Omelia per la XVIII domenica del T.O., (A): "Il miracolo della condivisione"
LETTURE
"Sentì COMPASSIONE per loro"
Una folla ASSETATA e AFFAMATA di vita autentica, di speranza, di amore... segue Gesù che cerca un momento di solitudine per piangere il parente e amico, Giovanni Battista, ucciso perchè la Parola di Dio infastidisce i potenti.
I suoi programmi sono sconvolti da questa folla assetata e affamata che lo segue, dalla compassione che sente per loro:
la COM-PASSIONE è sentire le stesse cose, sofferenze e bisogni, gioia e serenità, delle folle che perdono l'anonimato e diventano parte di lui e con AMORE VISCERALE più che razionale non può rimanere indifferente nei loro confronti.
DIO che nell'A.T. è descritto più volte come un PADRE, ma anche come una MADRE che si prende cura dei suoi figli, li accudisce con tenerezza.
Così nella 1° lettura dice: "Voi tutti che siete ASSETATI venite all'acqua" (= bene fondamentale), ma anche al vino e al latte (= abbondanza di vita) gratuitamente.
Dio ci disseta e ci ristora senza chiedere nulla in cambio, come un genitore premuroso che vuole il meglio per i suoi figli e non pretende in cambio nulla.
Ma, proprio come i genitori, è attento al nostro bene, ci educa provocando e ci rimprovera per metterci di fronte alle nostre contraddizioni:
"Perchè spendete denaro per ciò che non sazia?", perchè vi affannate per ciò che non vi è utile, anzi vi danneggia?
Quante risorse e quanto tempo sprechiamo dietro cose nocive, andando dietro a promesse vane?
Ancora una volta il lock down ci ha insegnato molto e guai a sprecare le dure lezioni ricevute.
Quanto denaro e risorse sono sperperate per ciò che non sazia! E questo:
- a livello mondiale, nella corsa agli armamenti, ai beni di lusso o all'estetica o al divertimento o nello spreco dei generi alimentari,
- a livello personale: come gestisco i miei soldi e il mio tempo?
Dio ci offre "cose buone, cibi succulenti". Occorre dargli ascolto e avvicinarci a Lui, fidarci e affidarci.
"Io stabilirò con voi un'alleanza eterna", come San Paolo, totalmente immerso nell' "amore di Dio che è in Gesù Cristo" può testimoniare: non teme più nulla, neanche la fame, la nudità, la spada, la morte: niente e nessuno può separarci dall'amore di Cristo!
Ed io di cosa ho paura?
Nel Vangelo i discepoli mostrano di aver imparato qualcosa dal loro Maestro: si accorgono del bisogno della gente e si rivolgono a Gesù perchè congedi la folla e li lasci andare a recuperare il cibo.
Agiscono con BUON SENSO, ma senza compassione. Cercano di risolvere il problema con dei calcoli razionali che non li coinvolga più di tanto.
Ma Gesù non fa calcoli di convenienza personale, ragiona piuttosto come una madre di fronte ai bisogni dei figli: "Non occorre che vadano, voi stessi date loro da mangiare", espressione ambigua che richiede la loro collaborazione, ma anche che si facciano cibo per gli altri ("date loro voi stessi da mangiare"), come farà Gesù con la sua vita offerta per noi come cibo nell'Eucarestia.
Gesù chiede loro di portagli qual poco che hanno (5 pani e 2 pesci): il resto lo farà lui (se ci fidiamo). Non accetta le solite scuse di noi che ci disinteressiamo dei problemi degli altri dicendo: "io cosa posso fare? Non ho i mezzi per aiutarlo". Inizia quel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci che può essere anche definito il miracolo della condivisione: condividi in Cristo quel poco che hai e che sei ed egli lo moltiplicherà, lo renderà sovrabbondante (ne avanzarono 12 ceste!).
Non cercare scuse dicendo che tu non puoi fare nulla. Basta il tuo poco per sfamare moltitudini. Non lasciarti scoraggiare dalle tue miserie, ma concentrati più che su i tuoi limiti, sulla potenza di Dio (che può tutto, ma nulla fa senza il tuo assenso e la tua collaborazione: altrimenti sarebbe magia!).
Dio trasforma quello che egli stesso ci ha dato e ci chiede di portarlo agli altri, senza paura, confidando in lui. Vedremo operare miracoli anche ai nostri giorni.