Omelia per la III domenica di Pasqua, anno B (18 aprile 2021)
(Premesse: III Di Pasqua (e non dopo Pasqua); i due di
Emmaus, tornati a Gerusalemme)
Da secoli celebriamo Gesù Risorto, il Vivente, ma se
dovessimo ora vederlo con i nostri occhi penseremo anche noi ad un FANTASMA.
Che reazione avremmo davanti ad un fantasma? Paura,
inquietudine…
Gesù non è un fantasma, ma è presenza insieme reale e
spirituale. Non vuole metterci paura, piuttosto donarci la PACE.
PACE (SHALOM in ebraico) è l’augurio di una vita benedetta da
Dio dove sperimentare il bene, la pienezza, l’armonia, la comunione con ogni
vivente.
Gesù è REALE, è fisicamente presente e lo dimostra mangiando
con loro, mostrando il suo corpo, le sue ferite. Non è una “teoria”, un ideale,
un insieme di concetti a cui aderire, ma è una Persona con cui dialogare, una
Persona che può aiutarci, sostenerci, guidarci e dunque una Persona di cui
fidarci e a cui affidarci.
Egli, ci dice san Giovanni (2° lettura), è il PARACLITO (=
colui che come un avvocato ci difende e come un amico ci consola, ci conforta),
il GIUSTO che ci rende giusti.
Gesù è REALE, ma non è più immediatamente riconoscibile: la
sua realtà è spirituale, non solo fisica. Il suo è un corpo spirituale non più
limitato dalle categorie spazio temporali.
La Resurrezione rende immortale il corpo, non è liberarsi del
corpo per divenire puro spirito. Gesù salva tutta la nostra esistenza! La sua
vita è più forte della morte.
E’ credibile proprio la FATICA DEL CREDERE (e del
riconoscerlo) da parte degli Apostoli: la loro paura, lo smarrimento, i dubbi,
indicano un cammino che hanno fatto e che tutti noi siamo chiamati a fare.
Mi consola la fatica dei discepoli a
credere, è la garanzia che non si tratta di un evento inventato da loro, ma di
un fatto che li ha spiazzati. (E. Ronchi)
Rispondendo ad una bambina che, in un incontro che Papa Benedetto
XVI ha fatto anni fa con chi si preparava a ricevere la prima Comunione e
che chiede come è possibile che in un pezzo di pane ci sia Gesù che lei non
vede, dice:
“ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono
essenziali. Per esempio, non vediamo la nostra ragione, tuttavia abbiamo la
ragione. Non vediamo la nostra intelligenza e l'abbiamo. Non vediamo, in una
parola, la nostra anima e tuttavia esiste e ne vediamo gli effetti, perché
possiamo parlare, pensare, decidere, ecc... Così pure non vediamo, per esempio,
la corrente elettrica, e tuttavia vediamo che esiste, vediamo questo microfono
come funziona; vediamo le luci. In una parola, proprio le cose più profonde,
che sostengono realmente la vita e il mondo, non le vediamo, ma possiamo
vedere, sentire gli effetti. L'elettricità, la corrente non le vediamo, ma la
luce la vediamo. E così via. E così anche il Signore risorto non lo vediamo
con i nostri occhi, ma vediamo che dove è Gesù, gli uomini cambiano, diventano
migliori. Si crea una maggiore capacità di pace, di riconciliazione, ecc...
Quindi, non vediamo il Signore stesso, ma vediamo gli effetti: così possiamo
capire che Gesù è presente. Come ho detto, proprio le cose invisibili sono le
più profonde e importanti. Andiamo dunque incontro a questo Signore invisibile,
ma forte, che ci aiuta a vivere bene”.
Gesù APPARE IN MEZZO (a loro):
In mezzo: non sopra di loro; non davanti, affinché nessuno sia più
vicino di altri. Ma in mezzo: tutti importanti allo stesso modo e lui
collante delle vite. (E. Ronchi)
Gesù APPARE NELLA COMUNITA’: se vuoi fare esperienza di Lui,
puoi farla solo all’interno di una comunità cristiana. Anche san Paolo che avrà
una rivelazione personale del Risorto, dovrà imparare a riconoscerlo e a
seguirlo all’interno della comunità cristiana. Da soli non arriviamo a
riconoscerlo presente!
Ma per fare questa esperienza occorre che la comunità non sia
solo un agglomerato di persone, ma che siano “un cuore solo e un’anima sola”
tra loro. E’ nell’amore reciproco che Gesù si fa presente: “Dove due o più
persone sono unite (nel senso che sono in comunione tra loro) io sono in mezzo
a loro”.
Ci sono altri sensi per riconoscerlo: c’è “la MENTE per
comprendere le Scritture” che viene APERTA da Gesù Risorto. Con il suo Spirito donato
e accolto, comprendiamo come nelle Scritture di Lui si parla e Lui stesso parla
a noi oggi. E c’è l’EUCARISTIA che immette in noi la sua presenza.
Di me voi siete testimoni. Non predicatori, ma testimoni, è un'altra cosa. Con la
semplicità di bambini che hanno una bella notizia da dare, e non ce la fanno a
tacere, e gliela leggi in viso. La bella notizia è questa: Gesù è vivo, è
potenza di vita, avvolge di pace, (E. Ronchi)
Lui è motivo e forza di CONVERSIONE (= cambiamento di vita,
di prospettiva, di atteggiamenti, di scelte concrete) e del PERDONO DEI PECCATI.
Così anche San Pietro (1° lettura), pur accusando coraggiosamente i capi dei
giudei che lo stanno processando di aver ucciso il datore della vita, li scusa perché
hanno agito per ignoranza, ma ora che ne sono consapevoli sono chiamati (e noi
con loro) a convertirsi e a cambiare vita.