Storia della Chiesa nel tempo della pandemia da covid-19 (cronologia)
Non si sa ancora
quando (e come) tutto ebbe inizio. Si è cominciato a parlare di coronavirus a
fine dicembre 2019, ma come di un’epidemia che riguardava solo la Cina.
L’Italia ha conosciuto i primi episodi a fine gennaio: una coppia di cinesi
turisti in Italia è stata subito ricoverata allo Spallanzani di Roma. Si è così
pensato di poter arginare la diffusione del virus che, in modi ancora
sconosciuti, si è presto presentato in Lombardia e poi, in pochi giorni, si è diffuso
in tutta Italia.
Questa è una breve
cronologia del coronavirus in Italia e delle sue conseguenze sulla vita della Chiesa (italiana):
21 FEBBRAIO - Giunge la notizia di un
38enne positivo al Covid-19 ricoverato all'ospedale di Codogno (Lodi). Nel
corso della giornata saliranno a 15 i contagiati in Lombardia. E sempre il 21
si scopre un altro focolaio del virus, a Vo' Euganeo (Padova). In Veneto c'è
anche il primo morto, un 78enne in ospedale a Padova. Sarà il primo di una
lunga serie.
22 FEBBRAIO - Si allarga la
popolazione dei contagiati ed il Governo prende, con un decreto approvato nella
notte, le prime “misure speciali” per arginare la diffusione del virus, per ora
limitate alle aree focolaio, il Lodigiano e Vo', 11 comuni in tutto.
25 FEBBRAIO - Il contagio si allarga ad
altre regioni: i contagiati salgono a 328, 11 le vittime ed il Governo attua
una nuova stretta con un secondo decreto che estende ad Emilia Romagna, Friuli
Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria, le misure in vigore per
gli 11 comuni-focolaio.
26 FEBBRAIO- E’ il mercoledì delle
Ceneri: in tutto il nord Italia si vietano le celebrazioni ai fedeli. Inizia
per loro una Quaresima assolutamente straordinaria. Nelle altre regioni si
celebrerà ancora, con delle precauzioni, fino alla 2° domenica di Quaresima,
quando si decide di estendere a tutto il paese le restrizioni prima riservate
al nord.
4 MARZO - Non si arresta il
contagio: le vittime sfondano quota 100 ed il premier Giuseppe Conte firma un
nuovo decreto che prevede lo stop fino al 15 marzo per università e scuole in
tutta Italia. Forti restrizioni anche per teatri, cinema e tutte le
manifestazioni in cui «non sia possibile garantire il rispetto della distanza
di sicurezza interpersonale di almeno un metro».
8 MARZO - Ancora un decreto per vietare ogni
spostamento in Lombardia e in quattordici province di Veneto, Emilia Romagna,
Piemonte, Marche. Nella notte c'è la 'fuga' verso il Sud da diverse città del
Nord, con assalto ai treni.
Il Decreto sospende
a livello preventivo sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e
religiose, ivi comprese quelle funebri”. A seguito delle nuove restrizioni,
la CEI dichiara la sua piena disponibilità a seguire tali disposizioni al fine
di contrastare il diffondersi del virus.
Il Papa celebra l’Angelus (e poi le udienze e le altre celebrazioni) solo per via televisiva e on-line
9 MARZO- Il Papa
decide di celebrare in diretta la Messa di S. Marta per tutta la durata dell’emergenza
11 MARZO - Un altro decreto,
con lo slogan 'Io resto a casa', estende a tutto il territorio nazionale quanto
previsto per le 'zone rosse'. L'Italia è in clausura. L’Oms dichiara la
pandemia.
La CEI invita "non perché lo
Stato lo imponga ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana" alla
chiusura delle chiese: la decisione finale però veniva lasciata ai singoli
vescovi diocesani. Il vescovo di Milano, Mario Delpini, sale sui tetti
della Cattedrale per affidare la città alla Madonnina.
12 MARZO - Si supera la quota dei mille
morti, i malati sono quasi 13mila.
Con un decreto firmato dal Card. De Donatis, la Diocesi di Roma
decide di chiudere tutte le chiese.
13 MARZO- Alla Messa di S. Marta il Papa,
nell’anniversario della sua elezione, afferma che "Le misure drastiche
non sempre sono buone…". Sembra il motivo del ripensamento del
Cardinale De Donatis che emana un nuovo decreto dove decide che siano solo le
chiese non parrocchiali a rimanere chiuse. In una lettera ai fedeli è lo stesso
De Donatis a chiarire come questo cambiamento sia stato deciso in comunione con
il Papa per non far sentire ancora più soli i fedeli lasciandoli disorientati.
15 MARZO- Il Papa raggiunge a piedi Santa Maria Maggiore e San Marcello al Corso per "invocare la fine della pandemia che colpisce l'Italia e il mondo".
15 MARZO- Il Papa raggiunge a piedi Santa Maria Maggiore e San Marcello al Corso per "invocare la fine della pandemia che colpisce l'Italia e il mondo".
17 MARZO – Per la prima volta nella sua
storia chiude anche il santuario di Lourdes (Francia).
