Sul coronavirus: le riflessioni di p. Livio (Radio Maria), le critiche e il testamento del medico cristiano cinese
Sullo stesso tema è possibile leggere le riflessioni colte e profonde dell'altrettanto noto direttore de La Civiltà Cattolica che ha scritto l'articolo: "La politica del coronavirus: attivare gli anticorpi cattolici".
Accenno infine ad un articolo de La nuova bussola quotidiana (Il coronavirus, la Madonna e Benedetto XVI) e soprattutto al testamento del medico cinese prima perseguitato per aver diffuso notizie "allarmistiche" e poi riabilitato e morto per la stessa malattia che ha combattuto. Lo trovate in fondo al post
Iniziamo da p. Livio:
Questo suo intervento ha chiaramente sconcertato molte persone. Tra cui Renato Pierri che scrive sul blog "Come Gesù": "Il coronavirus e padre Livio più musulmano che cristiano":
“Questa pandemia avviene in un contesto anticristico, nella Cina in particolare, ma anche nel mondo intero, e quindi è un ammonimento del cielo. Attraverso questa pandemia la Madonna ci dà un messaggio chiarissimo”. Sono le sconcertanti, incredibili parole di padre Livio Fanzaga, pronunciate durante un discorso a Radio Maria. Chiarissimo, il messaggio, per lui, padre Livio, che pensa d’essere cristiano, ma in realtà non sembra conoscere abbastanza Cristo e il vangelo di Cristo. Anche i musulmani, alcuni musulmani, hanno visto il coronavirus come una punizione di Allah. Ma mentre è comprensibile la posizione degli islamici che conoscono un dio punitivo, non è assolutamente comprensibile la posizione di padre Livio, giacché il Dio del Vangelo è un Dio incapace di azioni violente, è il Dio dell’amore, non della vendetta e dell’odio. Padre Livio Fanzaga sfiora il ridicolo quando afferma, poi: “Il fatto che questo virus ha la forma di corona, è un messaggio della Madonna che invita i fedeli a pregare”. Questa è la maniera di ridicolizzare una grande religione, di renderla una sciocca superstizione.Condivido (in parte) le critiche di Pierri, ma ancor di più il commento di un suo lettore ("Berto"):
Evidentemente, sig. Pierri, lei non ha mai ascoltato padre Livio, perché l'insigne scolopita conosce il Vangelo più di chiunque altro; d'altra parte, il padre appartiene ad un ordine tra i più dotti in ambito ecclesiale. Non lo si può dunque tacciare di non conoscere il Vangelo; persino i suoi detrattori (che non mancano), gli riconoscono il pregio d'essere un eccellente esegeta.Ecco invece l'intervento di don Andrea Leonardo per AGI: "Coronavirus e castighi divini. Quando la religione diventa superstizione":
Il fatto è che tende a leggere gli eventi che accadono nel mondo, alla luce dei messaggi di Medjugorje, e da qui, poi, sconfinando dalle sue competenze, finisce per non capirci più nulla.
Quanto più il coronavirus si rivela in tutta la sua serissima pericolosità, tanto più le religioni divengono superstizioni. Era accaduto al tempo del terremoto di Amatrice, vale oggi per l'epidemia che viene da Wuhan. Vale per i preti cattolici ma vale anche per i musulmani.Non più di qualche giorno fa sulla pagina Facebook "Siamo fieri di essere musulmani" era tutto un inneggiare ad Allah che sta punendo i cinesi per le loro atrocità.Un cristiano sa che attribuire ad una punizione divina la diffusione del coronavirus fa male alla fede perché la declassa a una pratica superstiziosa con un dio più simile alle capricciose divinità pagane che al Dio dei cristiani. Quando gli apostoli incontrano un cieco chiedono a Gesù: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» e il Signore risponde «Né lui ha peccato né i suoi genitori» (Gv 9, 1-3). Il vangelo insegna costantemente che Dio Padre "fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45). È possibile morire disidrati in un deserto sia se si è buoni sia se si è cattivi, è possibile essere vittime del terremoto sia se si è buoni sia se si è cattivi, è possibile essere vittime del coronavirus sia se si è buoni sia se si è cattivi, questo è il cristianesimo.
