Castità prematrimoniale: una richiesta coraggiosa o una proposta fuori dal tempo?
Un nuovo documento del Dicastero vaticano per i laici traccia le nuove linee per la preparazione al matrimonio. Ma delle tante indicazioni i giornali hanno evidenziato solo il passaggio relativo alla castità prematrimoniale:
«Non deve mai mancare il coraggio alla Chiesa di proporre la preziosa virtù della castità, per quanto ciò sia ormai in diretto contrasto con la mentalità comune».
Si sono scagliati con forza contro questa richiesta teologi progressisti (ed "eterodossi") come Vito Mancuso che, in un articolo per La Stampa, parla di "Chiesa lontano dalla modernità":
... oggi al matrimonio si arriva molto più avanti nell’età, almeno a trenta, più volte a quaranta, e soprattutto con altre attese, date dal fatto che l’individuo non considera più la sua esistenza come totalmente al servizio della struttura familiare, ma come un fine in se stessa. È per questo che oggi risulta insensato condannare i rapporti prematrimoniali. Al contrario, quando esiste un impegno reciproco di due persone che si nutre di affetto, sincerità, stima, desiderio di futuro, è impossibile non considerare quanto l’unione sessuale favorisca la loro conoscenza e intesa reciproca. È questo il vero “catecumenato”: una conoscenza integrale e responsabile dell’altro, di sé, e della qualità dell’armonia fisica, psichica e spirituale che ne scaturisce.
Dall'altra parte troviamo ad esempio un articolo su Tempi ("Ma se i bigotti fossero loro?") e Costanza Miriano che scrive su Facebook: