comunica la sua.
Dio non assorbe le mie energie
ma mi comunica le sue,
non mi diminuisce ma mi potenzia.
ma mi comunica le sue,
non mi diminuisce ma mi potenzia.
Dio non mi chiede di vivere per lui ma di lui.
Ed è grande la differenza.
Sono pronto per l'intervento.
E sereno, qualunque sia l'esito.
(Tratto da "Chi non muore si rivede" Garzanti)