LA LIBERTA' e L'AMORE (Le regole dell'amore.5)
Quinta puntata di un percorso (sperimentato!) per adolescenti sul tema dell'affettività
Per parlare di regole e di amore, due parole che sembrano in contraddizione tra loro, occorre innanzitutto parlare di libertà. Si è liberi quando non ci sono regole, leggi e divieti? O si è liberi quando si è in grado di raggiungere un obiettivo senza lasciarsi condizionare e bloccare da altro o da altri? Non è già una regola, comunemente accettata da tutti, che non si può amare andando contro il rifiuto dell’altro? Non si ritiene giusto rispettare la fedeltà promessa al partner e quindi sbagliata l’infedeltà? Non condividiamo tutti la condanna di chi tradisce l’amicizia provandoci con la ragazza dell’amico? Sono solo alcune delle regole “sociali” legate alla sfera affettiva e sessuale. A queste regole si aggiungono, spesso contrastate, sbeffeggiate e non rispettate, le regole morali indicate dalla chiesa nei confronti della sessualità: sono limiti (obsoleti) ad amare? La “volontà di Dio” e il messaggio cristiano sono volti a limitare l’essere umano nelle sue espressioni più coinvolgenti e belle? O vogliono piuttosto la sua libertà e la sua felicità?
Che ne pensate? Cosa significa per te essere liberi?La libertà non è la possibilità di fare qualsiasi cosa io desideri: questa è utopia. Noi siamo influenzati dai nostri istinti e dai nostri sentimenti, dai nostri limiti fisici e psichici, dalla responsabilità assunta nei confronti di altre persone, dai limiti spazio temporali, dalla cultura e dalla società… Influenzati, ma non determinati. Ascolta cosa ha detto papa Francesco sulla libertà:Molti vi diranno che essere liberi significa fare quello che si vuole. Ma qui bisogna saper dire dei no. Se tu non sai dire di no, non sei libero. Libero è chi sa dire sì e sa dire no. La libertà non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. La libertà, invece, è il dono di poter scegliere il bene: questa è libertà. E’ libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso, non è facile([1]).
2a- una video-intervista doppia sulla libertà:https://www.youtube.com/watch?v=tWpa0vPR81k (solo primi due minuti)Domande del video che possono essere riproposte ai gruppi:- La prima cosa che pensi se ti dico libertà- Credi che alla tua età ci si possa sentire liberi?- L’essere cristiano limita la tua libertà?
2b- una canzone: “La libertà”:
Libero- Fabrizio Moro (testo)
“Che cos’è la libertà?Io credevo di trovarla negli spazi infiniti, nel decidere da solo, nell’andare dove voglio senza i limiti dei no. Ora scopro che non trovo qua la libertà…Ora so che fare tutto quel che mi va e mi piace senza chiedere a nessuno, non mi da serenità…Tu la trovi solamente se con generosità cerchi sempre ciò che è bene, ciò che crescere ti fa e non basta essere furbi e strappare tutti i jeans. Per riuscire a conquistarla devi farti conquistare, devi stringerla nel cuore e cercarla nella verità…”2c- la video-testimonianza di chi, apparentemente, non ha la nostra stessa libertà di agire, ma ha conquistato la sua libertà nella perseveranza e nella fede:2d- Questionario sulla libertàSul sito www.qumran2.net sono molte le attività proposte per riflettere sulla libertà. Consigliamo un questionario che può offrire molti spunti di riflessione (nella pagina seguente è possibile trovarne una copia semplificata):
QUESTIONARIO SULLA LIBERTA’Prima parte. per ogni domanda scegli tre opzioni e indica il loro livello di importanza, indicando 1°, 2° e 3° posto
IN FAMIGLIAMi sento libero quando:· non mi rompono le scatole· sono da solo· posso fare ciò che voglio· nessuno mi comanda· ho un po’ di soldi in tasca· vengo ascoltato dalla famiglia· alla tv guardo quello che voglio· ascolto la musica a palla· ho tutto quello che desideroMi sento oppresso quando:· mi controllano il telefonino· mi obbligano a venire a gruppo· invadono la mia privacy· mi dicono di tornare a una certa ora· non accettano il mio modo di vestire· non posso tenere la camera in disordine· devo fare i lavori di casa· non mi danno l’autorizzazione per tatuaggi/piercing/rasta…· devo rispettare le regole· mi fanno un sacco di domandeCON GLI AMICIMi sento libero quando:· posso esprimere la mia opinione· si fa quello che propongo io· so darmi agli altri senza esigere di possederli· sono al centro dell’attenzione· mi accettano per quello che sono· mi accorgo che ho bisogno degli altri· non ho paura del loro giudizio· sempre· maiMi sento oppresso quando:· mi “chiudono”· non capiscono il mio stato d’animo· mi cercano solo quando gli fa comodo· mi accorgo che ho bisogno degli altri· non riusciamo a divertirci· sono considerato sempre il buffone del gruppo· mi sento obbligato a pensare e fare come loro· sempre· maiNELLA FEDEMi sento libero quando:· rispetto i comandamenti· vado a messa· posso interpretare la fede secondo il mio modo di vedere· la Chiesa mi indica come interpretare la fede· dico liberamente che sono credente· discuto della mia fede con i miei amici· posso scegliere se andare a messa· vivo da cristiano· mi confesso· pregoMi sento oppresso quando:· sono obbligato ad andare a messa· prego· rispetto i comandamenti· la Chiesa mi indica come interpretare la fede· mi confesso· a gruppo c’è un incontro di preghiera· devo vivere da cristiano· i genitori impongono un credo· il mio credo mi impone digiuni e sacrifici· vedo il crocifisso in luoghi laiciA SCUOLAMi sento libero quando:· studio le materie che mi piacciono· vado a scuola contento· aiuto i miei compagni· vado a scuola senza aver studiato· posso decidere di non andare a scuola se non ho studiato· non ho troppi compiti da fare· gli insegnanti non rompono· gli insegnanti sono disponibili al dialogo e al confrontoMi sento oppresso quando:· qualcuno decide per me che scuola devo fare· non mi piace quello che studio· i miei genitori pretendono dei bei voti· mi devo fare aiutare dai compagni· non posso esprimere la mia opinione
