Per la celebrazione in famiglia della Domenica delle Palme
DOMENICA DELLE PALME
o della Passione del Signore
PER I PIU' PICCOLI (e per la preparazione a questo momento celebrativo) si può utilizzare questa scheda catechistica (o quella di religiocando) e questi video:
Per i più grandi:
Scheda sulle Palme di Famiglia Cristiana
FOGLIETTO LITURGICO:
La Domenica per tablet e dispositivi
(il foglietto in questo formato contiene anche una pagina speciale con una preghiera per i lettori)
La Domenica in formato stampa (A4, fronte/retro)
CELEBRAZIONE
La famiglia si ritrova
unita in uno spazio della casa, dedicato alla preghiera familiare. Sono
collocati in questo spazio un’immagine di Cristo crocifisso, una lampada da
accendere prima della proclamazione del Vangelo e un vaso con alcuni rami
d’ulivo, di palma o di altra pianta verde da collocare sul tavolo dopo
l’introduzione alla preghiera. La preghiera può essere guidata dal papà o dalla
mamma.
G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
G. Osanna al Figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel
nome del Signore.
T. A lui gloria e onore nei secoli.
G. La comunità cristiana, oggi, fa memoria dell’ingresso di
Gesù in Gerusalemme. Ci saremmo ritrovati tutti insieme, nella nostra chiesa,
con la nostra comunità, per vivere il segno della processione con le palme e i
rami d’ulivo benedetti, imitando le folle di quella città che accolsero Gesù e
lo acclamarono Re e Signore. E poi avremmo partecipato alla celebrazione
dell’Eucaristia. Quest’anno non è possibile vivere questo tutti insieme, ma
anche dalla nostra casa vogliamo acclamare Cristo in questo giorno. Vogliamo
accogliere il Signore Gesù nella nostra abitazione e affidare a Lui la
preghiera per noi, per i nostri cari e per tutta l’umanità. Chiediamo di
seguirlo fino alla Croce e alla Risurrezione. La sua passione cambi il nostro
cuore e renda la nostra vita ricca di frutti di opere buone.
Un membro della
famiglia porta sul tavolo il vaso con i rami d’ulivo, di palma o di altre
pianta verde. Colui che guida la celebrazione dice la seguente preghiera.
G. Dio onnipotente ed eterno, attraverso un ramo di ulivo
hai annunciato a Noè e ai suoi figli la tua misericordia e l’alleanza con ogni
creatura, e attraverso rami di alberi hai voluto che tuo Figlio Gesù fosse
acclamato Messia, Re di pace, umile e mite, venuto per compiere l’alleanza
definitiva: guarda questa tua famiglia che desidera accogliere con fede il
nostro Salvatore e concedici di seguirlo fino alla croce per essere partecipi
della sua risurrezione. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T. Amen.
Preghiamo insieme con
il Salmo 46. Il salmo può essere pregato alternando due lettori, oppure
alternando un lettore e tutti, oppure affidando a un lettore le strofe mentre
tutti ripetono il ritornello.
R. Gloria e lode a
te, Cristo salvatore
Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di
gioia, perché terribile è il Signore, l’Altissimo, grande re su tutta la terra.
Egli ci ha sottomesso i popoli, sotto i nostri piedi ha
posto le nazioni. Ha scelto per noi la nostra eredità, orgoglio di Giacobbe che
egli ama.
Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di
tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate
inni;
perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo.
I capi dei popoli si sono raccolti come popolo del Dio di
Abramo. Sì, a Dio appartengono i poteri della terra: egli è eccelso.
A questo punto uno dei
figli può accendere la lampada, subito dopo un genitore proclama il Vangelo.
ASCOLTIAMO LA
PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo
Matteo (Mt 21, 1-11)
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso
Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro:
«Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e
con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà
qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro
subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per
mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re,
mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”». I
discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero
l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere.
La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri
tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo
precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei
cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da
agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il
profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea». Parola del Signore.
T. Lode a te, o Cristo.
Per meditare sul brano
biblico è possibile utilizzare la scheda posta in appendice.
Si può anche scegliere (o aggiungere) la LETTURA DELLA
PASSIONE (vedi in fondo al post la versione dialogata)
A TE SALE LA NOSTRA
PREGHIERA
Guardando il
Crocifisso collocato sulla tavola, si acclama a Cristo, morto per la nostra
salvezza.
Un genitore: Volgiamo lo sguardo a colui che per noi è stato
trafitto.
