Per la celebrazione in famiglia della III domenica di Pasqua
La Diocesi di Tivoli offre una scheda indirizzata particolarmente alle famiglie con bambini del catechismo.
La San Paolo offre il FOGLIETTO LITURGICO per seguire la Messa.
Bella è la proposta della Diocesi di Bergamo che propone anche una benedizione della tavola
C'è poi la proposta "seriosa" della Diocesi di Carpi, quella graficamente più allettante (e più ricca) della Diocesi di Treviso che propone questa versione che segue, ma anche altre versioni dedicate alla
- preghiera personale
- ai giovani
- una smart per le famiglie con bambini
Preghiera in famiglia
per la Terza Domenica di Pasqua
per la Terza Domenica di Pasqua
Questa preghiera è in
sostituzione della Messa domenicale, che comunque si può seguire in
televisione.
Aiutati dai bambini, in un
luogo adatto della casa si possono preparare un crocifisso oppure un’icona del
Signore e una Bibbia aperta con accanto una candela accesa. Uno dei genitori o
familiari fa da guida (G.) e altri da lettori (Lett.).
Si può fare il Vangelo
dialogato (4 voci).
Inizio
Si inizia con il segno della
Croce.
G. Nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
G. In questa
terza domenica di Pasqua il Signore ci accompagna e ci insegna a riconoscerlo
nella nostra vita quotidiana. Riconosciamo le nostre fragilità e ascoltiamo la
sua Parola di vita.
Breve silenzio.
Lett. Signore, che
ti fai compagno di viaggio nel cammino della vita, abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
Lett. Cristo, che
conosci il nostro cuore, abbi pietà di noi.
Cristo, pietà.
Lett. Signore che ti
doni nel pane di vita, abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
G. Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
Amen.
Vangelo (Lc 24,13-35)
Si può leggere il racconto evangelico in forma dialogata (3
voci): Gesù, Narratore, Discepoli.
Leggiamo con calma e attenzione.
Lett. Dal Vangelo
secondo Luca
Narratore:
In quello stesso giorno, il primo della
settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante
circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto
quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in
persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di
riconoscerlo. Ed egli disse loro:
Gesù:
«Che
sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».
Narratore:
Si fermarono, col volto triste; uno di
loro, di nome Clèopa, gli disse:
Discepoli:
«Tu
solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in
questi giorni?».
Narratore:
Domandò:
Gesù:
«Che
cosa?».
Narratore:
Gli risposero:
Discepoli:
«Tutto ciò che
riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a
Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno
consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo
che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da
quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno
sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo,
son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano
che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come
avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Narratore:
Ed egli disse loro:
Gesù:
«Sciocchi
e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il
Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
Narratore:
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti
spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove
erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi
insistettero:
Discepoli:
«Resta con noi perché
si fa sera e il giorno già volge al declino».
Narratore:
Egli entrò per rimanere con loro. Quando
fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede
loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla
loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro:
Discepoli:
«Non ci ardeva forse
il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci
spiegava le Scritture?».
Narratore:
E partirono senz’indugio e fecero ritorno
a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con
loro, i quali dicevano:
Discepoli:
«Davvero il Signore è
risorto ed è apparso a Simone».
Narratore:
Essi poi riferirono ciò che era accaduto
lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Breve silenzio e riflessione
Si può condividere come Gesù risorto continui a rivelarsi nella
nostra famiglia e nella nostra vita, oppure fare il nome di una o due persone
importanti, che ci fanno sentire la presenza di Gesù.
Credo apostolico
G. Come i due discepoli di Emmaus, dopo aver
ascoltato la Parola di Gesù non temiamo di annunciare ciò in cui crediamo,
rinnovando la nostra fede:
G. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore
del cielo e della terra?
Credo.
G. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro
Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai
morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
G. Credete nello Spirito Santo, la Santa Chiesa
cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione
della carne e la vita eterna?
Credo.
Questa è la nostra fede, questa è la fede
della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù, nostro Signore.
Amen.
Preghiere di intercessione
G. A Dio Padre, che abita le vicende della vita,
rivolgiamo le nostre preghiere e insieme chiediamo: Guidaci, Signore, con la
tua Parola.
Guidaci, Signore, con la tua Parola.
