Molari e Repole: c'è chi và e c'è chi viene
Due grandi personaggi ecclesiastici sono stati nelle scorse ore protagonisti: da una parte la morte del grande teologo don Carlo Molari, tra gli ultimi testimoni del Concilio Vaticano II, dall'altra la nomina a vescovo di Torino di don Roberto Repole, anche lui teologo (ecclesiologo).
Don Carlo MOLARI (Cesena 25 luglio 1928- 19 febbraio 2022)[1].
Sacerdote
dal 1952, laureato in teologia e in diritto, docente di dogmatica dal 1955,
aiutante di studio all’ex Sant’Uffizio, nel 1978 chiese la pensione dopo essere
stato accusato di sostenere posizioni non conformi alla dottrina. Ha pubblicato
numerosi articoli e libri tra cui il recente e poderoso volume edito da
Gabrielli: “Il cammino spirituale del cristiano” (2020).
Parlano di lui Avvenire, Paolo Rodari, Vito Mancuso, suo amico e stimatore, scrive:
Sono appena stato informato della morte di don Carlo Molari, avrebbe compiuto quest’anno 94 anni, una vita piena è stata la sua. Ma soprattutto è stata una vita vera, autentica, colma di intelligenza e di amabilità. Mai dimenticherò il suo sorriso e la sua mitezza, segno di un’intelligenza lucida e amorevole. Se ne va il più grande teologo italiano dei nostri giorni, ma il suo pensiero e soprattutto il suo esempio rimangano sempre con noi a testimonianza della bellezza che può raggiungere l’anima umana. Carlo, grande anima, mahatma, amico dolcissimo e luminoso come pochissimi altri.
Don Roberto REPOLE (Torino 1967), presbitero della diocesi di Torino dal 1992, è un docente di Teologia sistematica. Ha dedicato buona parte della sua riflessione a un ripensamento dell’ecclesiologia nell’orizzonte della cultura contemporanea. Dal 2011 al 2019 è stato presidente dell’Associazione Teologica Italiana (A.T.I.).
Per maggiori informazioni vedi Famiglia Cristiana.