Per approfondire:La necessità di regole e di leggiL’uomo ha bisogno di regole e di leggi per convivere con gli altri, ma anche di darsi delle regole (e, magari, una “regola di vita”) per convivere positivamente e pacificamente con sé stesso: chi non riconosce di avere in sé spinte contraddittorie e spesso nocive che con difficoltà gestiste?I precetti e le norme morali tranquillizzano l’essere umano che ha paura dell’incertezza, ma soprattutto funzionano come le indicazioni stradali: se hai una meta, ti conviene seguirle per non andare fuori strada e ritrovarti dove non volevi andare. Sono argini che aiutano la nostra vita a defluire verso l’approdo, evitando che maree improvvise ci facciano uscire dall’argine creando danni incalcolabili. Le norme richiedono anche sanzioni o “punizioni” per gli eventuali trasgressori: la paura di incorrere in tali sanzioni rinforza la nostra volontà a rispettare tali regole. Un tempo era sufficiente la critica, l’ostilità fino al rifiuto da parte della società, della scuola e della famiglia per chi non rispettava le regole. Anche la chiesa aveva un ruolo importante e la minaccia di essere esclusi dalla salvezza e destinati ad una vita dannata nell’inferno aveva ampia efficacia. Oggi essa, al pari delle altre istituzioni, ha perso il suo potere: sembra una vecchia nonna che propone cose di altri tempi, incapace di adeguarsi al nuovo, di comprendere che il mondo è cambiato. Eppure di passi ne ha fatti tanti e ci ha restituito il volto autentico di Dio che non è il giudice implacabile e un po’ cinico che condanna i nostri errori, ma un padre e una madre che ci ama e non smette di amarci per il fatto che noi ci comportiamo male.Il mondo degli affetti e della sessualità è sicuramente quello che ci tocca più profondamente e, nel quale, le nostre scelte sono più influenzabili da istinti e pulsioni interiori spesso ignorate da noi stessi. Per questo la gestione dell’affetto e della sessualità richiede norme e sanzioni che ci aiutino a regolare e controllare le nostre pulsioni e relazioni. Un tempo erano sufficienti le regole socialmente condivise, il cui controllo era effettuato dalla famiglia di origine, dai vicini di casa, dalla chiesa, dalla scuola o dal mondo del lavoro, tutti fondamentalmente uniti nell’approvare e far rispettare tali norme. Non osservarle avrebbe causato la critica, la disapprovazione, l’ostilità fino al rifiuto da parte di esse e quindi la vergogna, la gogna e la paura da parte dell’individuo.Tutto questo è svanito nel giro di pochi decenni, a partire dalla “rivoluzione sessuale” degli anni ’60-’70, portando l’individuo a maggiore autodeterminazione, ma non sempre a maggiore libertà.Oggi che la famiglia si trova spesso frantumata, disorientata, a volte ferita e comunque imbevuta di relativismo (“sono io solo che posso decidere qual è il mio bene e quale il mio male”), non riesce più ad essere un baluardo che indica e fa rispettare norme e limiti. Si tende a lasciare che il bambino, in nome del rispetto e della libertà, decida lui con cosa si vuol vestire, cosa mangiare, cosa fare, con chi giocare… La conseguenza è un aumento dell’ansia del bambino che ha bisogno di indicazioni e limiti, ma non li trova più da nessuna parte, e si trasforma in un piccolo tiranno, un bamboccione che usa ogni tecnica a sua disposizione per imporsi sui genitori.Non ci si può aspettare una grande collaborazione dalla scuola, la quale si limita ad insegnare il rispetto degli altri e già fatica a fare questo. Rimane la chiesa? Ma quanti sono ancora disposti ad ascoltare un’istituzione che ti fa sentire ancora più in colpa o la cui voce è sopraffatta da voci più forti e più suggestive? Non assomiglia la chiesa alle prediche dei nonni e dei genitori anziani che vedono tutto in disfacimento e propongono regole “antiquate” e sorpassate legate a tempi passati in cui “si stava meglio quando si stava peggio”?Nella nostra cultura capitalistica e consumistica si è inoltre portati a cercare sul mercato il prodotto migliore che posso permettermi: ti metti alla ricerca dell’affare e in questa ricerca non solo ti senti legittimato a fare tanti assaggi, prove, ma anche, nel momento dell’acquisto, se trovi qualcosa di meglio sei pronto a lasciare il vecchio per il nuovo. Cerchi la persona che, con quello che puoi permetterti, può darti di più: quella che per le sue caratteristiche fisiche, psicologiche o patrimoniali può offrirti di più. E non accetti che tali caratteristiche si deteriorino o risultino diverse da come apparivano. Da qui un amore “liquido”, fragile, “usa e getta”.