I LIBRI DEL 2019: quelli religiosi più venduti, quelli ("laici") segnalati, quelli letti a dicembre
I Bestseller della fede: gennaio – dicembre 2019
Letto (a dicembre 2019):Anche nella classifica annuale del 2019 autori quali Rosini, Papa Francesco ed Epicoco fanno la parte del leone: oltre a essere stati spesso presenti durante tutto l’anno, in questo caso compaiono almeno due titoli per ciascuno. Ai tre assi delle vendite resistono tre testi di natura differente: Chiara Amirante, a sua volta autrice molto amata, Cristicchi, con un exploit di fine anno sulla sua esperienza legata al sociale, e la testimonianza di Chiara Corbella.Fabio Rosini. San Paolo. Pagine 312. Euro 14,50Francesco (Jorge Mario Bergoglio). San Paolo. Pagine 128. Euro 9,90Chiara Amirante. Piemme. Pagine 256. Euro 16,50Luigi M. Epicoco. San Paolo. Pagine 96. Euro 5,00Francesco (Jorge Mario Bergoglio). Paoline. Pagine 112. Euro 12,00Luigi M. Epicoco. Tau. Pagine 80. Euro 8,00Luigi M. Epicoco. Tau. Pagine 72. Euro 7,00Simone Cristicchi, Massimo Orlandi. San Paolo. Pagine 224. Euro 18,00Fabio Rosini. San Paolo. Pagine 208. Euro 9,90Simone Troisi, Cristiana Paccini. Porziuncola. Pagine 160. Euro 12,00
- Più forte dell'odio, di Tim Guénard (Fr. 1999, TEA, p.239). Voto: 7+ (da leggere). L'autobiografia di un uomo che ha passato l'inferno in terra e ha scoperto il paradiso.
- Sul dolore. Parole che non ti aspetti, di Paolo Curtaz (It. 2011, San Paolo, p.295). Voto: 6,5 (interessante). Un tema ostico trattato con delicatezza, ma raramente con incisività.
- Mio caro serial killer, di Alicia Giménez Bartlkett (Sp. 2017, Sellerio, p.428). Voto: 6,5 (interessante). Poliziesco "seriale": l'ispettore Pedra Delicado è alle prese con un serial killer misterioso.
I LIBRI DELL'ANNO:
Segnalati da Huffigton post:
I vagabondi di Olga Tokarczuck (Bompiani)
La scrittura allarga, aumenta, approfondisce la nostra coscienza ed è la stessa cosa che accade in una terapia: vi entriamo senza sapere delle cose e poi le veniamo a sapere. Solo così diveniamo più profondi ed intensi. Lo sostiene – e lo conferma - Olga Tokarczuck con questo libro con cui ha vinto nel 2018 l’International Man Booker Prize e pochi mesi fa il Nobel per la Letteratura. È la storia di una narratrice che all’inizio del romanzo confida che fin da piccola, quando osservava lo scorrere dell’Oder, desiderava una sola cosa: essere una barca su quel fiume, “essere eterno movimento”. È quel suo spirito-guida che ci conduce attraverso esistenze fluide di uomini e di donne fuori dell’ordinario, dalla sorella di Chopin che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia per seppellirlo nella sua casa a l’anatomista olandese che scoprì il tendine di Achille e che usò il suo corpo come terreno di ricerca fino a Soliman, rapito quando era ancora in fasce in Nigeria e poi portato alla corte d’Austria come mascotte. Sono loro i suoi “vagabondi” che si muovono tra la Polonia, la Repubblica Ceca e la Germania senza dimenticare l’appartenenza e le proprie radici. Hanno un qualcosa di mitologico ed esistenziale, invitano chi legge all’introspezione e alla riflessione e quel che ne viene fuori è un percorso straordinario in cui è piacevole perdersi.
