18 novembre e l'omelia per la Solennità di Cristo Re
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Venerdì 18 novembre: oggi, nel Vangelo, Gesù scaccia i mercanti dal Tempio. Invito inoltre a prepararsi alla liturgia di domenica prossima, Solennità di Cristo Re, che chiuderà l'anno liturgico (vedi in fondo al post).
“I giovani hanno il potere di aprire le porte del futuro, ma sono gli adulti ad avere in mano la chiave. Se gli adulti non girano la chiave, i giovani potranno fare ben poco”.
Don Alberto Ravagnani, giovane sacerdote della diocesi di Milano (attivo sui social con contenuti legati alla fede, l’educazione, l’amicizia e seguito da moltissimi ragazzi) riprende nel suo ultimovideoproposto sul suo canale YouTube queste parole delcardinal Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi.
Poi spiega: “Le chiese sono sempre più vuote, lericchezze della tradizione cristianascivolano sempre più nell’oblio, ela fede è sempre più marginalenella vita della gente. Il problema è sotto ai nostri occhi ormai da tempo, ma a volte è come se ce ne stessimo aguardare senza fare niente. Forse invece si sta già provando a fare molto, ma non basta!”
Un primo passo è accettare che “l’attività pastorale della Chiesa, oggi, parla adun uomo che non esiste più”.
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
La cacciata dei venditori dal tempio è una di quelle pagine del Vangelo che stonano un po’ con il nostro immaginario di un Gesù sempre sereno, pacifico, mite. Ma in realtà chi conosce i miti sa bene che non si arrabbiano quasi mai, ma quando si arrabbiano poi sono guai.
E Gesù ha un motivo molto serio per arrabbiarsi: il Tempio, che rappresenta il rapporto con Dio, è pieno di commercio e vuoto di amore. Per capire la ricaduta concreta nella nostra vita dovremmo fare questo esempio: come giudicheremmo un rapporto basato solo sull’opportunismo? Lo considereremmo amore o ipocrisia?
Noi cristiani abbiamo un Re, e non è il Papa (che potrebbe semmai essere considerato una sorta di Primo Ministro), ma Gesù Cristo: è Lui a regnare su di noi, in mezzo a noi. Ma tutto è paradossale, opposto alla mentalità del mondo:
Gesù è un Re il cui trono è la Croce, un Re disprezzato, umiliato, deriso...
Un Re che non pretende di essere servito, ma che si mette a nostro servizio. Un re che non pretende tasse e pagamenti, ma che "da ricco che era si fece povero per arricchire noi".
Un re che non pretende la vita dei sudditi, ma dona la sua vita per noi, perchè possiamo avere vita (eterna).
Un re che non pretende di "salvare sè stesso", ma che desidera prima salvare noi.
Un re che non si impone con la forza, ma che desidera la nostra adesione libera, fondata unicamente sull'amore.
Che POTERE è il suo? Lui
che non può muoversi, che viene deriso, insultato, malmenato ed ucciso, mostra
il POTERE DI AMARE (per primo, sempre, tutti, senza condizioni, gratuitamente,
senza limiti).
Poteva tenersi la sua
vita: scappare, rinnegare… ma noi saremmo rimasti privi di Lui, privi di Dio,
privi di speranza nella vita eterna, nell’amore di Dio che, in croce, ci dice:
“Tu sei talmente importante per me da donarti la mia vita”, così come nel
Vangelo di Giovanni è scritto “Dio ci ha talmente amati da dare il suo Figlio
unigenito per noi”.
Gesù è un re giustiziato, ma non vinto;
un re con una derisoria corona di spine che muore ostinatamente amando; un re
che noi possiamo rifiutare, deridere, ma che non potrà mai più rifiutare noi.
Il suo Regno è qui in mezzo a noi e allo stesso tempo non è (solo) di questo mondo.
Il suo è un Regno spirituale (ma anche molto concreto), un Regno di amore, di pace, di fraternità... La legge fondamentale del suo Regno è quella dell'amore reciproco.
Nessuno è escluso dal suo Regno, se non coloro che si auto-escludono, che cercano di "salvare sè stessi" e in realtà si perdono, che si illudono di essere liberi, ma sono schiavi delle proprie paure, del giudizio degli altri.
