Parole di vita (spiritualità, ottobre 2016, I parte)
Si racconta la storia di un uomo che era morto e che, salito al cielo, viene accolto da un angelo che gli dice: “Mostrami le tue ferite”. Egli risponde: “Ferite? Non ne ho”. E l’angelo a lui: “Dunque non hai mai trovato nulla per cui valesse la pena di battersi?”. La fede nella resurrezione significa credere che le ferite che riceviamo non sono mortali e che possiamo correre il rischio di essere vulnerabili .
Grazie, Signore (don Tonino Bello)
Signore, ti ringrazio perché mi hai messo al mondo:
aiutami perché la mia vita
possa impegnarla per dare gloria a te e ai miei fratelli.
Ti ringrazio per avermi concesso questo privilegio:
perché tra gli operai scelti, tu hai preso proprio me.
Mi hai chiamato per nome
perché io collabori con la tua opera di salvezza.
Grazie perché il mio letto di dolore è fontana di carità,
è sorgente di amore.
Di amore per te, anche di amore per tutti i fratelli.
Signore, io seguo te più da vicino, in modo più stretto.
Voglio vivere in un legame più forte
per poter essere più pronto a darti una mano,
più agile perché i miei piedi che annunciano la pace sui monti
possano essere salutati da chi sta a valle.
Concedimi il gaudio di lavorare in comunione
e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri,
pretendo di fare la mia corsa da solo.
Salvami, Signore, dalla presunzione di sapere tutto.
Dall’arroganza di chi non ammette dubbi.
Dalla durezza di chi non tollera i ritardi.
Dal rigore di chi non perdona le debolezze.
Dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.
Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita,
perché le parole, quando veicolano la tua,
non suonino false sulle mie labbra.
(Don Tonino Bello)
aiutami perché la mia vita
possa impegnarla per dare gloria a te e ai miei fratelli.
Ti ringrazio per avermi concesso questo privilegio:
perché tra gli operai scelti, tu hai preso proprio me.
Mi hai chiamato per nome
perché io collabori con la tua opera di salvezza.
Grazie perché il mio letto di dolore è fontana di carità,
è sorgente di amore.
Di amore per te, anche di amore per tutti i fratelli.
Signore, io seguo te più da vicino, in modo più stretto.
Voglio vivere in un legame più forte
per poter essere più pronto a darti una mano,
più agile perché i miei piedi che annunciano la pace sui monti
possano essere salutati da chi sta a valle.
Concedimi il gaudio di lavorare in comunione
e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri,
pretendo di fare la mia corsa da solo.
Salvami, Signore, dalla presunzione di sapere tutto.
Dall’arroganza di chi non ammette dubbi.
Dalla durezza di chi non tollera i ritardi.
Dal rigore di chi non perdona le debolezze.
Dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.
Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita,
perché le parole, quando veicolano la tua,
non suonino false sulle mie labbra.
(Don Tonino Bello)
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Siamo tutti lebbrosi
Signore Gesù, siamo tutti lebbrosi.
Abbiamo bisogno di essere guariti.
Siamo lebbrosi dai pensieri mai limpidi,
dagli affetti mai totalmente purificati,
dalla fede non sempre forte.
Guariremo quando obbediremo al tuo Vangelo.
La fede guarisce e salva.
Fede nella potenza salvifica di Dio.
Spesso riduciamo la nostra fede
a religiosità rispettosa e ossequiente verso le leggi,
oppure a riconoscere in te il Maestro.
Occorre accoglierti come Salvatore.
A volte ci sentiamo in diritto di ricevere la guarigione,
non sentiamo il dovere di ringraziarti.
Ci abituiamo ai tuoi doni
e perdiamo lo stupore della gratuità,
non sperimentiamo la gioia della salvezza.
Ringraziare è riconoscere il tuo amore per noi,
ritornare da te e dirti grazie,
stabilire un rapporto tra te che doni con amore
e noi che riceviamo i tuoi doni.
O Gesù, donaci una fede autentica
con la quale chiedere e ottenere.
Guariscici col tuo amore misericordioso.
Signore Gesù, siamo tutti lebbrosi.
Abbiamo bisogno di essere guariti.
Siamo lebbrosi dai pensieri mai limpidi,
dagli affetti mai totalmente purificati,
dalla fede non sempre forte.
Guariremo quando obbediremo al tuo Vangelo.
La fede guarisce e salva.
Fede nella potenza salvifica di Dio.
Spesso riduciamo la nostra fede
a religiosità rispettosa e ossequiente verso le leggi,
oppure a riconoscere in te il Maestro.
Occorre accoglierti come Salvatore.
A volte ci sentiamo in diritto di ricevere la guarigione,
non sentiamo il dovere di ringraziarti.
Ci abituiamo ai tuoi doni
e perdiamo lo stupore della gratuità,
non sperimentiamo la gioia della salvezza.
Ringraziare è riconoscere il tuo amore per noi,
ritornare da te e dirti grazie,
stabilire un rapporto tra te che doni con amore
e noi che riceviamo i tuoi doni.
O Gesù, donaci una fede autentica
con la quale chiedere e ottenere.
Guariscici col tuo amore misericordioso.