Tutti: Lode e onore a
te, Signore Gesù!
Solista: Signore, tu ci precedi ogni giorno e noi ti
seguiremo passo dopo passo. Qualunque sia il sentiero, meraviglioso è camminare
con te.
Tutti: Lode e onore a te, Signore Gesù!
Solista: Signore, i nostri occhi scrutano il tuo volto, sono
sedotti dalla tua infinita e misteriosa bellezza. Qualunque sia il modo di
rivelarti, meraviglioso è contemplarti.
Tutti: Lode e onore a te, Signore Gesù!
Solista: Signore, la nostra bocca balbetta il tuo Nome, tu
ispiri le sue parole e suoi suoni. Qualunque sia la lingua che ti canta,
meraviglioso è pregarti e lodarti.
Tutti: Lode e onore a te, Signore Gesù!
Solista: Signore, la nostra mano è tesa davanti a te, non
siamo altro che mendicanti d’amore. Qualunque sia il dono che ci fai,
meraviglioso è riceverlo da te.
Tutti: Lode e onore a te, Signore Gesù!
Solista: Signore, il nostro cuore ti cerca e anela a te: non
vogliamo altro che dimorare in te. Qualunque sia il luogo dove abiti,
meraviglioso è trovarti e stare con te.
Tutti: Lode e onore a te, Signore Gesù!
G. Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli
uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla
morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della
sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive
e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
T. Amen.
G. Ora, con gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, portiamo
nel cuore le sofferenze e le aspirazioni di tutti gli uomini e uniti a lui
preghiamo:
T. Padre nostro …
INVOCHIAMO LA
BENEDIZIONE DEL PADRE
G. Volgi lo sguardo, o Padre, sulla nostra famiglia e su
tutta l’umanità: il Signore nostro Gesù Cristo, che non esitò a consegnarsi
nelle mani dei malfattori e a subire il supplizio della croce, ci accompagni
con la sua misericordia e apra il nostro cuore alla speranza Egli vive e regna
nei secoli dei secoli.
T. Amen.
Per la meditazione
Con la celebrazione della domenica delle Palme o della
Passione del Signore, l’itinerario quaresimale ci introduce in quella Settimana
i cui giorni vengono chiamati santi e per i quali tutti i giorni vengono
santificati. Sono i giorni nei quali si realizza il grande mistero della
Salvezza: l’uomo peccatore viene unito alla vita di Cristo, il Santo, e da lui
è redento. L’uomo è santificato mediante Cristo Gesù e la sua obbedienza al
Padre fino alla morte di croce. La vita del Figlio offerta in sacrificio ci
riporta alla nostra dignità di figli del Padre. Per partecipare alla gioia
della Pasqua dobbiamo vivere, ogni anno, in tutta la loro pienezza i misteri di
questi giorni che trovano il culmine nel Triduo del Cristo crocifisso, sepolto
e risorto, cuore dell’intero anno liturgico. Con il papa san Paolo VI potremmo
ripetere: «…il mistero pasquale, che trova nella Settimana santa la sua più
alta e commossa celebrazione, non è semplicemente un momento dell’anno
liturgico; esso è la sorgente di tutte le altre celebrazioni dell’anno
liturgico stesso, perché tutte si riferiscono al mistero della nostra redenzione,
cioè al mistero pasquale». Nella pagina evangelica abbiamo ascoltato il
racconto dell’ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme, secondo la
narrazione evangelica di Matteo, l’evangelista che ci accompagna in questo
anno. La processione con le palme e i rami d’ulivo benedetti, che oggi non
abbiamo potuto vivere, ci fa vivere la memoria, ogni anno, della festosa
accoglienza di Gesù da parte delle folle di quella città che acclamarono il
Cristo Re e Signore. L’antifona d’ingresso, che introduce la Messa di oggi
quando non si fa la processione, così dice: «Sei giorni prima della solenne
celebrazione della Pasqua, quando il Signore entrò in Gerusalemme, gli andarono
incontro i fanciulli: portavano in mano rami di palma, e acclamavano a gran
voce: Osanna nell’alto dei cieli: Gloria a te che vieni, pieno di bontà e di
misericordia». Lo stesso canto risuona in questo giorno sulle nostre labbra, e
il nostro cuore vuole aprirsi per accogliere in mezzo a noi, nella nostra casa,
Gesù, il Re della gloria, il nostro Salvatore, chiedendo però la grazia di
accompagnarlo non solo in quest’ora ma di seguirlo fino alla Croce, per essere
partecipi della sua Risurrezione. Ecco perché, in questa domenica, dopo la
rievocazione festosa di quell’ingresso nella città santa, la liturgia lascia il
posto al racconto della passione del Signore. Quanto la Chiesa proclama in
questo giorno non è solo la cronaca degli avvenimenti accaduti. La passione di
Cristo è la via che il Padre ha tracciato per il Figlio, prefigurata dal
sacrificio del servo sofferente rievocato dalla prima lettura della Messa:
Isaia 50, 4-7. Nella seconda lettura, invece, il meraviglioso inno
cristologico, contenuto nella Lettera ai Filippesi 2, 6-11, svela il segreto
della nostra salvezza: il mistero grande dell’amore di colui che, pur essendo
