Sto finendo di leggere l'ultimo libro di Luigi Maria Epicoco (" Sale, non miele ") e tra le cose più interessanti che ho trovato (in realtà non sono molte) c'è una riflessione sulla Pentecoste (pp.149-159). Questa è un dono che non si può pretendere, ma si può preparare. Ecco come: Premette che ci sono blocchi, paure, vizi, condizionamenti che sono più forti di noi, "come se ci fosse una paralisi della volontà pratica". Ciò che tiene i discepoli chiusi all'interno di quel cenacolo è qualcosa di più grande di loro. Allora, soltanto qualcosa di più grande di loro può liberarli, perchè il Risorto non ha problemi a entrare a porte chiuse. Cristo non si spaventa delle nostre chiusure, delle nostre paure, delle nostre insicurezze, non si spaventa dei nostri peccati, che sono maniere altre di tenere le porte chiuse. Tante situazioni ci portano ad avere un cuore che si sclerotizza. Dio ci dona un cuore nuovo, un cuore di carne, entra nella nostra ...