Omelia per la II Domenica di Quaresima, Anno C: La trasfigurazione
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. (...)
> Dal deserto alla montagna, dalle tentazioni alla trasfigurazione, dall’esperienza del diavolo all’esperienza di Dio… Dagli abissi della nostra umanità (dove la tentazione è vinta con la FEDE, con l’ancorarsi alla volontà di Dio) alle alte vette della montagna dove poter guardare con SPERANZA in alto e in avanti.
Nella II tappa del cammino quaresimale Gesù ci porta con lui (così come ha fatto con Pietro, Giovanni e Giacomo) in montagna PER PREGARE. E’ una costante dell’evangelista Luca quella di presentarci Gesù in preghiera, in comunione piena e continua con il Padre. Probabilmente questa volta ha passato la nottata in preghiera e i suoi discepoli si sono addormentati, OPPRESSI dal sonno.
- Gesù ha mostrato, nella preghiera, la sua vera identità di Figlio di Dio. E’ stata quasi una conferma, lungo il cammino che lo conduce a Gerusalemme, verso la Passione e Morte, del suo destino di Resurrezione (da notare che questo episodio avviene 8 giorni dopo la confessione di Pietro che riconosce in Gesù il Messia e il diverbio tra loro per l’annuncio della Passione e Morte che dovrà presto subire). Si TRASFIGURA, non TRASFORMA (cambia figura, non forma): il VOLTO è, con gli occhi, lo specchio dell’anima: mostra quello che stiamo vivendo, il nostro “stato d’animo”. Chi è felice ha un volto luminoso, chi è triste ha un volto scuro, ombroso. Chi fa esperienza di Dio (pensiamo sempre a Mosè dopo l’incontro con Dio sul monte Sion:
- Gesù è apparso loro come il CULMINE, l’apice di tutta la Scrittura: è come se la LEGGE, rappresentata da Mosè, e i PROFETI, rappresentati da Elia, volessero preparare il popolo ad accogliere e comprendere il suo ESODO, cioè il suo PASSAGGIO dalla vita umana per entrare (e farci entrare) nella vita eterna, nella vita divina.
- I discepoli si rendono conto che sono di fronte ad una esperienza di Dio (teofania): ne hanno timore e insieme ne sono affascinati. Cercano quasi di fissare, DELIMITARE questa presenza, di contenerla in 3 tende o capanne. Ma è Dio stesso ad avvolgerli con la sua NUBE e ad indicargli cosa devono fare: ASCOLTATELO! Che significa: SEGUITELO, dategli ascolto, cioè fidatevi di lui: sono io stesso a confermarlo. Sono io che lo sto guidando in questo cammino che lo porterà presto a dare la vita a Gerusalemme. E’ lì che dovete seguirlo senza scoraggiarvi di fronte all’apparente fallimento che vi sembrerà di vivere.
E NOI? Quali indicazioni possiamo trarre da questo racconto e dalle altre letture ascoltate?
1. “Guarda il cielo”: sappi guardare in alto, cioè abbi SPERANZA, guarda al futuro credendo che Dio lo guida e trasforma il tuo mondo e questo mondo, realizza la sua promessa di bene.
2. Con la Trasfigurazione abbiamo un ANTICIPO del nostro DESTINO: anche noi saremo trasfigurati, vivremo nella luce piena, in comunione con le persone che ci hanno anticipato. E’ un motivo in più per fondare la nostra speranza, per affrontare anche la CROCE, sapendo che è solo una tappa provvisoria del nostro cammino. La meta è un’altra, e vale la pena faticare oggi per raggiungerla.
3. Cresciamo nella PREGHIERA: nella consapevolezza che è uno STRUMENTO potentissimo per imparare ad affidarci a Dio, per metterci nelle sue mani, per condividere la sua forza, energia vitale, il suo amore contagioso. Di fronte alla preghiera siamo spesso come bambini: incapaci di viverla a fondo, impazienti, scostanti. Dobbiamo ALLENARCI a viverla! La preghiera rende più limpido il volto, ti rende più te stesso, perché ti mette in contatto con quella parte di divino che compone la tua identità umana.
4. Superiamo l’aspetto esteriore, superficiale delle persone. Impariamo a guardare dentro, in modo INTE-LLIGENTE (da inte-ligo: leggere dentro) oltre le maschere che ci portiamo e che spesso nascondono e sfigurano la nostra vera identità di figli di Dio, di uomini creati a sua immagine. Gesù è riuscito a vedere in Pietro la roccia, nella donna indemoniata la discepola fedele, in Zaccheo, ladro esattore delle tasse, il generoso uomo che desidera cambiare vita… Non fermiamoci alle ombre, al NEGATIVO, ma cogliamo e incoraggiamo l’altro nel positivo che ha dentro.
5. ASCOLTATELO! E’ il vertice di tutto il racconto e il vertice della nostra fede: imparare ad ascoltarlo, seguirlo, imitarlo. Imparare così ad essere CITTADINI DEI CIELI, persone limpide, luminose, sorridenti, positive, entusiaste, appassionate, felici.
Vedi anche:
"Nella trasfigurazione chi cambia non è Cristo, ma i discepoli che furono resi capaci di vedere al di là della forma immediata percepita e oltre la quale prima non erano in grado di scorgere niente" (M. Rupnick, Vedo un ramo di mandorlo, p.17)