Dio, si svuota di sé, si fa nostro servo, obbediente al Padre fino alla morte e
alla morte di croce e facendo sua così la passione e la croce di tutta
l’umanità sofferente. Sant’Agostino, riprendendo l’immagine evangelica del
chicco, diceva: «Se il chicco di frumento non fosse caduto in terra, non
sarebbe fruttificato, sarebbe rimasto solo. Cristo invece è caduto in terra
nella passione, e ne è seguita la fruttificazione nella risurrezione» . A lui
vogliamo affidare soprattutto questo momento di prova e di sofferenza del
nostro Paese e dell’intera umanità. Gli chiediamo di dare la sua stessa forza
ai medici, agli infermieri, a tutti gli operatori sanitari che stanno curando i
tanti malati. Gli domandiamo di sostenere gli ammalati e i loro familiari. La
nostra preghiera sale al Padre dalla nostra famiglia, unendosi alla preghiera
di tutta la grande famiglia della Chiesa della quale noi facciamo parte,
affinché, per la passione di Cristo, il cuore di ognuno torni al Padre che lo
ha creato e lo ha redento, la vita di tutti sia ricca di frutti di opere buone
e in noi risplenda la bellezza della figliolanza divina e della nostra
fraternità.
Passione
di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
Vangelo Mt 26,14-27,66 (forma breve: 27,11-54) La passione del Signore
Indicazioni per la lettura
dialogata:
X = Gesù; C = Cronista; D =Discepoli e amici; F =Folla; A =Altri personaggi |
C In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse:
D «Quanto volete darmi perché io ve lo
consegni?».
C E quelli gli fissarono trenta monete
d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:
D «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu
possa mangiare la Pasqua?».
C Ed egli rispose:
X «Andate in città da un tale e ditegli: “Il
Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei
discepoli”».
C I discepoli fecero come aveva loro ordinato
Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse:
X «In verità io vi dico: uno di voi mi
tradirà».
C Ed essi, profondamente rattristati,
cominciarono ciascuno a domandargli:
D «Sono forse io, Signore?».
C Ed egli rispose:
X «Colui che ha messo con me la mano nel piatto,
è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di
lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio
per quell’uomo se non fosse mai nato!».
C Giuda, il traditore, disse:
D «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose:
X «Tu l’hai detto».
C Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse:
X «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo».
Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo:
X «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue
dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico
che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui
lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».
C Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il
monte degli Ulivi.
Allora Gesù disse loro:
X «Questa notte per tutti voi sarò motivo di
scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le
pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».
C Pietro gli disse:
D «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi
scandalizzerò mai».
C Gli disse Gesù:
X «In verità io ti dico: questa notte, prima che
il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte».
C Pietro gli rispose:
D «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò».
C Lo stesso dissero tutti i discepoli.
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli:
X «Sedetevi qui, mentre io vado là a
pregare».
C E, presi con sé Pietro e i due figli di
Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro:
X «La mia anima è triste fino alla morte;
restate qui e vegliate con me».
C Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra
e pregava, dicendo:
X «Padre mio, se è possibile, passi via da me
questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
C Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro:
X «Così, non siete stati capaci di vegliare con
me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo
spirito è pronto, ma la carne è debole».
C Si allontanò una seconda volta e pregò
dicendo:
X «Padre mio, se questo calice non può passare
via senza che io lo beva, si compia la tua volontà».
C Poi venne e li trovò di nuovo addormentati,
perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo
e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai
discepoli e disse loro:
X «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è
vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi,
andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
C Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare
Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni,
mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva
dato loro un segno, dicendo:
D «Quello che bacerò, è lui;
arrestatelo!».
