VII domenica del T.O./A
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Siate perfetti come il Padre (Mt 5,48), siate santi perché io, il Signore, sono santo (1L).
Ma si può essere SANTI e PERFETTI come Dio? NO! E Gesù Cristo lo sa bene, eppure ci pone questo ideale a cui tendere perché non ci fermiamo alla nostra mediocrità, ad una mentalità e prassi solo umane:
siete FIGLI DI DIO, "siete Tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in voi" (2L): allora comportatevi da figli, imitando, seguendo l'insegnamento e l'esempio del Padre! Avete Dio in voi, dalla vostra parte: allora avete gli strumenti, la forza per tendere alla santità e alla perfezione di Dio.
Se così è (ed è così) allora non potete accontentarvi di rispettare quella che è chiamata la "LEGGE DEL TAGLIONE" (che è già un passo avanti rispetto alla "LEGGE DELLA VENDETTA SELVAGGIA", quella istintiva che, a chi mi fa del male, mi spinge a fargliene molto di più. La "legge del taglione" imponeva un "RISARCIMENTO" equilibrato, delimitato e definito: "occhio per occhio e dente per dente": a chi mi fa un occhio nero, gliene faccio un altro e non entrambi; a chi mi rompe un dente, gliene rompo un altro e non tutti...).
La norma di riferimento non è: “Quello che l’altro fa a te, tu fallo a lui”, ma piuttosto: “Quello che Dio ha fatto a te, tu fallo agli altri”.
"MA IO VI DICO": era la formula già ascoltata domenica scorsa nel "DISCORSO DELLA MONTAGNA" iniziato con le BEATITUDINI, seguito dall'affermazione che noi, per gli altri, siamo "SALE E LUCE DEL MONDO" e con le 6 ANTITESI di cui domenica scorsa abbiamo ascoltato le prime 4 ("avete inteso che fu detto: non uccidere. Ma io vi dico...) e oggi le ultime 2.
La 5° è sulle REAZIONI a chi ci fa del male: rispondete al male non con altro male (moltiplicandone così il potere), ma con il bene: spezzate quella catena di odio, di vendetta, di violenza.
Gesù PROVOCA ed ESAGERA: "se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra". Accadrà a Gesù, nella sua passione, di essere schiaffeggiato da un soldato romano. Gesù non porgerà "materialmente" l'altra guancia, ma chiederà motivo di quel gesto violento ("se ho sbagliato dimmi dev'è lo sbaglio, altrimenti perché mi percuoti?", Gv 18,22).
Non ci chiede di subire in silenzio, rassegnati al male, ma di reagire attivamente e con coraggio, ma senza violenza, in maniera mite, misericordiosa e umile: è forte colui che non reagisce secondo gli istinti, ma sa dominare sè stesso e impegnarsi per riallacciare la relazione, fa il primo passo perdonando, offrendo la possibilità di ricominciare, invita ad un chiarimento senza astio, ma dettato dal desiderio di comprendere l'altro e di riconquistarne il rapporto.
Solo così si può arrestare la catena della violenza: "disarmando" l'aggressore con un invito al dialogo, al chiarimento, alla comprensione reciproca: parlare pacatamente, senza fuggire, ma intervenire con la disponibilità all'ascolto delle ragioni dell'altro. Ponendo al primo posto la misericordia, l'amore, ancora prima della giustizia. O meglio con la ricerca di una giustizia misericordiosa, che tiene conto delle fragilità dell'altro, delle sue motivazioni, come fa Dio e come ha fatto Gesù con chi lo stava uccidendo ingiustamente e violentemente: "Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno":
La 6° e ultima antitesi ci invita proprio a fare questo: "Ma io vi dico: AMATE I VOSTRI NEMICI e PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO".
Non lasciare che l'IRA, il desiderio di VENDETTA, avveleni la tua vita. Liberati dal male affidando a Dio la persona che ti ha fatto del male ("ci pensi lui", "l'aiuti lui a capire il male che ha fatto").
La RABBIA (Inside out insegna) è importante: mi spinge a reagire con vigore a situazioni di ingiustizia, per difendermi, ma quando prende il sopravvento diventa IRA cieca che distrugge e combina disastri.
Davanti ad un’offesa, a un’ostilità nei tuoi confronti, tu non puoi chiedere alla tua natura di non provare ribellione e di salutare l’offensore alla prossima occasione, come se nulla fosse stato. Puoi però, con la preghiera, chiedere allo Spirito di farlo in te e con te.COSA FATE DI STRAORDINARIO? Non fanno così anche i pagani?
C’è una SPECIFICITA’ dei cristiani, una DIFFERENZA, un DI PIU’: umanamente si tende ad amare quelli che ci amano e a salutare (= rivolgere parola, entrare in confidenza) i vostri fratelli (= coloro che vi sono familiari, amici).
Voi siate perfetti come Dio che ama i buoni come i cattivi, che riconosce come suoi figli (e dunque familiari) sia i buoni che i cattivi, che fa sorgere il sole (= fa vivere) e fa piovere (= rende fecondo) sia sui buoni che sui cattivi.
“AMARE GLI AMICI LO FANNO TUTTI, I NEMICI LI AMANO SOLTANTO I CRISTIANI” (Tertulliano).
Ma è possibile amare i nemici? Se l’amore è solo un sentimento, come spesso si crede, allora no, non è possibile. Ma se ci rendiamo conto che l’amore coinvolge non solo gli istinti e le emozioni (come una realtà spontanea), ma anche la volontà e la ragione, per cui voglio e scelgo per particolari motivi di amare, allora si, è difficile, ma è possibile.
L’importante non è quello che senti, ma quello che vuoi; la volontà profonda, non l’istinto. Se vuoi perdonare e lo vuoi sul serio, hai già perdonato.Che in questo modo sia possibile amare e perdonare i nemici, lo dimostra il fatto che innumerevoli discepoli di Cristo hanno avuto la forza di farlo.Che in questo modo sia possibile amare e perdonare i nemici, lo dimostra il fatto che innumerevoli discepoli di Cristo hanno avuto la forza di farlo[1].