18 MARZO - A Bergamo non c'è più posto nei
cimiteri e fanno il giro del mondo le immagini dei camion dell'Esercito che
trasportano le salme verso altre regioni. Intanto, il Governo vara il 'Cura
Italia', decreto con una nuova serie di misure - molte economiche - per
l'emergenza.
Papa Francesco concede una intervista a La Repubblica: "Non sprecate questi giorni
difficili"
19 MARZO - Con 3.405 vittime, l'Italia supera la Cina nella conta dei
morti per il Covid-19. I positivi sono diventati oltre 33mila.
Solennità di
San Giuseppe. Il Papa convoca tutti i cristiani alle 12 per pregare insieme
il Padre nostro e tutti i cattolici in serata per pregare il Rosario.
25 MARZO – La CEI
invita tutti a pregare il Rosario guidato dal vescovo di Brescia, Tremolada,
che lo conclude con una supplica al Santo Papa Paolo VI.
La Congregazione per il
culto divino pubblica un decreto per la celebrazione della settimana santa
in cui chiarisce che la data della Pasqua non può essere rinviata, mentre
rimandata è la Messa Crismale e semplificati tutti i riti del Triduo e della
domenica delle Palme.
27 MARZO – Il Papa
invita tutti ad una preghiera che ha deciso di tenere in una piazza San Pietro
vuota e in cui offre in maniera straordinaria la Benedizione Urbi et Orbi e l’indulgenza
plenaria. Memorabile la sua riflessione e i gesti compiuti. Sono milioni i
fedeli che lo seguono da casa.
30 MARZO – Il card.
De Donatis viene ricoverato al Gemelli perché positivo al virus e
febbricitante. Ne uscirà guarito il --------------
2 APRILE- 15 anni fa
moriva il Santo Papa Giovanni Paolo II
3 APRILE- Papa
Francesco interviene per la prima volta nel corso del TG1 con un
videomessaggio.
8 APRILE – Il Papa
dedica l’Udienza alla fede in questo tempo di pandemia.
Esce una intervista che Papa
Francesco ha concesso la sua prima ampia intervista sulla crisi mondiale
causata dalla pandemia di coronavirus allo scrittore e giornalista britannico Austen
Ivereigh.
La CEI propone la recita del S. Rosario alle 21 da Loreto.
9 APRILE – Giovedì Santo
10 APRILE- Venerdì
Santo. Il Papa telefona in diretta alla trasmissione di Rai 1 A sua immagine.
Nella celebrazione della
Passione l’omelia è affidata a p.
Raniero Cantalamessa.
Celebra la Via Crucis
da piazza San Pietro (vuota) utilizzando le meditazioni scritte da un gruppo di
detenuti di Padova guidati da don Marco
Pozza.
11 APRILE- Sabato
Santo. E’ l’unico giorno a-liturgico dell’anno. Per questo diviene uno dei
simboli di questa pandemia: costretti a non celebrare con i fedeli, come in un
lunghissimo sabato santo che attende la Pasqua.
Da Torino il vescovo
Nosiglia propone un momento di preghiera davanti alla Sindone in una ostensione straordinaria.
Stanotte
conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla
speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio. Non è mero ottimismo, non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di
circostanza. È un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli. Tutto
andrà bene, diciamo con tenacia in queste settimane, aggrappandoci alla
bellezza della nostra umanità e facendo salire dal cuore parole di
incoraggiamento. Ma, con l’andare dei giorni e il crescere dei timori, anche la
speranza più audace può evaporare. La speranza di Gesù è diversa. Immette nel cuore
la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa
uscire la vita.
Papa Francesco, Omelia della Veglia di Pasqua
2020
12 APRILE- Alla data del 12 aprile 2020 sono stati registrati
156 363 casi positivi di coronavirus, tra cui 34 211 persone guarite
e 19 899 persone decedute, rendendo l'Italia il terzo paese al mondo per
numero di casi totali, dopo gli Stati Uniti d'America e la Spagna, e il secondo al mondo per numero di decessi. Gli
ultimi bollettini fanno tuttavia sperare bene, essendo in diminuzione il numero
dei contagiati e dei morti.
E’ la domenica di Pasqua e il Papa, nel Messaggio Pasquale,
prima della benedizione Urbi et Orbi, ricorda che non è il tempo dell’indifferenza, perché tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito
nell’affrontare la pandemia”. “Non è il tempo
degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci
accomuna tutti e non fa differenza di persone” (qui il Papa si è rivolto
soprattutto all’Europa). “Non è il tempo
delle divisioni” (il suo pensiero è andato ai conflitti ancora
in corso). “Non è il tempo della dimenticanza”
(soprattutto delle crisi umanitarie, che rischiano di passare in secondo
piano).
“Cari fratelli e sorelle – ha quindi aggiunto -, indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non
sono davvero le parole che vogliamo sentire in questo tempo.
Vogliamo bandirle da ogni tempo! Esse sembrano prevalere quando in noi vincono
la paura e la morte, cioè quando non lasciamo vincere il Signore Gesù nel
nostro cuore e nella nostra vita. Egli, che ha già sconfitto la morte aprendoci
la strada dell’eterna salvezza, disperda le tenebre della nostra povera umanità
e ci introduca nel suo giorno glorioso che non conosce tramonto”.