6° DOMENICA DI PASQUA
Vangelo: Gv 14,15-21
"Se mi amate, osserverete i miei comandamenti"
"Se mi amate": è un punto di partenza che lascia liberi, che esprime umiltà, fragilità, fiducia, pazienza. Che fa di Gesù un mendicante di amore: "non dice: dovete amarmi. Nessuna minaccia, nessuna costrizione, puoi aderire e puoi rifiutarti in totale libertà" (E. Ronchi).
E' la prima volta che Gesù chiede di essere amato, ma lo fa soltanto dopo aver mostrato cosa significa concretamente amare: lasciarsi lavare i piedi da Lui e lavarci i piedi gli uni gli altri. Ovvero: lasciarci purificare da Lui per poterci amare mettendoci al servizio gli uni degli altri.
"osserverete i miei comandamenti": "vi lascio un comandamento nuovo, che vi amiate come io ho amato voi":
non tanto la condizione per amarlo (anche: la prova dell'amore verso Gesù è l'amore scambievole che si fa servizio), ma la prospettiva di riuscire a fare cose grandi ("vi amerete come io ho amato voi"), di dilatare i nostri limiti, di diventare come Lui: prolungamento dei suoi gesti ed eco delle sue parole. Assapori la libertà, la pace, il perdono, le relazioni buone e "saporite" che lui ha vissuto. Cominci a vivere la sua vita buona, bella e beata.
"Ama e fà quello che vuoi" - scriveva sant'Agostino - convinto che se viviamo il vero amore, quello divino, quello che cerca il bene dell'altro prima del nostro piacere, allora non puoi ferire, tradire, derubare, violare, deridere.
Gesù corrisponde (ma anche anticipa) il nostro amore pregando il Padre: "Ed egli vi darà un altro Paraclito" ovvero "colui che viene in nostro soccorso, che aiuta e difende. Il compito che era stato fin'ora di Gesù (come buon pastore del suo gregge), sarà dello Spirito: esso rimane con noi per sempre.
Mentre Gesù-uomo non sempre poteva essere con i suoi discepoli (umanamente limitato dallo spazio e dal tempo), lo Spirito è sempre e ovunque nella sua comunità. La sua morte non sarà un'assenza, ma una presenza ancora più intensa.
"Il mondo non lo può ricevere perché non lo vede e non lo conosce": il mondo è il sistema di potere che è incompatibile con l'amore che si fa servizio. Dobbiamo imparare a distinguere e a scegliere lo Spirito di Dio che è opposto allo spirito mondano, del mondo.
"Io nel Padre, voi in me ed io in voi": per 7 volte ripete questa parola di due sole lettere: "IN". E attraverso di essa racconta il suo sogno di intimità e di comunione con noi: chi ama cerca momenti di intimità con l'amato (>preghiera) e occasioni per condividere esperienze (> servizio). Impariamo a diventare "CONTEMPL-ATTIVI", per lasciare che Gesù si unisca a me, abiti in noi. Gesù parla di unione, compagnia, incontro, intimità: come un innamorato che promette amore per sempre, presenza per sempre.
La sintonia con la vita di Gesù lo rende presente, vivo e vivificante all'interno della sua comunità che diviene il santuario o il tabernacolo nel quale sia "visibile" l'amore di Dio in essa contenuto.
"Noi siamo già in Dio, come un bimbo nel grembo di sua madre. E se non può vederla, ha però mille segni della sua presenza che lo avvolge, lo scalda, lo nutre, lo culla" (E. Ronchi).
"Se mi amate, osserverete i miei comandamenti"
"Se mi amate": è un punto di partenza che lascia liberi, che esprime umiltà, fragilità, fiducia, pazienza. Che fa di Gesù un mendicante di amore: "non dice: dovete amarmi. Nessuna minaccia, nessuna costrizione, puoi aderire e puoi rifiutarti in totale libertà" (E. Ronchi).
E' la prima volta che Gesù chiede di essere amato, ma lo fa soltanto dopo aver mostrato cosa significa concretamente amare: lasciarsi lavare i piedi da Lui e lavarci i piedi gli uni gli altri. Ovvero: lasciarci purificare da Lui per poterci amare mettendoci al servizio gli uni degli altri.
"osserverete i miei comandamenti": "vi lascio un comandamento nuovo, che vi amiate come io ho amato voi":
non tanto la condizione per amarlo (anche: la prova dell'amore verso Gesù è l'amore scambievole che si fa servizio), ma la prospettiva di riuscire a fare cose grandi ("vi amerete come io ho amato voi"), di dilatare i nostri limiti, di diventare come Lui: prolungamento dei suoi gesti ed eco delle sue parole. Assapori la libertà, la pace, il perdono, le relazioni buone e "saporite" che lui ha vissuto. Cominci a vivere la sua vita buona, bella e beata.
"Ama e fà quello che vuoi" - scriveva sant'Agostino - convinto che se viviamo il vero amore, quello divino, quello che cerca il bene dell'altro prima del nostro piacere, allora non puoi ferire, tradire, derubare, violare, deridere.
Gesù corrisponde (ma anche anticipa) il nostro amore pregando il Padre: "Ed egli vi darà un altro Paraclito" ovvero "colui che viene in nostro soccorso, che aiuta e difende. Il compito che era stato fin'ora di Gesù (come buon pastore del suo gregge), sarà dello Spirito: esso rimane con noi per sempre.
Mentre Gesù-uomo non sempre poteva essere con i suoi discepoli (umanamente limitato dallo spazio e dal tempo), lo Spirito è sempre e ovunque nella sua comunità. La sua morte non sarà un'assenza, ma una presenza ancora più intensa.
"Il mondo non lo può ricevere perché non lo vede e non lo conosce": il mondo è il sistema di potere che è incompatibile con l'amore che si fa servizio. Dobbiamo imparare a distinguere e a scegliere lo Spirito di Dio che è opposto allo spirito mondano, del mondo.
"Io nel Padre, voi in me ed io in voi": per 7 volte ripete questa parola di due sole lettere: "IN". E attraverso di essa racconta il suo sogno di intimità e di comunione con noi: chi ama cerca momenti di intimità con l'amato (>preghiera) e occasioni per condividere esperienze (> servizio). Impariamo a diventare "CONTEMPL-ATTIVI", per lasciare che Gesù si unisca a me, abiti in noi. Gesù parla di unione, compagnia, incontro, intimità: come un innamorato che promette amore per sempre, presenza per sempre.
La sintonia con la vita di Gesù lo rende presente, vivo e vivificante all'interno della sua comunità che diviene il santuario o il tabernacolo nel quale sia "visibile" l'amore di Dio in essa contenuto.
"Noi siamo già in Dio, come un bimbo nel grembo di sua madre. E se non può vederla, ha però mille segni della sua presenza che lo avvolge, lo scalda, lo nutre, lo culla" (E. Ronchi).