Pensare che malattia e morte siano strumenti di punizione o premio è semplicemente un paganesimo che ricrea caste di salvati ed esclusi dalla salvezza. Ma Gesù è venuto a curare questa esclusione. È venuto a dire, con scandalo dei contemporanei, che lebbrosi, ciechi e paralitici dovevano essere riammessi di nuovo in quella società che li aveva considerati macchiati da una tara. Se il comunismo cinese manca in modo aberrante di tutelare i diritti umani oltre che quelli della fede, non lo si combatte con un terrorismo da caccia alle streghe, ma con un approccio razionale che insiste sul dovere della scienza di fare il suo lavoro e sul fatto che il rispetto del senso religioso è prima di tutto un fondamentale diritto dell'uomo. Nessun virus è uno strumento della punizione di Dio e, mentre speriamo che la scienza trovi un vaccino contro il virus, altrettanto auspichiamo di sviluppare anticorpi contro il fideismo, la superstizione e atteggiamenti che nulla hanno a che fare con la fede dei figli di Dio Padre.
La storia delle religioni ci dice che la fede che è superstizione impedisce la fraternità perché spinge a vedere nella fragilità del prossimo non un motivo di aiuto, di vicinanza e di fraternità ma un motivo di giudizio, di sospetto e di divisione. E questo è il peggior frutto velenoso che possa produrre l' assurda associazione tra l'azione di Dio e la diffusione di una malattia.Concludo riportando il testamento del medico cinese "martire ed eroe cristiano":
Ecco il testo che ha lasciato e diffuso su internet dal pastore Dencio Acop.“Non voglio essere un eroe.
Ho ancora i miei genitori,
i miei figli,
la mia moglie incinta che sta per partorire
e ci sono ancora molti miei pazienti nel reparto.
Sebbene la mia integrità non possa essere scambiata con la bontà verso gli altri,
nonostante la mia perdita e confusione,
devo ancora continuare,
Chi mi ha lasciato scegliere questo paese e questa famiglia?
Quanti lamentele ho?
Quando questa battaglia sarà finita,
io guarderò il cielo,
con lacrime che sgorgheranno come pioggia.Non voglio essere un eroe,
ma solo un medico,
non riesco a guardare questo virus sconosciuto
che fa del male ai miei pari
e a così tante persone innocenti.
Anche se stanno morendo,
mi guardano sempre negli occhi, con la loro speranza di vita.Chi avrebbe mai capito che stavo per morire?
La mia anima è in paradiso,
guardando quel letto bianco di ospedale,
su cui giace il mio stesso corpo,
con la stessa faccia familiare.
Dove sono mio padre e mia madre?
E la mia cara moglie,
quella ragazza per cui stavo lottando fino all’ultimo respiro.
C’è una luce nel cielo!
Alla fine di quella luce c’è il paradiso di cui spesso la gente parla.
Preferirei non andare,
preferirei tornare nella mia città natale a Wuhan.
Ho la mia nuova casa lì appena acquistata,
per la quale devo ancora pagare il prestito ogni mese.
Come posso rinunciare?
Come posso cedere?
Per i miei genitori perdere il figlio quanto deve essere triste?
La mia dolce moglie, senza suo marito, come potrà affrontare le future vicissitudini?Me ne sono già andato
Li vedo prendere il mio corpo,
metterlo in una borsa,
dentro la quale giacciono molti connazionali.
Andati come me,
spinti nel cuore del fuoco,
all’alba.Arrivederci, miei cari.
Addio, Wuhan, la mia città natale.
Spero che, dopo il disastro,
ti ricorderai che qualcuno ha provato a farti sapere la verità il prima possibile.
Spero che, dopo il disastro,
imparerai cosa significa essere giusti.
Mai più brave persone
dovrebbero soffrire di paura senza fine
e tristezza profonda e disperata.Ho combattuto la buona battaglia,
ho terminato la corsa,
ho conservato la fede.
Ora c’è in serbo per me la corona della giustizia” (Li Wen Liang).