Sul Natale (alcune mie riflessioni)
Hanno rubato il Natale?
Quante volte ci siamo lamentati che la società ci ha rubato il Natale: ha trasformato questa festa tanto cara ai cristiani in un’ulteriore occasione di consumismo, di frenesia a spendere. Ha svuotato la festa togliendo il festeggiato di mezzo e sostituendolo con ciò che tutti, non solo i cristiani, potessero sentire proprio: ecco allora Babbo Natale, la festa dell’inverno…
Eppure il giorno di Natale saremo qui in tanti a festeggiare il protagonista della festa. Per quanto coinvolti nella frenesia dei giorni precedenti, per quanto anche molti di noi siamo preda dello shopping, saremo qui ad adorare un bambino nato più di 2000 anni fa e in qualche modo riconosciuto come il Figlio di Dio, colui che ci ha permesso di svelare il mistero del Dio onnipotente e creatore. A partire da quel bambino, da quel momento Dio mette concretamente la sua tenda in mezzo a noi, si fa nostro compagno di strada: il cielo è sceso in terra e in terra possiamo contemplare il cielo come una realtà non fantasiosa e inaccessibile, ma come la meta del nostro pellegrinare, della nostra vita.
Eppure il giorno di Natale saremo qui in tanti a festeggiare il protagonista della festa. Per quanto coinvolti nella frenesia dei giorni precedenti, per quanto anche molti di noi siamo preda dello shopping, saremo qui ad adorare un bambino nato più di 2000 anni fa e in qualche modo riconosciuto come il Figlio di Dio, colui che ci ha permesso di svelare il mistero del Dio onnipotente e creatore. A partire da quel bambino, da quel momento Dio mette concretamente la sua tenda in mezzo a noi, si fa nostro compagno di strada: il cielo è sceso in terra e in terra possiamo contemplare il cielo come una realtà non fantasiosa e inaccessibile, ma come la meta del nostro pellegrinare, della nostra vita.
Mettiamola in questo modo: non siamo stati derubati di niente dalla società, casomai siamo noi che gli abbiamo fatto un regalo prezioso. Di questo regalo sembrano apprezzare solo la confezione festosa, solo la superficie, ma tutto il mondo, seppur superficialmente, è coinvolto in questo avvenimento e si ferma per questa occasione. Tocca a noi mostrare il contenuto del regalo, far capire che non ci si può fermare alla confezione, ma che la confezione và scartata e che il contenuto và accolto, vissuto, condiviso.
IL
NATALE: UN BAMBINO É “NATO PER VOI”
Il Natale ci mostra un Dio che si fa piccolo, che chiede protezione,
amore, tenerezza. Non un Dio padrone che sfoggia la sua potenza, ma un Dio che
trasforma in carne la Parola, che si rende concreto, che usa elementi semplici
come il pane e il vino per rendersi presente, per poter entrare concretamente
dentro di noi.
Nel
Natale noi incontriamo la tenerezza e l’amore di Dio che si china sui nostri
limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa fino a noi. (…)
Guardiamo alla grotta di Betlemme: Dio si abbassa fino ad essere adagiato in
una mangiatoia, che è già preludio dell’abbassamento nell’ora della sua
passione. Il culmine della storia di amore tra Dio e l’uomo passa attraverso la
mangiatoia di Betlemme e il sepolcro di Gerusalemme[1].
Con la nascita di Gesù Dio viene ad
abitare in terra e accetta anche una stalla o un rifiuto da parte di coloro che
sono suoi; si presenta come un bambino, tra tutte le creature, il più debole.
Il segno di Dio è la semplicità.
Il segno di Dio è il bambino. Il segno di Dio è che Egli si fa piccolo per noi.
È questo il suo modo di regnare. Egli non viene con potenza e grandiosità
esterne. Egli viene come bambino – inerme e bisognoso del nostro aiuto. Non
vuole sopraffarci con la forza. Ci toglie la paura della sua grandezza. Egli
chiede il nostro amore: perciò si fa bambino. Nient'altro vuole da noi se non
il nostro amore, mediante il quale impariamo spontaneamente ad entrare nei suoi
sentimenti, nel suo pensiero e nella sua volontà – impariamo a vivere con Lui e
a praticare con Lui anche l'umiltà della rinuncia che fa parte dell'essenza
dell'amore. Dio si è fatto piccolo affinché noi potessimo comprenderLo,
accoglierLo, amarLo[2].