Un tanto al chilo. Lorenzo Galliani e gli errori biblici sui quotidiani di questi ultimi giorni.
di Lorenzo Galliani | 29 dicembre 2016
www.vinonuovo.itSui due maggiori quotidiani italiani Eugenio Scalfari e Sergio Romano in questi giorni natalizi hanno fatto a gara a strafalcioni sulla cultura biblica
Tu chiamali, se vuoi, scivoloni. Come quelli commessi in questi giorni da Eugenio Scalfari e Sergio Romano, grandi firme di Repubblica e Corriere, su temi religiosi.
Partiamo da Scalfari e da un suo editoriale uscito la vigilia di Natale. "Sono andato a rileggermi i quattro vangeli sinottici del Nuovo Testamento", scrive il fondatore di Repubblica. Non si capisce perché debba specificare che i vangeli appartengano al Nuovo Testamento (esistono forse vangeli dell'Antico Testamento?), ma l'errore più evidente è quello numerico: i sinottici sono Marco, Matteo e Luca. Pazienza, gli sarà scappato. Anzi no, visto che poche righe dopo Scalfari rimarca: "I Vangeli sinottici, cioè quelli riconosciuti dalle Autorità successive alla prima generazione cristiana, sono quattro". Un po' dal salumiere: ne sono venuti quattro, che faccio, lascio? Sottinteso: "sinottici" e "canonici" non sono sinonimi.
Scalfari spiega che "in ordine di tempo furono scritti quello di Matteo, poi di Marco, poi di Luca e infine Giovanni", con Marco scivolato in seconda posizione. È poi piuttosto sbrigativo sulle peculiarità dei Vangeli ("Matteo racconta soprattutto i miracoli, Marco i tratti più salienti della predicazione, Luca si occupa anche degli apostoli"), dà per scontata l'identità dell'Evangelista Giovanni - alla faccia delle ipotesi lasciate aperte dagli studiosi - e afferma che Giovanni "fu il solo degli apostoli che scrisse il Vangelo" (Matteo niente?) e "poi, più tardi, anche l'Apocalisse che anzi fu la sua opera principale. Ma lo fu anche il Vangelo". Un po' meno principale, si capisce. Nell'articolo è incerto il contenuto, così come il linguaggio: "Insomma mettendo insieme i tre Vangeli si conosce, ma molto parzialmente, la vita di Gesù che diventano una biografia di fatti rilevanti".
Passiamo a Sergio Romano. Il 27 dicembre una lettrice del Corriere chiede che cosa significhi l'espressione "religioni del libro".
Essendo la risposta breve, la riportiamo integralmente: "Il tratto comune delle tre grandi religioni monoteiste è l'esistenza, per ciascuna di esse, di un libro che contiene le verità rivelate e i precetti del Signore. Per gli ebrei è la Bibbia con particolare riferimento all'Antico Testamento; per i cristiani è il Nuovo Testamento (ma molti protestanti leggono anche l'Antico Testamento); per i musulmani è il Corano. Esistono anche altri libri fra cui la Torah per gli ebrei, gli Atti degli apostoli per i cristiani, gli Hadith (detti autentici del Profeta) per i musulmani".
Dunque, gli ebrei hanno un "particolare riferimento all'Antico Testamento" (e hanno anche la Torah, che quindi dobbiamo supporre non appartenga all'Antico Testamento). Un cattolico potrebbe invece essere in crisi di identità, avendo una Bibbia (quindi è di religione ebraica?) con anche l'Antico Testamento (quindi è protestante?).
Santa pazienza...
www.vinonuovo.itSui due maggiori quotidiani italiani Eugenio Scalfari e Sergio Romano in questi giorni natalizi hanno fatto a gara a strafalcioni sulla cultura biblica
Tu chiamali, se vuoi, scivoloni. Come quelli commessi in questi giorni da Eugenio Scalfari e Sergio Romano, grandi firme di Repubblica e Corriere, su temi religiosi.
Partiamo da Scalfari e da un suo editoriale uscito la vigilia di Natale. "Sono andato a rileggermi i quattro vangeli sinottici del Nuovo Testamento", scrive il fondatore di Repubblica. Non si capisce perché debba specificare che i vangeli appartengano al Nuovo Testamento (esistono forse vangeli dell'Antico Testamento?), ma l'errore più evidente è quello numerico: i sinottici sono Marco, Matteo e Luca. Pazienza, gli sarà scappato. Anzi no, visto che poche righe dopo Scalfari rimarca: "I Vangeli sinottici, cioè quelli riconosciuti dalle Autorità successive alla prima generazione cristiana, sono quattro". Un po' dal salumiere: ne sono venuti quattro, che faccio, lascio? Sottinteso: "sinottici" e "canonici" non sono sinonimi.
Scalfari spiega che "in ordine di tempo furono scritti quello di Matteo, poi di Marco, poi di Luca e infine Giovanni", con Marco scivolato in seconda posizione. È poi piuttosto sbrigativo sulle peculiarità dei Vangeli ("Matteo racconta soprattutto i miracoli, Marco i tratti più salienti della predicazione, Luca si occupa anche degli apostoli"), dà per scontata l'identità dell'Evangelista Giovanni - alla faccia delle ipotesi lasciate aperte dagli studiosi - e afferma che Giovanni "fu il solo degli apostoli che scrisse il Vangelo" (Matteo niente?) e "poi, più tardi, anche l'Apocalisse che anzi fu la sua opera principale. Ma lo fu anche il Vangelo". Un po' meno principale, si capisce. Nell'articolo è incerto il contenuto, così come il linguaggio: "Insomma mettendo insieme i tre Vangeli si conosce, ma molto parzialmente, la vita di Gesù che diventano una biografia di fatti rilevanti".
Passiamo a Sergio Romano. Il 27 dicembre una lettrice del Corriere chiede che cosa significhi l'espressione "religioni del libro".
Essendo la risposta breve, la riportiamo integralmente: "Il tratto comune delle tre grandi religioni monoteiste è l'esistenza, per ciascuna di esse, di un libro che contiene le verità rivelate e i precetti del Signore. Per gli ebrei è la Bibbia con particolare riferimento all'Antico Testamento; per i cristiani è il Nuovo Testamento (ma molti protestanti leggono anche l'Antico Testamento); per i musulmani è il Corano. Esistono anche altri libri fra cui la Torah per gli ebrei, gli Atti degli apostoli per i cristiani, gli Hadith (detti autentici del Profeta) per i musulmani".
Dunque, gli ebrei hanno un "particolare riferimento all'Antico Testamento" (e hanno anche la Torah, che quindi dobbiamo supporre non appartenga all'Antico Testamento). Un cattolico potrebbe invece essere in crisi di identità, avendo una Bibbia (quindi è di religione ebraica?) con anche l'Antico Testamento (quindi è protestante?).
Santa pazienza...