Cercami di André Aciman (Guanda)
Undici anni fa, la storia della scoperta di sé del giovane Elio raccontata da André Aciman in “Chiamami col tuo nome” aveva appassionato moltissimi lettori in tutto il mondo. Quel libro ha poi avuto una seconda vita, lo scorso anno, grazie a Luca Guadagnino che ha deciso di trarne un film sceneggiato da James Ivory (che ha poi vinto l’Oscar) riportandolo in auge più che mai. In questo libro che è il seguito del primo, Elio tona (è oramai adulto e fa il pianista a Milano) e con lui anche suo padre Samuel e l’immancabile Oliver. Aciman dimostra di essere è in gran forma tornando a parlare dell’amore in tutte le sue forme e senza banalità, considerando quello che succede o potrebbe succedere a ognuno di noi in ogni momento della vita.
Un intoppo ai limiti della galassia di Etgar Keret (Feltrinelli)
Ci sono bambini che invecchiano più del dovuto, angeli che si pentono della loro vita terrena, uomini molto ricchi che decidono di comprarsi i compleanni degli altri per festeggiare ogni giorno il loro “non compleanno” e – ancora – genitori che si trasformano in conigli e altri che non sanno se esistono davvero oppure no. Divertono, commuovono ed emozionano queste ventidue storie di uno dei più popolari autori israeliani, l’unico che riesce a far sembrare probabile una realtà che non lo è affatto, ed è meraviglioso.
La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante (e/o edizioni)
La sua quadrilogia dell’Amica geniale, pubblicata tra il 2011 e 2014, è diventata un successo mondiale da 12 milioni di copie. Ora la misteriosa scrittrice, che continua a tenere nascosta la sua identità, torna con un nuovo romanzo in cui c’è una Napoli poco periferica: un appartamento piccolo borghese dove la dodicenne Giovanna vive con i suoi genitori, entrambi professori di liceo, una casa piena di libri dove fino a quel momento è stata la figlia più amata e coccolata a cui viene chiesto soltanto di andar bene a scuola. Ci sono i legami ambigui e pieni di dolore con chi ci ha generato, ci sono le bugie e l’amore, ci sono le incomprensioni, le prime volte, c’è la Storia. Imperdibile.
Il Colibrì di Sandro Veronesi (La Nave di Teseo)
Al quartiere Trieste, a Roma, Sandro Veronesi - scrittore tra i più amati e letti in Italia e non solo, già vincitore del Premio Strega per Caos Calmo, di due Campiello e di molti altri – ha deciso di ambientare questo suo nuovo romanzo dove un uomo come tanti, il medico oculista Marco Carrera, sta per ricevere una rivelazione durante la visita a un paziente. Lui che chiamano il colibrì, proprio come l’uccello sacro ai Maya, è sospeso tra coincidenze e perdite, gioia e dolore, nostalgia e futuro e il suo è un movimento continuo, incessante, per cercare di rimanere fermo, anche se a volte non è possibile, come nel suo caso. Veronesi ci getta in quel mondo che va dall’inizio del nuovo Millennio a un futuro prossimo come se fossimo in un mare aperto, dandoci solo una tavola di legno cui appoggiarci e la capacità di saper nuotare fino a riva, ma non è detto che sia quella la salvezza, perché può sempre arrivare un’onda anomala a risucchiarci e a rovinare ogni cosa. Leggere questo suo nuovo libro, oltre che emozionante, sarà terapeutico, un insegnamento a continuare, a infischiarsene dei sensi colpa, degli “ingombri” (che qui, come nella vita vera, sono molto pesanti) e a trovare o ritrovare sé stessi. Un invito a vivere nonostante tutto, basta solo provarci. Il prossimo Premio Strega potrà essere il suo.
Il libro di tutti i libri di Roberto Calasso (Adelphi)
È una storia che ha inizio prima di Adamo, finisce dopo di noi e attraversa la Bibbia come un mondo a sé. Una di quelle in cui un uomo che si chiamava Saul può diventare il primo re di un popolo perché il padre lo aveva mandato a cercare delle asine smarrite e una di quelle in cui una regina di un regno africano remoto guida per tre anni una carovana composta da giovani e giovanette vestiti di porpora, animali e spezie solo per rispondere all’invito del re di Gerusalemme e porgli alcune domande. C’è molto altro ancora, ovviamente, ma starà a voi scoprire questo gioiello del patron della Adelphi che torna a stupire e a coinvolgerci come solo lui sa fare.
