Al centro l'amore. LA VITA SESSUALE TRA CHIESA E SOCIETA’ 0.1 (introduzione)
Avremo un periodo nella vita della Chiesa (…) di maggiore libertà, cioè di minori obbligazioni legali e minori inibizioni interiori. Sarà ridotta la disciplina formale, abolita ogni arbitraria intolleranza, ogni assolutismo, sarà semplificata la legge positiva, temperato l'esercizio dell'autorità, sarà promosso il senso di quella libertà cristiana che tanto interessò la prima generazione cristiana, quando si seppe esonerata dalla legge mosaica e dalle sue complicate prescrizioni rituali.(Paolo VI, udienza generale, 9 luglio 1969)
“Meno
prediche e più pratica!”. E’ uno slogan che mio cognato ha coniato per invitarmi
amabilmente a maggiore concretezza e sinteticità, ma anche – implicitamente – a
rendermi conto che le mie “teorie” devono fare i conti con una “pratica” che
appare spesso in contraddizione con i principi, più complessa e lontana (o
indifferente) rispetto alle “prediche” dei preti.
Accingendomi
a pubblicare un terzo libro incentrato sul tema dell’amore, il suo slogan mi
torna in mente come un monito: smettila di propinare belle teorie e non
dimenticare che la tua “pratica” è talmente limitata da poter dire ben poco
agli eventuali lettori.
Ma è
proprio così? Ho ben poca pratica da vantare sull’amore? E’ una domanda
impegnativa per chi crede fermamente che la nostra vita e il nostro futuro si
giochi qui: Dio ci chiederà conto dell’amore vissuto[1]
e di quello omesso (non tanto del male commesso, ma – stando alle parole di
Gesù – sul bene omesso!). Saremo giudicati sull’amore concretamente vissuto nei
confronti di coloro che abbiamo incrociato nella nostra vita e non sarà certo
una giustificazione quella di essere un presbitero che ha cercato di vivere la
sua vocazione nel celibato e nella castità. Anche a noi viene chiesto: “quanta
pratica d’amore hai?”, “quanto hai amato?”, “quanto mi hai amato nei più
piccoli”, “quante omissioni d’amore – per paura, per pigrizia, per egoismo o
per immaturità – hai commesso”?
In
queste riflessioni troverete un po’ di “pratica” personale accompagnata da stimoli
culturali, riflessioni, letture e confidenze di molte persone: anche nel
confessionale o nei colloqui personali le questioni relative al proprio mondo
affettivo e sessuale sono tra le più ricorrenti e importanti. Presumo inoltre di
conoscere qualcosa sull’amore che Dio ha nei miei confronti e nei confronti
dell’umanità, un amore che ha i tratti della passione travolgente e insieme
della tenerezza paterna e materna. Un po’ di “pratica” proviene inoltre
dall’amore condiviso con persone che sono entrate nella mia vita e con cui ho
fatto tratti più o meno lunghi di strada. Penso in particolare a coloro che mi
sono stati affidati nelle parrocchie che ho servito: persone di ogni età che sono
diventate parte della mia famiglia.
Come
non riflettere inoltre sulla “cronaca” di amori che finiscono in tragedie, così
come sugli amori raccontati, cantati, mostrati in innumerevoli romanzi, canzoni
e film. Da tutto questo prendo spunto in questo libro, ben consapevole di non
essere un esperto, ma un uomo che pensa, vive e ama condividere quanto apprende,
riflette e, a volte, comprende.
Alle origini del libro
Nel
2013, senza particolari motivi scatenanti, iniziai ad approfondire il discorso
cristiano sull’amore. Centrale fu la riscoperta della prima enciclica di papa
Benedetto XVI, Deus Caritas est
(2005) e i contributi di scrittori cristiani del passato, come sant’Agostino e
san Bernardo, o contemporanei come R. Cantalamessa, E. Bianchi, C. Lubich e
pochi altri. Faticai a trovare studi sistematici su un tema così centrale per
la teologia cattolica. Ne seguì la pubblicazione, alla fine del 2014, del mio
primo libro “Vorrei capire cos’è l’amore”
e il desiderio di proseguire tali riflessioni focalizzandomi su quanto Gesù,
nei Vangeli, ci dice sull’amore. In quei mesi, in modo imprevisto, papa
Francesco decise di indire un Giubileo straordinario sulla misericordia e la
seconda pubblicazione (“Il Vangelo
dell’amore”, 2015) uscì proprio all’inizio di questo anno speciale, come
piccolo contributo per una riflessione che tutta la chiesa era chiamata a fare.
Mancava
ancora, nelle mie intenzioni, una riflessione su come l’amore è vissuto nella
nostra società e su quanto Dio e la chiesa “di” papa Francesco hanno da dirci
su questo tema così delicato e importante. Ancora una volta le mie intenzioni
sono state sostenute dalla decisione del papa di indire un duplice Sinodo sulla
famiglia (2014-2015) da cui è scaturita la sua Esortazione apostolica “Amoris laetitia” (2016) sulla “gioia
dell’amore” vissuto nella famiglia a cui le riflessioni che seguono devono
molto.
Non
sono un teologo, né tanto meno un moralista, ma un semplice prete (di formazione
dogmatica), che lavora in una parrocchia romana e si trova a contatto con tante
persone. Questo libro non si rivolge agli addetti ai lavori che avrebbero molti
motivi per criticare le mie posizioni ed evidenziare le inesattezze e lacune.
Scrivendo questo testo ho immaginato di pormi in dialogo con quei cattolici che
non comprendono più, e seguono sempre meno, la morale sessuale della Chiesa.
Immagino anche di dialogare con chi non è cattolico, ma potrebbe essere
interessato a cercare di capire le posizioni della Chiesa, magari condividendone
valori umani come la fedeltà, l’amore inteso come ricerca del bene altrui prima
ancora che del proprio, la sessualità vissuta in modo umano e umanizzante.