Diocesi di Roma: la preghiera e il programma del nuovo anno pastorale
«DOVE SEI?»
Il cardinale vicario Angelo De Donatis è partito da questo interrogativo biblico per presentare il programma pastorale della Diocesi di Roma. Il duplice senso della domanda mette in evidenza il nostro indissolubile legame d’amore con Dio. Da qui l’esigenza di una mentalità comunitaria e di una conversione missionaria che non va intesa come un insieme di “altre cose da fare” rispetto all’ordinario. Si tratta, invece, ha chiarito De Donatis, “di entrare in un modo nuovo di pensare, o meglio in una vita nuova, fatta di esodi di liberazione e di cammini di sequela, più che di temi e di iniziative”.
Il paradigma dell’Esodo, come indicato da Papa Francesco, sarà il faro che dovrà illuminare l’itinerario comunitario verso il Giubileo del 2025. “Non si tratta solo di meditare i brani dell’Esodo, – ha specificato De Donatis – ma di riviverli”.
Sarà un anno pastorale dedicato alla riconciliazione:
«La riconciliazione tra di noi è il frutto più bello dell’aver messo al centro della nostra vita comunitaria il Crocifisso Risorto. Le divisioni e i conflitti vengono superati per un’azione dello Spirito che aiuta a vivere le relazioni comunitarie ad un livello molto più profondo, molto più autentico».
Una riconciliazione in tappe: con la propria storia (da settembre a Natale), con Dio e tra di noi (da gennaio a Pasqua), con la città (da Pasqua alla Pentecoste).
Memoria e riconciliazione: questi gli strumenti con cui la Diocesi di Roma dovrà affrontare l’anno pastorale 2018-2019. Gli stessi che san Paolo propose alla neonata, eppure già segnata da divisioni interne, comunità di Corinto.
Il rimedio della memoria consiste nel riportare alla consapevolezza della comunità il momento fondativo dell’annuncio del Vangelo. La riconciliazione si concretizza invece nel mettere al centro della nostra vita comunitaria il Crocifisso Risorto. Nel creare comunità fatta non solo “da quelli che ci scegliamo noi perché ci sono affini o perché abbiamo condiviso uno specifico cammino di fede, ma quella – ha spiegato il cardinale vicario – formata da tutti quelli che il Signore ci dona, ci mette a fianco, come nel caso della parrocchia: sensibilità diverse, esperienze diverse, provenienze diverse, ma tutti accomunati dalla celebrazione dell’unica eucarestia”.
L’ANNO PASTORALE SARÀ DUNQUE ARTICOLATO IN TRE PASSAGGI:
1) A partire da adesso e fino a Natale ci si dovrà focalizzare proprio sulla raccolta, in forma scritta, delle storie comunitarie, quella delle nostre parrocchie, delle comunità religiose, delle associazioni e dei movimenti. Il percorso si snoderà su quattro punti, ispirati dal testo del Deuteronomio: Ti ho messo alla prova per vedere cosa avevi nel cuore; Ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame; Ti ha nutrito di manna, il tuo mantello non ti si è logorato addosso, il tuo piede non si è gonfiato; Come un padre corregge il figlio, così il Signore Dio corregge te.
2) Da gennaio a Pasqua: si entrerà nel vivo della riconciliazione con Dio e tra di noi rifuggendo la pretesa di autosufficienza, il seguire noi stessi invece che ascoltare la voce di Dio. Gli esercizi spirituali e la celebrazione della Settimana Santa saranno l’occasione per rivivere l’esperienza battesimale.
3) Da Pasqua alla Pentecoste ci si dedicherà all’ascolto del grido della città, passaggio che dovrà essere poi sviluppato meglio nel corso dell’anno successivo. Si dovranno mettere a fuoco le sofferenze familiari, il grido dei poveri e degli stranieri, le situazioni di alienazione o addirittura di sfruttamento vissute nel lavoro, le ingiustizie subite a causa dei sistemi di corruzione, la rassegnazione di chi non cerca più un senso per la vita.
Preghiera per l’anno pastorale 2018-2019
Tu sei la roccia che accompagna il nostro cammino nel deserto, e su di Te appoggiamo le nostre vite, per non vacillare, per non essere travolti dalle tempeste di sabbia di questo nostro tempo o sedotti dai miraggi di oasi illusorie, scambiate per la meta del cammino.
Da te riceviamo l’acqua viva dello Spirito, la manna della tua Parola, e anche quando saremmo tentati di mormorare, di non smontare le tende per ripartire o persino di sostituirti con un idolo opera delle nostre mani, Tu con infinita pazienza ci rialzi in piedi, ci raccogli ancora intorno a Te, ti rimetti alla nostra testa per guidarci e portarci come su ali di aquila.
Oggi ti chiediamo una grazia particolare: non permettere mai che perdiamo la consapevolezza di essere il tuo Popolo, la tua Sposa, il Sacramento del tuo amore per gli uomini.
Aiutaci a fare memoria del cammino fatto come Chiesa di Roma e a riconoscere la tua mano che ci ha guidati fin qui.
Tienici uniti a te, perché non ci dividiamo, ma ci riconciliamo gli uni con gli altri riconoscendo in ciascuno un dono che tu fai a tutti.
Chiedici ancora una volta: Dove sei? chiedicelo tutte le volte che vorrai, soprattutto quando ci vedrai disorientati e impauriti, tentati di rimanere seduti e di accontentarci delle pentole della carne della schiavitù.
La tua voce ci farà uscire dai nostri nascondigli. Il tuo fuoco riaccenderà passioni addormentate. La tua forza aprirà le nostre orecchie sorde al grido dei nostri fratelli. La fiducia che riponi in noi ci stupirà ancora, ci sorprenderà e ci commuoverà, ci conquisterà definitivamente al servizio del tuo regno tra gli uomini.
Non lasciare che la stanchezza o il pessimismo ci impediscano di ripartire e ancora una volta aiutaci a montare la tua tenda in mezzo alle case degli uomini, perché possano incontrarti, innamorarsi di Te come lo siamo noi, sentire che le loro vite, bellissime e faticose, come le nostre, non sono abbandonate ma benedette da sempre dalla tua presenza e dal tuo amore.
Amen.
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Fonte: Diocesi di Roma e Radiopiù