Il prossimo Natale in tempo di covid: Conte e il caso di un prete spagnolo
E' stato Conte a parlare in più riprese del prossimo Natale. Prospetta festeggiamenti sobri, ma, aggiunge «Il Natale non lo dobbiamo identificare solo con lo shopping, fare regali e dare un impulso all’economia. Natale, a prescindere dalla fede religiosa, è senz’altro anche un momento di raccoglimento spirituale. Il raccoglimento spirituale, farlo con tante persone non viene bene».
Le sue esternazioni sono state criticate aspramente:
ancora una volta, destra salviniana e giornaloni moderati sono stati unanimi nella sentenza di condanna contro Conte: “Giù le mani dal Natale”. La boiata più grande, per non dire cazzata, l’ha scritta Massimiliano Panarari sulla Stampa che ha tirato in mezzo lo Stato igienista ed etico. Come se non vivessimo in un drammatico tempo straordinario d’emergenza pieno di incertezze, per molti versi peggiore di un periodo bellico. Invece no. Ecco all’orizzonte il profilo teocratico del premier, dittatore sanitario ed etico, che si vuole sostituire al papa e costringerci a fare un Natale da frate trappisti (Libero e La Verità).
Su Avvenire si fa notare che:
In questi giorni da più parti si dice che 'dobbiamo salvare il Natale', riferendosi alla necessità di invertire il trend negativo dei consumi. Ma quello che accade ci sfida a riconoscere che forse abbiamo bisogno di essere salvati noi dal Natale, di aprire il cuore al Dio che si è fatto compagno di strada dell’umana fragilità abbracciandola con un Amore più grande di quello che l’uomo è capace di produrre. Il mistero dell’Incarnazione – che ci prepariamo a celebrare tra poco più di un mese, ma che ogni giorno possiamo rivivere nell’esistenza quotidiana – ci parla di un Dio che assumendo l’umana condizione è stato capace di vincere ogni distanziamento. Siamo capaci di riconoscerlo anche oggi?
Sul tema c'è anche il caso, rilanciato sempre da Avvenire, di un prete spagnolo che ha scritto un post interessante e poetico su questo prossimo Natale e che avrebbe poi ricevuto l'appoggio di Papa Francesco che gli ha telefonato per ringraziarlo. Questo il post che ha scritto, tradotto da Aleteia:
Non ci sarà il Natale?
Certo che ce ne sarà uno! Più silenzioso e più profondo, più simile al primo Natale, quando è nato Gesù, senza tante luci sulla terra ma con la stella di Betlemme, con le strade intermittenti della vita nella sua immensità. Niente impressionanti parate regali, ma l’umiltà dei pastori alla ricerca della Verità. Senza grandi banchetti, ma con la presenza di un Dio onnipotente. Non ci sarà il Natale? Certo che ce ne sarà uno! Senza le strade piene di gente, ma con il cuore ardente per Colui che viene. Niente chiasso né fanfara, proteste e resse… Ma vivendo il Mistero senza paura del Covid-Erode, che pretende di toglierci il sogno dell’attesa. Natale ci sarà perché Dio-è-con-noi. E noi condivideremo, come fece Cristo nella mangiatoia, la nostra povertà, la nostra prova, le nostre lacrime, la nostra angoscia e la nostra condizione di orfani. Ci sarà Natale perché abbiamo bisogno di questa luce divina in mezzo a tante tenebre. Il Covid-19 non può raggiungere il cuore e l’anima di quelli che pongono la loro speranza e il loro ideale in cielo. Certo che ci sarà Natale! Canteremo i canti di Natale. Dio nascerà e ci renderà liberi.