Celestia di Manuele Fior (Oblomov edizioni)
A distanza di cinque anni dal suo ultimo romanzo L’intervista, Manuele Fior continua la sua riflessione sulle “età dell’uomo” come tappe di un’evoluzione il cui esito non è ancora scritto. Due ragazzi in fuga da loro stessi, dalle proprie paure, in cerca del proprio ruolo in un’epoca di grandi mutamenti. La metafora di un’isola che, nella crisi del mondo intorno, ritrova la sua centralità nella storia. Un nome, Celestia, che è un’isola di pietra costruita sull’acqua più di mille anni fa. Incantevole, come le tavole di questo artista internazionale che il mondo ci invidia.
Modigliani il principe di Angelo Longoni (Giunti)
La sua vita fugace e il suo animo raro, l’eterna e maledetta incomprensione. Del pittore “delle donne dai colli lunghi” sono in molti a sapere, ma mai quanto Longoni, drammaturgo, regista e narratore che con questo libro necessario riesce a portarci nella Parigi di quell’epoca e a catturarci svelandogli “quel qualcosa in più” su un uomo, su un artista che in costante lotta con i suoi demoni che non era stato ancora rivelato. Il risultato è straordinario e gliene siamo grati.
L’Istituto di Stephen King (Sperling & Kupfer)
A Minneapolis è notte fonda quando un misterioso gruppo di persone si introduce in casa di Luke Ellis, ne uccide i genitori e lo porta via con un Suv nero. Da quel momento, la vita di quel ragazzo sarà stravolta per sempre e quando si sveglia, si ritroverà in una camera simile alla sua, ma senza finestre. Come lui, altri bambini sono rinchiusi in quel terribile istituto e come lui sono in preda a rabbia e a paure. Non può esserci una classifica di Natale senza un libro di Stephen King che con questo torna a coinvolgerci (e a sconvolgerci) con una storia di ragazzini travolti dalle forze del male riuscendoci alla perfezione, come ogni volta.
La vita gioca con me di David Grossman (Mondadori)
Nina è tornata, ha preso tre aerei che dall’Artico l’hanno portata al kibbutz, tra l’euforia di sua madre, la rabbia di sua figlia Ghili, e la venerazione immutata di Rafi, l’uomo che ancora, quando la vede perde ogni difesa nonostante tutto. Ha una cosa urgente da comunicare e una da sapere: vuole che sua madre le racconti finalmente cosa è successo in Iugoslavia quando, giovane ebrea croata, si è caparbiamente innamorata di MiloŠ - figlio di contadini serbi senza terra, poi sbattuto in prigione con l’accusa di essere una spia stalinista – e perché Vera è stata deportata nel campo di rieducazione sull’isola di Goli Otok, abbandonandola quando aveva sei anni e mezzo. Un romanzo intenso che ci ricorda che scegliere significa escludere e che vivere è un tentativo continuo e maldestro tentativo di ricomporre ciò che è stato.
Confidenze di Domenico Starnone (Einaudi)
Pietro e Teresa, lui professore, lei la sua ex alunna, si raccontano i loro segreti più intimi dopo tre anni di relazione tormentata. “Facciamo che io ti racconto un mio segreto così orribile che nemmeno tra me e me ho mai provato a raccontarmelo, e tu però me ne devi confidare uno equivalente, qualcosa che se si sapesse ti distruggerebbe per sempre”. Eccola la confidenza, che per lo scrittore napoletano è l’essenza stessa dell’amore, quel qualcosa che trasforma gli amanti in sorveglianti speciali delle confessioni dell’altro, senza dimenticare mai le incertezze, le fragilità, l’indifferenza e quell’angoscia profonda di sentirsi mediocri. Ipnotico.
