ALCUNE REGOLE DELL’AMORE (Le regole dell'amore.7)
"Per la persona sbagliata non sarai mai abbastanza, ma per la Persona giusta significherai tutto"
PER INTRODURRE IL TEMA
Torniamo alla questione principale per affrontarla ora direttamente: l’amore ha delle regole? O “al cuor non si comanda?”
Si potrebbero creare delle situazioni tipo e chiedere la loro opinione: cosa farebbero o consiglierebbero ai personaggi in causa?
1. Giovanni ha una relazione con Carla da alcuni mesi. Le cose tra loro non vanno bene: continuano a litigare per sciocchezze e a rinfacciarsi le cose. Carla ha già provato a lasciarlo, ma Giovanni ha paura di perderla e che lei si trovi un altro. Cosa puoi dire a Giovanni?
2. Alessio ama molto Anna, ma quando è nervoso non riesce a controllarsi e maltratta Anna: le dice cose che la offendono, l’umilia e a volte ha usato anche le mani facendole male. Poi, quando si è calmato, riconosce di aver sbagliato e diventa molto affettuoso. Anna non sa cosa fare: cosa le consigli?
3. Erika e Ugo si sono promessi eterno amore. Erika vuole molto bene ad Ugo, ma una sera in cui lui non c’era ha baciato un altro. Cosa gli consigli?
4. Paolo e Caterina stanno insieme da alcuni mesi e sono molto uniti. Solo che Paolo è gelosissimo di Caterina e non vuole che lei esca di casa se lui non c’è. Caterina ama Paolo, ma si sente soffocata dalla sua gelosia. Cosa deve fare?
5. Daria è fidanzata con Luigi. La sua migliore amica, Susanna, senza volerlo si è trovata da sola con Luigi che ci ha provato con lei e lei ci è stata e ora non sa come comportarsi. Cosa diresti a Susanna?
6. Enzo è da qualche giorno che esce con Fiorella. Si sono piaciuti e baciati. Fiorella però non gli permette di avere un rapporto più intimo. Cosa consigliate ad Enzo?
7. Mattia e Rebecca sono innamoratissimi. Da quando si sono messi insieme si sono dimenticati degli amici. Desiderano solo stare insieme e non essere disturbati dagli altri. Cosa consigli a loro?
8. Mattia e Rebecca sono sempre innamoratissimi, ma Rebecca si è iniziata a rendere conto che senza Mattia si sente persa, si sente debole, incapace di affrontare la vita. E’ terrorizzata di perderlo e cerca di stringerlo a sé più che può. Cosa diresti a Rebecca?
9. Sergio e Roberta sono molto legati l’uno a l’altro, ma sembra sempre che non si capiscano. Quando lei gli chiede di scegliere cosa fare, lui sembra fare apposta per fargli fare le cose che lei odia. Forse non gli interessa di me?
10. Giulio ama Fabiana, ma ama anche giocare e vedere il calcio. Cosa che Fabiana odia. Continua a rinfacciargli che lui preferisce il calcio a lei. Cosa diresti loro?
Provate a confrontarvi con la tabella della pagina seguente e a commentarla:
Quali regole pensate che riguardino l’amore? In base alle situazioni affrontate o ad altre che avete vissuto personalmente, credi che sia possibile stilare alcune regole relative all’amore?
Di seguito poniamo alcuni “suggerimenti” che possono valere anche come successivo approfondimento:
· Il rispetto della libertà altrui di accettare o rifiutare il mio amore: “Noi dobbiamo amare le persone in modo che esse siano libere di amare gli altri più di noi”;
· La gelosia non deve diventare ossessiva e impedire la libertà del patner;
· La fedeltà (devo potermi fidare di chi amo);
· Non tradire un amico provandoci con la sua ragazza;
· Rispetto dei tempi, dei gusti, del carattere, della sensibilità del patner;
· Ciò richiede di conoscere l’altro e riconoscere che l’altro è sempre diverso da me e dalle proiezioni che ho fatto su di lui.
· Amare non è diventare “dipendenti” da un’altra persona, non è affermare: “io esisto solo con te, solo grazie a te”. Una conseguenza tragica di questo atteggiamento è che si arriva ad eliminare violentemente il soggetto (o oggetto?) del nostro “amore” nel momento in cui questo si rifiuta di continuare a vivere con noi e per noi. “La domanda che uno deve porsi costantemente è: il mio amore rende questa persona più forte, più indipendente, oppure la rende più debole, più dipendente da me?”[1].