Lett. Ti preghiamo
per il nostro papa Francesco, il vescovo Michele e tutti i nostri sacerdoti che
annunciano con gioia il tuo Vangelo.
Guidaci, Signore, con la tua Parola.
Lett. Ti preghiamo
per i capi dei governi, chiamati a prendere decisioni importanti per il bene di
tutti.
Guidaci, Signore, con la tua Parola.
Lett. Ti preghiamo
per gli uomini e le donne delusi e affaticati a causa dell’epidemia.
Guidaci, Signore, con la tua Parola.
Lett. Ti preghiamo
per i giovani che faticano a guardare con fiducia al proprio futuro.
Guidaci, Signore, con la tua Parola.
Lett. Ti preghiamo
per tutti i nostri defunti.
Guidaci, Signore, con la tua Parola.
Si possono aggiungere altre intenzioni di preghiera.
G. O Dio, apri il nostro cuore e la nostra mente
perché possiamo aiutarci a vicenda a comprendere con sapienza il tempo che
stiamo vivendo e a sostenerci come veri fratelli. Per questo insieme ti
preghiamo:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Orazione
G. Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la
rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della
dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della
risurrezione. Per Cristo, nostro Signore.
Amen.
Conclusione
Si conclude con la
Benedizione della famiglia.
Benedizione della
famiglia
G. Ti benediciamo, Signore,
perché hai voluto che il tuo Figlio fatto
uomo
appartenesse a una famiglia umana
e, crescendo nell’ambiente familiare,
ne condividesse le gioie e i dolori.
Guarda questa tua famiglia
sulla quale invochiamo il tuo aiuto:
proteggila e custodiscila sempre
perché, sostenuta dalla tua grazia,
viva nella prosperità e nella concordia
e, come piccola Chiesa domestica,
testimoni nel mondo la tua gloria.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Ci si fa il segno della Croce.
G. Il Signore risorto ci guidi nel cammino di
Pasqua, ci benedica, ci protegga e ci custodisca nel suo amore.
Amen.
I genitori o i familiari possono tracciare un
segno di croce sulla fronte dei bambini.
§
Impegno di carità:
Rispondere
In questo tempo di Pasqua siamo aiutati a passare dalla
preghiera alla vita con alcuni piccoli impegni che settimanalmente la Caritas
diocesana suggerisce.
Ai discepoli di Emmaus, tristi e scoraggiati come noi in questo
periodo, Gesù si affianca e riscalda i cuori.
Non chiudiamoci a riccio su noi stessi, ma solleviamo chi è in grave
difficoltà acquistando qualcosa per i poveri (spesa sospesa, colletta
alimentare) quando andiamo a fare la spesa.
Carità è rispondere al grido dei poveri.
§
Preghiera a Maria
Maria, Madre
della Chiesa,
a te ci
affidiamo in questo tempo di prova:
prendici per
mano e insegnaci
ad accogliere
il dono dello Spirito,
a fare quanto
Gesù ci dice,
ad accogliere
con fiducia la Parola del Padre.
Donaci
un’autentica conversione
del cuore e
della vita.
Accompagna e
guida chi governa
e quanti si
impegnano per la salute di tutti,
aiutaci a
fermare la diffusione del contagio;
assisti chi
soffre, consola chi piange,
insegnaci a
rallentare
i ritmi della
vita con pazienza,
a trovare
nuovi modi di essere vicini,
a non cedere
allo sconforto,
a prenderci
cura gli uni degli altri
e
accompagnaci, nel cammino della vita,
con fede
sempre nuova nel nostro Dio,
amante della
vita.
(Mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso)
Approfondire il Vangelo attraverso l’arte.
I dipinti di Sieger Köder, artista e sacerdote, trasformano il Vangelo in un racconto a colori. I volti, le scene, i colori di Köder hanno una potenza simbolica e un andamento narrativo che ce li rende familiari. Così accade anche in questa Cena di Emmaus.
Al centro del quadro vi sono i due discepoli seduti a una tavola apparecchiata per tre: tre pezzi di pane, tre bicchieri di vino. Il discepolo a sinistra, vestito di blu, con il capo coperto, tiene in mano il suo pezzo di pane, ha gli occhi chiusi: è assorto.
A destra il suo compagno, vestito di rosso, tiene in mano il bicchiere col vino, l’altra mano è aperta, lo sguardo rivolto verso l’alto, verso una luce che illumina il desco e riempie lo sfondo.