Vedi anche le scelte di Rivista Studio:
- Bret Easton Ellis, Bianco (Einaudi)
- Valeria Luiselli, Archivio dei bambini perduti (La Nuova Frontiera)
- Michel Houellebecq, Serotonina (La nave di Teseo)
- Ottessa Moshfegh – Il mio anno di riposo e oblio (Feltrinelli)
- Sally Rooney, Persone Normali (Einaudi)
- Olga Tokarczuk, I vagabondi (Bompiani)
- Rachel Cusk, Transiti (Einaudi)
- Michael Pollan, Come cambiare la tua mente (Adelphi)
- Gerald Murnane, Le pianure (Safarà)
- Daniel Kehlmann, Tyll. Il re, il cuoco e il buffone (Feltrinelli)
e quella di Wired:
- Margaret Atwood, I testamenti, Ponte alle Grazie
- Stefania Auci, I leoni di Sicilia, Editrice Nord
- Jonathan Bazzi, Febbre, Fandango
- Akwaeke Emezi, Acquadolce, Il Saggiatore
- Fumettibrutti, P. la mia adolescenza trans, Feltrinelli Comics
- Marco Missiroli, Fedeltà, Einaudi
- Ottessa Moshfegh, Il mio anno di riposo e oblio, Feltrinelli
- Michael Pollan, Come cambiare la tua mente, Adelphi
- Kristen Roupenian, Cat Person, Einaudi
- Jesmyn Ward, Canta, spirito, canta, NN editore
Infine Robinson (La Repubblica):
C’è il futuro, così come lo immaginano i più grandi romanzieri. Quello cupo delle donne-ancelle che Margaret Atwood narra nei Testamenti (Ponte alle Grazie) o quello dominato dall’intelligenza artificiale che Ian McEwan orchestra in Macchine come me (Einaudi), dove un androide s’innamora e interferisce con gli umani. C’è il presente senza confini, frastagliato e multiculturale, di chi vive in perenne movimento, tra terminal e aerei, esponendosi al rischio di qualche Turbolenza, come nel romanzo di David Szalay (Adelphi). E il presente di chi è sballottato tra un paese e l’altro: il protagonista de L’isola dei fucili (Neri Pozza) di Amitav Gosh vive a Brooklyn ma porta con sé l’infanzia bengalese, gli dèi, le leggende di Calcutta.Tra i saggi, abbiamo scelto quello narrativo di Amin Maalouf, Il naufragio delle civiltà (La nave di Teseo), un viaggio tra Oriente e Occidente, grandi potenze in crisi e nazioni emergenti. Le nostre paure ambientali invece hanno una data: 1986, quando esplode Chernobyl. Una passeggiata nella zona dello scrittore ucraino Markijan Kamys (Keller) è un tuffo dentro quella terribile tragedia, legato ai ricordi: il padre dell’autore lavorava come liquidatore addetto al risanamento della Zona dopo il disastro nucleare. Parte da una storia vera anche il romanzo rivelazione di Viola Ardone, Il treno dei bambini (Einaudi), un affido di massa organizzato dal Pci nel 1946 per spedire i ragazzini meridionali nel Nord benestante.
C’è poi una costellazione emotiva, una carta geografica dei sentimenti giovanili, nella fase di passaggio all’età adulta: i millennial di Sally Rooney, con i loro amori da college (Persone normali, Einaudi), e le adolescenti napoletane di uno dei romanzi più attesi dell’anno, La vita bugiarda degli adulti (e/o) di Elena Ferrante. Dolente e visionario, tra i libri migliori del 2019, non può mancare il Diario dell’anno del Nobel (Feltrinelli) di José Saramago. Ritrovato dopo la morte dello scrittore dalla vedova Pilar del Río nel desktop del suo computer è una fotografia della crisi attuale. Parla di noi, ma al modo di Saramago, cioè senza sconti. I nostri mali? Paura, indifferenza e rassegnazione. I rimedi? Leggere, conoscere, studiare.