· Amare non è neanche essere “indipendenti” (“io esisto anche senza di te e senza gli altri”), piuttosto divenire “interdipendenti”: capaci di seguire il proprio progetto di vita e di aiutare l’altro/a a seguire il proprio. Amarsi non implica fondersi, ma aiutarsi reciprocamente affinché entrambi siano sé stessi, liberi, felici, uniti, ma in una comunione che rispetta le reciproche differenze. Solo così è possibile evitare due comuni e opposte tentazioni patologiche: quella, da una parte, ossessiva di chi crede che l’altra persona sia tutto ciò che noi cerchiamo, la risposta a tutti i nostri bisogni e desideri e, dall’altra, quella della concupiscenza, propria di chi vede nell’altra persona solo un oggetto di desiderio, un mezzo per soddisfare le nostre pulsioni. L’ossessione “è come una prigione, una schiavitù alla quale non vogliamo sottrarci… Divinizziamo la persona, la mettiamo al posto di Dio”[2]. La concupiscenza è, all’opposto, la tentazione di fare di se stessi un dio. Un dio cacciatore che ritiene di avere il diritto di divorare ogni preda che desideri.
· Amare, infine, è pericoloso: ci mette in balìa di altre persone, ci espone al rischio di rimanere feriti, anche mortalmente[3]. Ma non amare è ancora più pericoloso: ci chiude alla vita, ci fa morire da vivi, ci apre alla dannazione. Lo afferma Clive Staples Lewis:
Amare significa, in ogni caso, essere vulnerabili. Qualunque sia la cosa che vi è cara, il vostro cuore prima o poi avrà a soffrirne per causa sua, e magari anche a spezzarsi. Se volete avere la certezza che esso rimanga intatto, non donatelo a nessuno, nemmeno a un animale. Proteggetelo avvolgendolo con cura in passatempi e piccoli lussi; evitate ogni tipo di coinvolgimento; chiudetelo con il lucchetto nello scrigno, o nella bara, del vostro egoismo. Ma in quello scrigno – al sicuro, nel buio, immobile, sotto vuoto – esso cambierà: non si spezzerà, diventerà infrangibile, impenetrabile, irredimibile. L’alternativa al rischio di una tragedia è la dannazione. L’unico posto, oltre al cielo, dove potrete stare perfettamente al sicuro da tutti i pericoli e turbamenti dell’amore è l’inferno[4].
· Una storiella racconta di una scimmia dal cuore d’oro che, visti dei pesci nuotare nell’acqua, si convince di doverli salvare dall’annegamento: con grande fatica li pone fuori dall’acqua e li vede “inspiegabilmente” morire. Morale: quante volte dimentichiamo di essere diversi, di avere bisogni, sensibilità, modi di esprimere e di amare differenti. Non occorre cambiare le persone che amiamo, ma amarle per quello che sono (e non per quello che pensavamo che fossero), permettendogli di conoscerci per trovare un terreno comune dove vivere la difficile comunione e il difficile compito di diventare “un corpo e un’anima sola”. Per far questo dobbiamo anche acquisire una profonda introspezione della nostra personalità: imparare innanzitutto a conoscere noi stessi, a saper stare sulle nostre gambe per non appoggiarci sugli altri, per non arrivare a dipendervi e finire per far cadere entrambi. Dunque la prima regola dell’amore è conoscere l’altro (e se stessi) e accoglierlo per quello che è.
LE REGOLE DI UN AMORE “CONSUMISTICO”. Che ne pensate?
Molto spesso ci si immette in un sistema di relazioni basate sul mercanteggiare, dominate dalla mentalità consumistica: io valgo un tot e con quel tot devo acquistare il miglior oggetto che ci sia in commercio, pronto a lasciarlo per acquistarne uno nuovo che mi attira di più e promette di corrispondere meglio alle mie aspettative (spesso indotte). C’è sempre chi rimane fuori da questo mercato: chi viene considerato uno “sfigato” in base ad un aspetto non corrispondente ai canoni estetici del momento; chi non ha autostima ed intraprendenza; chi per timidezza rimane all’angolo e si sente fuori gioco, senza valore, incapace di competere in un mercato così impegnativo ed esigente, un mercato che mette al primo posto la bellezza, ma non disdegna neanche un carattere forte o la capacità di far ridere gli altri (spesso a spese dei deboli che facilmente diventano vittime del bullismo).
Nella nostra cultura capitalistica e consumistica si è inoltre portati a cercare sul mercato il prodotto migliore che posso permettermi: ti metti alla ricerca dell’affare e in questa ricerca non solo ti senti legittimato a fare tanti assaggi, prove, ma anche, nel momento dell’acquisto, se trovi qualcosa di meglio sei pronto a lasciare il vecchio per il nuovo. Cerchi la persona che, con quello che puoi permetterti, può darti di più: quella che per le sue caratteristiche fisiche, psicologiche o patrimoniali può offrirti di più. E non accetti che tali caratteristiche si deteriorino o risultino diverse da come apparivano. Da qui un amore “liquido”, fragile, “usa e getta”.
[1] T. Radcliffe, op.cit., p.42
[2] T. Radcliffe, Amare nella libertà, Qiquajon 2007, p.26.
[3] Il pensiero va ai terribili crimini del “femminicidio”, ma anche alla morte in croce di Gesù, ucciso perché ha continuato ad amare fino alla fine.
[4] C.S.Lewis, I quattro amori. Affetto, amicizia, eros, carità, JacaBook, 1982, p.153.