Fazioni in Vaticano 2: le risposte ai cardinali
La lettera scritta dai cardinali Burke, Caffarra, Brandmüller e Meisner a Papa Francesco con cinque «dubbi» sulla dottrina esposta in «Amoris laetitia» ha ricevuto diverse risposte. Tra queste segnalo quella piccatissima e altrettanto cattiva di Fragkiskos Papamanolis, vescovo emerito greco, pubblicata da Settimana news.
Fra l'altro scrive:
Di simile tenore è anche il commento di Alberto Maggi intitolato: "Lo scandalo della misericordia". Scrive:
Se voi siete «profondamente preoccupati del vero bene delle anime» e mossi «dalla appassionata preoccupazione per il bene dei fedeli», io, fratelli carissimi, sono «profondamente preoccupato del vero bene delle vostre anime», per il doppio vostro gravissimo peccato:– il peccato di eresia (e di apostasia? Così, infatti, cominciano gli scismi nella Chiesa). Dal vostro documento appare chiaro che, in pratica, non credete alla suprema autorità magisteriale del papa, rafforzata da due Sinodi dei vescovi provenienti da tutto il mondo. Si vede che lo Spirito Santo ispira solo voi e non il vicario di Cristo e neppure i vescovi riuniti in Sinodo;– e ancora più grave il peccato dello scandalo, dato pubblicamente al popolo cristiano in tutto il mondo. A questo proposito Gesù ha detto: «Guai a quell’uomo dal quale proviene lo scandalo» (Mt 18,7). «È meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare» (Mt 18,6).Spinto dalla carità di Cristo, prego per voi. Chiedo al Signore di illuminarvi per accettare con semplicità di cuore l’insegnamento magisteriale del santo padre Francesco.Temo che le vostre categorie mentali troveranno gli argomenti sofisticati per giustificare il vostro operato, così da non considerarlo neppure un peccato da sottoporre al sacramento della penitenza e che continuerete a celebrare ogni giorno la santa messa e a ricevere sacrilegamente il sacramento dell’eucaristia, mentre fate gli scandalizzati se, in casi specifici, un divorziato risposato riceve l’eucaristia e osate accusare di eresia il santo padre Francesco.
L’Anno giubilare della Misericordia è terminato, ma non sembra aver minimamente scalfito le posizioni di quella parte di gerarchia ecclesiasticacresciuta e radicata nella convinzione che esistevano valori non negoziabili, che bisognava adoperare la tolleranza zero, capace di dire sempre e solo no, anche se questo era causa di sofferenza per tante persone. (...)
Quando la Chiesa non è capace di offrire uno sguardo di misericordia che esprima perdono, ma solo l’intransigenza della dottrina, significa che il sale ha perso il sapore e “a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente” (Mt 5,13). Se quelli che pretendono essere i rappresentanti del Cristo non sono capaci di essere autentici testimoni di misericordia, non servono a nulla.Molto più pacata e ragionata è infine la risposta del laico e teologo Rodrigo Guerra López: "Cari cardinali"
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