Per entrare nel suo Regno non possiamo fare come il POPOLO che "rimane a guardare", come i CAPI (RELIGIOSI) che lo deridono e pensano la religione come un proprio vantaggio, nè come i SOLDATI (potere politico) che lo deridono perchè non ha alcun potere (apparente). nè come il MALFATTORE che lo insulta, perchè non lo libera dal dolore che sta vivendo e che, in prossimità della morte, con amarezza e disillusione chiede di essere liberato da tutto questo.
Per entrare nel suo Regno possiamo seguire l'esempio del "buon ladrone", un peccatore che non gli chiede di essere privato del dolore e della morte, ma di essere RICORDATO, di avere uno spazio nella sua vita, di entrare in relazione con Lui. Un peccatore consapevole dei propri errori e pronto a pagarne le conseguenze. Un peccatore che riconosce l'innocenza di Gesù ed è capace di pregarlo per avere un posto nella sua vita, che si affida a Lui, anche se Lui sembra non avere alcun potere, se non quello di amare, di perdonare, di mantenere le braccia allargate, di accogliere.
Solo lui riceve
risposta: gli altri chiedevano una salvezza religiosa o politica, il malfattore
che il dolore finisca, l’altro chiede una relazione: solo lui riceve quanto
chiede, perché è l’unica cosa che realmente conta, che Gesù è disposto – per il
nostro bene – a donarci. "Stare con
me vuol dire entrare nel paradiso. Oggi".
"Gesù è Re perché non è schiavo del proprio io, è l’uomo libero per eccellenza! Gesù non è ossessionato dal proprio io, non è schiavo delle attese degli altri, ma si preoccupa innanzitutto di salvare gli altri. Non mette se stesso prima degli altri.Consegnarci nelle mani di Dio, ci libera dalla schiavitù del nostro io e ci rende Re della nostra vita: diventiamo liberi!"
Che cosa è l’Anno Liturgico Il Ministrante Preghiera per il Ministrante Anno Liturgico Schema Avvento - Generale Scheda Avvento - Le due parti dell'Avvento Scheda Avvento - Vangeli domenicali Scheda Avvento - Rito Ambrosiano L’anno liturgico inizia con l’Avvento e termina con la solennità di Cristo Re, che si celebra la 34ª domenica del tempo ordinario. Il suo fondamento è la domenica, perché è il giorno della risurrezione di Gesù, il giorno in cui i primi cristiani celebravano la Pasqua settimanale. Esistono tre tipi di anno liturgico (A, B, C) in base al Vangelo che viene letto principalmente in quell’anno: A = Matteo; B = Marco; C = Luca . Il Vangelo di Giovanni viene letto soprattutto nelle feste. L’anno liturgico si divide in sette tempi TEMPO DI AVVENTO – ATTESA È il primo periodo dell’anno liturgico, durante il quale la Chiesa attende la venuta del suo Signore. È formato dalle quattro settimane che precedono il Nata...
Spirito del Signore, dono del Risorto agli apostoli del cenacolo, gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri. Riempi di amicizie discrete la loro solitudine. Rendili innamorati della terra, e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze. Confortali con la gratitudine della gente e con l’olio della comunione fraterna. Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro. Liberali dalla paura di non farcela più. Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze. Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza. Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano. Fa’ risplendere di gioia i loro corpi. Rivestili di abiti nuziali. E cingili con cinture di luce. Perché, per essi e per tutti, lo sposo non tarderà. *** Preghiera per il parroco – anonimo Signore, Ti ringraziamo di averci dato un uomo, no...
La prima domenica di Avvento ci ha invitato ad alzarci, a guardare in alto (in attesa di colui che presto ci libererà), ad evitare ogni appesantimento del cuore (per "dissipazioni, ubriachezze ed affanni"), a "vegliare pregando in ogni momento"... In questa seconda Luca ci mostra come agisce Dio : - lo fa " storicamente ", entrando nella nostra storia, concretamente e non in maniera astratta, come nelle favole (che iniziano tutte con "C'era una volta"): questa non è una favola, ma il racconto di come Dio ci salva; - lo fa attraverso chi si rende disponibile , si lascia infiammare e guidare dalla Parola. L'elenco dei poteri politici e religiosi serve all'evangelista solo a collocare in maniera precisa gli avvenimenti che sta per raccontare, ma Dio non sceglie i potenti, ne i luoghi di potere (politico: Roma o religioso: Gerusalemme). Dio sceglie un "outsider": Giovanni , figlio di Zaccaria, e lo raggiunge nel lu...
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