XVIII del tempo ordinario. "Io sono il pane della vita"
Letture
1. "La folla si diresse alla ricerca di Gesù"
> Domenica scorsa Gesù sfamava la folla accorsa a sentirlo con il "miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci" (di un giovane che li aveva messi a disposizione);
> La folla (l'umanità) ha fame e ha trovato la fonte per sfamarsi: tutto si gioca ancora su un piano materiale di interessi e bisogni primari tanto che Gesù li rimprovera invitandoli a cercare un "cibo che rimane per la vita eterna".
2. "Datevi da fare per il cibo che rimane per la vita eterna"
> Non possiamo vivere per mangiare, nè per soddisfare i soli bisogni materiali. Paolo parla dell’ «uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli». Passioni ingannevoli. Cibo che non nutre appieno.
> Gesù ci invita a comprendere che c'è un PANE MIGLIORE, quello che mi fa veramente vivere ("per la vita eterna"), un pane che è donato dal Figlio dell'Uomo, ma
> "Datevi da fare": occorre impegnarci a cercarlo, a chiederlo, ad accoglierlo (e a non ingozzarci di cibo che non sfama per la vita eterna).
3. "Cosa dobbiamo fare?" chiede la folla. E Gesù chiarisce che non si tratta tanto di "fare", ma di credere (= affidarsi/fidarsi) a Lui, mandato dal Padre.
4. "Io sono il pane della vita"
> C'è ancora un passo richiesto alla folla: non fermarsi al passato, a Mosè, ma rivolgere lo sguardo al "Padre mio che vi dà il pane del cielo, quello vero" e da lì credere a colui che è "disceso dal cielo e dà la vita al mondo".
> Gesù si definisce "pane della vita", cibo che sfama per sempre, pane che si dona e si lascia mangiare per colmare la nostra fame di vita piena, bella, eterna:
> chi ha accolto seriamente Gesù nella sua vita - e molti santi sono la testimonianza vivente di queste parole - ha colmato la propria fame ed è diventato a sua volta simile a Lui: cibo per gli altri, testimoni che c'è un pane migliore di quello materiale, pane spirituale che sfama il nostro bisogno di amore, di comunione, di fraternità. di accoglienza, di bene.
Ringraziamo il Signore che oggi e sempre si dona a noi. Lo ringraziamo perchè anche oggi - nonostante il caldo estivo e l'illusione che sfami più farsi delle vacanze, divertirsi, svagarsi - siamo qui a cercare e chiedere quell'unico pane capace di dare senso e maggiore bellezza sia alle vacanze che agli impegni quotidiani, ovvero alla vita intera.
1. "La folla si diresse alla ricerca di Gesù"
> Domenica scorsa Gesù sfamava la folla accorsa a sentirlo con il "miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci" (di un giovane che li aveva messi a disposizione);
> La folla (l'umanità) ha fame e ha trovato la fonte per sfamarsi: tutto si gioca ancora su un piano materiale di interessi e bisogni primari tanto che Gesù li rimprovera invitandoli a cercare un "cibo che rimane per la vita eterna".
nel Vangelo di questa domenica, la gente insegue Gesù, e lo fa per mangiare. E Gesù non dice: “Brutti cattivi, così non si fa!” Ma: “Voi desiderate ancora troppo poco! Voi vi state accontentando! Si può mangiare meglio. Vi state affaticando per una cosa piccola” (don Fabio Rosini)> Sono comunque IN RICERCA e solo così riescono ad incontrare Gesù. Noi piuttosto rischiamo di essere SAZI di tante cose che sfamano solo il fisico, ma lasciano lo Spirito debilitato, senza forze. Ingozzati come oche ci sediamo intorpiditi come chi mangia troppo e male.
2. "Datevi da fare per il cibo che rimane per la vita eterna"
> Non possiamo vivere per mangiare, nè per soddisfare i soli bisogni materiali. Paolo parla dell’ «uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli». Passioni ingannevoli. Cibo che non nutre appieno.
> Gesù ci invita a comprendere che c'è un PANE MIGLIORE, quello che mi fa veramente vivere ("per la vita eterna"), un pane che è donato dal Figlio dell'Uomo, ma
> "Datevi da fare": occorre impegnarci a cercarlo, a chiederlo, ad accoglierlo (e a non ingozzarci di cibo che non sfama per la vita eterna).
3. "Cosa dobbiamo fare?" chiede la folla. E Gesù chiarisce che non si tratta tanto di "fare", ma di credere (= affidarsi/fidarsi) a Lui, mandato dal Padre.
4. "Io sono il pane della vita"
> C'è ancora un passo richiesto alla folla: non fermarsi al passato, a Mosè, ma rivolgere lo sguardo al "Padre mio che vi dà il pane del cielo, quello vero" e da lì credere a colui che è "disceso dal cielo e dà la vita al mondo".
> Gesù si definisce "pane della vita", cibo che sfama per sempre, pane che si dona e si lascia mangiare per colmare la nostra fame di vita piena, bella, eterna:
> chi ha accolto seriamente Gesù nella sua vita - e molti santi sono la testimonianza vivente di queste parole - ha colmato la propria fame ed è diventato a sua volta simile a Lui: cibo per gli altri, testimoni che c'è un pane migliore di quello materiale, pane spirituale che sfama il nostro bisogno di amore, di comunione, di fraternità. di accoglienza, di bene.
Ringraziamo il Signore che oggi e sempre si dona a noi. Lo ringraziamo perchè anche oggi - nonostante il caldo estivo e l'illusione che sfami più farsi delle vacanze, divertirsi, svagarsi - siamo qui a cercare e chiedere quell'unico pane capace di dare senso e maggiore bellezza sia alle vacanze che agli impegni quotidiani, ovvero alla vita intera.