«Tu comincia a fare quello che è necessario... », la Meloni e le bufale del web
E' intervenuto anche il Ministro Generale dei Frati Francescani Minori, p. Massimo Fusarelli, per sconfessare la frase che (anche) Giorgia Meloni ha attribuito a san Francesco e ha citato la notte della sua vittoria elettorale:
«Tu comincia a fare quello che è necessario, poi quello che è possibile. Alla fine, ti scoprirai a fare l’impossibile».
La Meloni non è l'unica a sbagliare: anche il cardinale Ravasi (vedi immagine sopra) ha twittato in passato la stessa frase con la stessa attribuzione che circola sul web.
Scrive Fusarelli su Twitter:
Cara #Giorgia #Meloni come Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori mi trovo a smentire una tua frase attribuita a San Francesco. Per noi cristiani l'impossibile è possibile solo mediante il Vangelo, che può ispirare ciascuno; auguri di buon lavoro per il bene comune.
Anche il Direttore di Avvenire è entrato in merito rispondendo ad una lettera:
Per quanto mi riguarda l’unica spiegazione è che Giorgia Meloni, fondatrice e leader di Fratelli d’Italia e neovincitrice delle elezioni politiche 2022, ha preso un abbaglio o, se vuole, una cantonata. Non con cattive intenzioni, o per imbrogliare. Magari per stupire e spiazzare. Continuando a mescolare il sacro col profano, e un po’ come quando ha deciso di fare de “Il cielo è sempre più blu”, suggestiva canzone di Rino Gaetano, la colonna sonora della festa post-elettorale della sua destra dipinta, appunto, di blu. Rino Gaetano era uomo e artista certamente non di destra, e se nessun vero artista appartiene mai solo a sé stesso, l’effetto è stato forte (tanto che la famiglia del grande cantautore calabrese, prematuramente scomparso, ha chiesto di smettere di usare quella canzone). Torniamo alla fase apocrifa di san Francesco. Forse l’errata attribuzione è colpa del web. Forse di qualche collaboratore, magari solerte, ma non accurato. Fatto sta che non risulta che il Santo di Assisi abbia mai usato quella frase o una che le assomigli. E non lo dico con tanta sicurezza solo perché ho una qualche conoscenza della sua vita e dei suoi testi, che ho conosciuto sin da ragazzo (sono anch’io originario di Assisi, da sempre sento Francesco e Chiara come miei “vicini di casa”, e con questo spirito continuo ad amarli e ascoltarli), ma perché illustri studiosi hanno messo subito in chiaro l’erronea attribuzione. E perché il concetto – sospeso tra sapienza proverbiale e vaghezza new age – è bello ma innocuo. Nel senso che consola e non impegna in nessuna direzione precisa. San Francesco, invece, diceva e faceva sempre cose che impegnavano e impegnano in un senso preciso, totalmente cristiano, totalmente umano, totalmente umile e totalmente pacifico.
Un twitt di risposta chiarisce: La frase, se completata con un "grazie alla fede e alla preghiera" cristianamente ha senso...