Battesimo di Gesù: omelia (12.01.2020)
Festa del Battesimo come festa
che conclude il tempo delle manifestazioni.
* Termina oggi con la festa del Battesimo il tempo delle
manifestazioni di Gesù:
– a Natale si è manifestato ai poveri pastori;
– all’Epifania si è manifestato alle genti;
– oggi, ricevendo da Giovanni l’immersione nel Giordano, egli si
manifesta al popolo di Israele.
* Il Battesimo inaugura il tempo in cui Gesù, uomo maturo, entra
sulla scena pubblica, scende in campo si potrebbe dire con un linguaggio più
moderno e meno ispirato: è il momento del discorso programmatico, eppure la
prima cosa che egli fa non è mostrarsi protagonista di gesti straordinari né di
un insegnamento, bensì mostrarsi come un uomo pienamente solidale con i
peccatori.
* il cammino intrapreso da Gesù è segnato dall’abbassamento,
dall’umiltà, dalla misericordia per gli uomini, ed è così che egli ci parla di
Dio.
Il senso del Battesimo di Gesù
* L’episodio del Battesimo di Gesù non descrive il sacramento che
noi riceviamo (che verrà istituito da Gesù Risorto come mandato ai suoi
discepoli di battezzare tutti nel nome della Trinità, cioè di IMMERGERE,
inserire ogni uomo nella realtà trinitaria, renderci FIGLI nel figlio,
condividendo la sua morte e resurrezione).
* Il battesimo di Gesù è la sua presentazione, manifestazione
(=EPIFANIA) al popolo di Dio, presentazione che troverà compimento sulla croce
e nella pasqua (non c’è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici).
* perché Gesù vuole ricevere il battesimo? come la gente che va da Giovanni a farsi battezzare (soprattutto
pubblici peccatori: pubblicani e prostitute), vuole cambiare la
sua vita, dare un taglio al passato e cominciare un modo nuovo di vivere,
diverso da prima. Il battesimo nell’acqua del Giordano è il segno per
dire a tutti questo impegno che ogni persona prende con sé stessa e con Dio.
* Sappiamo che Gesù non ha bisogno di lasciarsi alle spalle il
male e il peccato, però sappiamo anche che da questo momento in poi, anche
Gesù cambia la sua vita!
Per 30 anni, nessuno ha saputo granché di lui: lo conoscono solo i suoi parenti e la gente di Nazareth. Ha trascorso una vita normalissima, una vita come tante, senza che lasciasse capire che era il Figlio di Dio, il Messia atteso da sempre. Adesso, di fronte a Giovanni Battista, sulle rive del Giordano, Gesù sa che la sua vita sta per cambiare completamente. Non più solo figlio di Maria e Giuseppe, ma Rabbi, Maestro, sulle strade di tutta la Palestina che mostra il volto del Padre suo e Padre nostro.
Il battesimo che Gesù riceve da Giovanni non è per il perdono o per la rinuncia al male, ma è il segno del completo cambiamento che sta cominciando nella vita di Gesù. Perciò insiste tanto con il cugino, fino a convincerlo.
* Possiamo immaginare una fila di persone che vanno da Giovanni per essere immerse nel Giordano: in quella fila si mette anche Gesù, che Giovanni ha appena definito «più forte di me, colui che battezzerà in Spirito Santo e fuoco»! Questo recarsi di Gesù da Giovanni per essere battezzato apparirà azione scandalosa persino per i primi cristiani, alcuni dei quali cercheranno di minimizzare l’evento. Eppure tutti e quattro i Vangeli ce lo testimoniano: Gesù si associa ai peccatori nel chiedere a Giovanni il Battesimo. L’altro si oppone, ma Gesù ribatte: «Lascia fare per ora!», invitandolo a compiere la volontà di Dio, la sua giustizia: e la giustizia di Dio è quella particolare coerenza con cui egli intende realizzare la sua misericordia verso i peccatori, il suo disegno universale di salvezza. Giovanni allora acconsente e si sottomette al volere di Gesù, il quale a sua volta si sottomette a lui nel Battesimo.
Scrive Rosini:
la
giustizia di Dio nelle Scritture è il compimento della Sua
Parola, la realizzazione dei Suoi disegni. Nella nostra
mentalità un uomo è giusto quando si comporta secondo le regole, mentre nella
Bibbia è giusto l’uomo che crede alla fedeltà di Dio, che si abbandona ai suoi
disegni e confida nelle promesse che Dio gli ha fatto.
– Gesù realizzerà in pieno questa missione attraverso il battesimo
pasquale (“C’è un battesimo che devo ricevere”) nelle acque simboliche della
morte, da cui riemerge con la risurrezione. Dal suo fianco trafitto
sgorgheranno acqua e sangue, cioè il battesimo e l’eucarestia, sacramenti della
nuova vita. (Gv 19,34)
La festa del Battesimo del Signore conclude il tempo di Natale e
dà inizio al Tempo Ordinario.
Come l’evento del Battesimo di Gesù fu l’avvio della progressiva
manifestazione del suo mistero al mondo, così la festa corrispondente è il
principio di quel percorso che la Chiesa ci offre ogni anno per approfondire la
nostra conoscenza vitale del mistero di Cristo. È, quindi, il periodo non
soltanto per smontare il presepio e togliere gli addobbi dalla chiesa e dagli
altri edifici parrocchiali, ma di conoscere sempre più e sempre meglio il
Signore che è nato per noi.
Proprio nel momento in cui Gesù risale da quell’acqua carica dei
peccati dell’umanità, «si aprono i cieli ed egli vede lo Spirito di Dio scendere come
colomba su di lui. Ed ecco una voce dal cielo: “Questi è il mio Figlio amato,
nel quale ho posto la mia gioia”». Così si compiono le Scritture e la giustizia
di Dio si è realizzata: Dio voleva vedere Gesù così, in mezzo ai peccatori, e
in quell’atto di abbassamento voleva riempirlo di Spirito Santo. È in questa
inattesa epifania che ci è dato di cogliere l’unità dell’azione di salvezza di
Dio: il Padre opera attraverso il Figlio Gesù conferendogli tutta la potenza
dello Spirito.
La festa del Battesimo di Gesù è anche memoria del nostro Battesimo e, nel contempo, della
voce di Dio rivolta a ciascuno di noi: «Tu sei mio figlio!». Ognuno di noi è
figlio di Dio, ed è causa della sua gioia se, riconoscendosi peccatore,
intraprende il cammino di conversione; su ognuno di noi scende e riposa lo
Spirito se sappiamo invocarlo e apprestare tutto per accoglierlo. È così che
possiamo sentirci figli di Dio, capaci di gridargli «Abbà, papà amato!» e di
vivere delle energie dello Spirito: energie nascoste che pure non cessano di
mostrarsi efficaci nella nostra vita, energie più forti del peccato e della
morte.