C Subito si avvicinò a Gesù e disse:
D «Salve, Rabbì!».
C E lo baciò. E Gesù gli disse:
X «Amico, per questo sei qui!».
C Allora si fecero avanti, misero le mani
addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù
impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote,
staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse:
X «Rimetti la tua spada al suo posto, perché
tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non
possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di
dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture,
secondo le quali così deve avvenire?».
C In quello stesso momento Gesù disse alla
folla:
X «Come se fossi un ladro siete venuti a
prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e
non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le
Scritture dei profeti».
C Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e
fuggirono.
Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono:
A «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il
tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”».
C Il sommo sacerdote si alzò e gli disse:
A «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano
costoro contro di te?».
C Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli
disse:
A «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se
sei tu il Cristo, il Figlio di Dio».
C Gli rispose Gesù:
X «Tu l’hai detto; anzi io vi dico: d’ora
innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire
sulle nubi del cielo».
C Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti
dicendo:
A «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di
testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?».
C E quelli risposero:
F «È reo di morte!».
C Allora gli sputarono in faccia e lo
percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo:
F «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti
ha colpito?».
C Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel
cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse:
A «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!».
C Ma egli negò davanti a tutti dicendo:
D «Non capisco che cosa dici».
C Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra
serva e disse ai presenti:
A «Costui era con Gesù, il Nazareno».
C Ma egli negò di nuovo, giurando:
D «Non conosco quell’uomo!».
C Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e
dissero a Pietro:
A «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il
tuo accento ti tradisce».
C Allora egli cominciò a imprecare e a
giurare:
D «Non conosco quell’uomo!».
C E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò
della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi
rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo:
D «Ho peccato, perché ho tradito sangue
innocente».
C Ma quelli dissero:
A «A noi che importa? Pensaci tu!».
C Egli allora, gettate le monete d’argento nel
tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le
monete, dissero:
A «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono
prezzo di sangue».
C Tenuto consiglio, comprarono con esse il
“Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu
chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era
stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete
d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli
d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il
Signore».
[ Gesù intanto comparve davanti al
governatore, e il governatore lo interrogò dicendo:
A «Sei tu il re dei Giudei?».
C Gesù rispose:
X «Tu lo dici».
C E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo
accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse:
A «Non senti quante testimonianze portano contro
di te?».
C Ma non gli rispose neanche una parola, tanto
che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era
solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel
momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che
si era radunata, Pilato disse:
A «Chi volete che io rimetta in libertà per voi:
Barabba o Gesù, chiamato Cristo?».
C Sapeva bene infatti che glielo avevano
consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire:
A «Non avere a che fare con quel giusto, perché
oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».
C Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani
persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il
governatore domandò loro:
A «Di questi due, chi volete che io rimetta in
libertà per voi?».
C Quelli risposero:
F «Barabba!».
C Chiese loro Pilato:
A «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato
Cristo?».
C Tutti risposero:
F «Sia crocifisso!».
C Ed egli disse:
A «Ma che male ha fatto?».
C Essi allora gridavano più forte:
F «Sia crocifisso!».
C Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che
il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla,
dicendo:
A «Non sono responsabile di questo sangue.
Pensateci voi!».
C E tutto il popolo rispose:
F «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri
figli».
C Allora rimise in libertà per loro Barabba e,
dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano:
F «Salve, re dei Giudei!».
C Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la
canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del
mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per
crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo:
F «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni
lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!».
C Così anche i capi dei sacerdoti, con gli
scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano:
F «Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in
Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di
Dio”!».
C Anche i ladroni crocifissi con lui lo
insultavano allo stesso modo.
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce:
X «Elì, Elì, lemà sabactàni?»,
C che significa:
X «Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?».
C Udendo questo, alcuni dei presenti
dicevano:
A «Costui chiama Elia».
C E subito uno di loro corse a prendere una
spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli
altri dicevano:
A «Lascia! Vediamo se viene Elia a
salvarlo!».
C Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo
spirito.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa) Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano:
A «Davvero costui era Figlio di Dio!». ]
C Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo. Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria. Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo:
A «Signore, ci siamo ricordati che
quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina
dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino
i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”.
Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».
C Pilato disse loro:
A «Avete le guardie: andate e assicurate la
sorveglianza come meglio credete».
C Essi andarono e, per rendere sicura la tomba,
sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
|