Omelia per la II DOMENICA DOPO NATALE
LETTURE
Chi è quel Bambino che è nato? Cosa significa che sia nato?
Si tratta di
utilizzare “gli occhi del cuore”
(2L), espressione che san Paolo usa per indicare il bisogno di andare oltre
agli eventi superficiali e apparenti che vediamo con i nostri occhi.
E la sapienza era il Verbo e il Verbo era Dio .. e venne ad abitare (= mise la tenda) in mezzo a noi”.
Scriveva il vescovo Tonino Bello:
«Gente, Dio ha posto la sua tenda in mezzo a noi.
Siamo liberi di accoglierlo o di rifiutarlo. Se lo accogliamo, però, la vita
finalmente acquisterà senso per tutti!.
A quanti lo hanno accolto, ha dato potere di diventare
figli di Dio». È in questa accoglienza che si gioca il senso del vivere. Più
che senso, è meglio dire sapienza. Cioè sapore, gusto».
Qual è dunque il “SENSO” del Natale? Chi è questo bambino che è nato?
Giovanni ci
invita a volare alto, ad andare prima del tempo, all’origine di ogni cosa per
mostrarci che questo bambino, indifeso e povero, non è altro che la Parola (“E
Dio disse”…ed ogni cosa fu”). Alle origini c’era già questo rapporto d’amore
tra il Padre e il Figlio e il progetto di condividere il loro amore con chi
potesse comprenderlo, accoglierlo e viverlo.
Il Natale ci dice che Dio non è più lontano, ma in mezzo a noi. E da allora non ci ha più abbandonato. Ci invita ad accoglierlo, per poter divenire anche noi suoi figli: “A coloro che lo hanno accolto ha dato il potere di divenire suoi figli ed eredi”.
La rivelazione autentica del Padre,
la fa solo il Figlio: è lui che ci presenta Dio non come un
sovrano algido e distante, non come un padrone che governa imponendosi, ma come
un Padre amorevole che si compiace delle sue creature. Questo Padre
Rimangono
le contraddizioni evidenziate dal Prologo: luce/tenebre; accoglienza/non
accoglienza (o indifferenza); vita/morte. Non lo hanno accolto, non lo hanno
riconosciuto. Il mondo continua a non
riconoscerlo, ad ignorarlo, a non accoglierlo, a vivere nelle tenebre. Ma in
coloro che lo accolgono splende una luce, la vita diventa impetuosa e
contagiosa (di bene). Acquista finalmente sapore e senso. E non è poco!