All'altro capo del tavolo, sulla tovaglia bianca, un altro bicchiere di vino, un altro pezzo di pane. Ma non c’è Gesù. C’era, fino a un attimo prima. Ma allo spezzare del pane, mentre elevava a Dio la preghiera di ringraziamento, in quel momento i discepoli lo hanno riconosciuto e la sua persona, nel gesto, si è rivelata per quello che è e si è trasformata in pienezza spirituale, luce totale, Dio.
Il dipinto mette in scena un racconto che inizia in alto a sinistra: sullo sfondo scuro si scorgono delle figure. Il cielo è rosso, il sole è tramontato, nell'oscurità si stagliano le ombre dei viandanti che tornano da Gerusalemme con la tristezza nel cuore. Tra i due si intravvede una terza figura, il suo capo è circondato da un’aureola di luce. Gesù in persona accostatosi ai discepoli, camminava con loro. “Ma – riferisce Luca - i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo”. Il buio della sera è il buio del loro cuore, che non trova pace, perché quello che credevano il Salvatore è stato crocifisso. Sono delusi. L’uomo che si è unito a loro, mentre camminano, li aiuta a capire quel che è accaduto, riprende le Scritture, dà loro conforto. I due decidono quindi di invitarlo a mangiare. Hanno bisogno di quella compagnia. E nel momento in cui lo straniero spezza il pane, i due capiscono di colpo di quale compagnia si tratta. Cumpanis, mangiare insieme il pane, questo vuol dire essere compagni. Ma il pane che stanno per consumare è molto più di acqua, farina e lievito, quel pane è Cristo. Nel momento in cui lo riconoscono, Cristo-inpersona sparisce, prende un’altra forma. Köder non ci rappresenta il momento del riconoscimento, ma l’attimo immediatamente successivo. L’intera scena, i discepoli, noi stessi veniamo invasi dalla luce. Il quadro è pieno di luce. Il gesto eucaristico accende la luce dell’intelletto, dei sensi, del cuore: adesso i discepoli vedono quello che prima non vedevano, danno un senso all'emozione che quello sconosciuto aveva suscitato in loro, ora tutto diviene chiaro. Era Lui, sì era Lui. Ecco perché ci ardeva il cuore ascoltandolo. L’uno abbassa il capo, tiene il pezzo di pane stretto nelle mani, vicino al cuore: forse sta ripensando a ciò che è successo, sembra quasi mortificato (perché non ho capito che era Lui?), è in adorazione, preso dalla commozione di fronte alla grandezza assoluta. L’altro ha le braccia aperte, in una mano il bicchiere di vino, l’altra spalancata, come il suo volto, sbiancato dalla luce immensa che lo avvolge: stupore, meraviglia, un’energia incontenibile, contentezza assoluta. Ma a quel desco, dalla parte dove sono appoggiati i rotoli dei testi sacri aperti (qualcuno li ha letti e ne ha rivelato il senso) c’è un altro commensale: noi. Ed ecco nell’angolo in alto a destra, su uno sfondo rosso vivo, denso di luce, i nostri due discepoli: la cena è finita, riprendono la strada, ma non c’è più buio. Riconosciamo il discepolo con la veste rossa, tiene in mano una candela accesa, il discepolo con la veste blu ha il capo scoperto, si è messo in moto, il volto rivolto verso l’alto, lo sguardo aperto. Non più ripiegato su se stesso, tutto proteso verso la luce, con una torsione innaturale del corpo. Il cammino riprende più sicuro, più convinto, c’è una luce che permette di vedere e di riconoscere. Altre storie accadranno, ma si potrà ancora tornare al gesto da cui tutto prende vigore. Il ricordo di quell'incontro è vivo, fa venire voglia di andare, perché chi ha riconosciuto il Signore ha voglia di dirlo a tutti. Questo è il dinamismo della vita di fede: ci perdiamo, ritroviamo il senso, ripartiamo. Abbiamo sempre bisogno di ritornare al senso del nostro essere al mondo e abbiamo la certezza di poterlo ritrovare… Come i discepoli di Emmaus, sempre in cammino, avendo accanto, anche senza accorgercene, colui che ci spinge a guardare la realtà, a capirla, anche quando sembra insensata e forse, proprio per questo, ad amarla di più. * testo tratto dal sussidio sulla Quaresima della Diocesi di Piacenza-Bobbio