EPIFANIA: dove/come cercare Gesù che è nato?
- L’epifania diventa l’evento dell’INCONTRO: di Dio che in Gesù cerca l’uomo e dell’uomo che (messosi in cammino) in Gesù trova Dio.
- In queste prossime feste ricordiamo 2 momenti o modi in cui si è mostrato al mondo: attraverso la STELLA seguita dai magi (oggi) e attraverso il suo BATTESIMO (domenica prossima).
- Oggi ci è stato presentato questo racconto che ricorda un pò le FIABE, che, più che raccontarci degli eventi così come sono accaduti, vuole comunicarci un messaggio importante: dove e come cercare Gesù che è nato? Il racconto dei MAGI (non maghi, ma sapienti che vengono dall’Oriente) cerca di dare una risposta e ci dice:
1.che Dio si è incarnato per tutti e tutti possono incontrarlo anche se non conoscono la nostra religione.
2.è fondamentale però GUARDARE IN ALTO ("Alza gli occhi intorno e guarda", scrive Isaia), cercare nella natura quei segni che ci parlano di Dio, ci ricordano il suo amore e la sua bellezza riflessa nel creato.
3.Occorre GUARDARE OLTRE IL PROPRIO OMBELICO, non chiudersi a riccio per le proprie paure e i propri egoismi, ma cercare oltre di noi un senso alla nostra vita, chiedere cosa Dio voglia da noi.
4.Occorre GUARDARE IL CIELO e LA NOSTRA STELLA che ci guida: affidarsi a Dio e alla luce che ci dona: capire il nostro posto nel mondo, la nostra vocazione da seguire e costruire, ciò che realmente ci risulta luminoso, bello, senza lasciarci abbagliare dalle false stelle (pensiamo alle star/stelle di Hollywood che dietro l’immagine di successo e felicità nascondono spesso una vita fallimentare, triste, inutile: ci lasciamo ingannare da queste stelle, vogliamo realmente diventare come loro?).
5.Occorre METTERSI IN CAMMINO dietro questa luce/intuizione, IN COMUNITA’, insieme ad altri che stanno seguendo le stesse indicazioni, senza paura di dover lasciare molte cose (x’ in un lungo, incerto e notturno cammino tante cose sono solo di intralcio).
6.Occorre domandare agli “esperti” che incontriamo lungo il cammino cosa ci dica Dio nella sua SCRITTURA e dobbiamo seguire queste indicazioni senza lasciarci scoraggiare dall’atteggiamento “contraddittorio” di tali esperti (che sanno, ma non fanno).
7.La certezza di aver trovato la META o di esserci volta per volta avvicinati è la GIOIA profonda che ci invade. E’ il momento di PROSTRARSI e ADORARE il Signore incontrato, senza timore di aver sbagliato obiettivo solo x’ questo è ancora bambino, realtà iniziale che deve crescere e manifestarsi pienamente x quello che è.
8.Doniamogli quello che abbiamo di più prezioso: la nostra vita, i nostri sogni, il nostro impegno a costruire quella realtà di pace e comunione che dà senso alla nostra vita nel modo che ci viene indicato (nel sacerdozio, nel matrimonio, nell’impegno in parrocchia e nella società...) senza temere di dover “pagare” queste scelte (la mirra è ad esempio il simbolo della sofferenza che questo Dio-bambino dovrà affrontare).
9.“Per un’altra strada fecero ritorno”: la nostra vita deve cambiare nell’incontro con il Signore. Anche il nostro tornare nelle nostre case deve essere differente, trovarci arricchiti, pronti a rinnovare la speranza che è in noi, a rinnovare le relazioni che ci uniscono o che ci hanno diviso, pronti a testimoniare la possibilità di una vita migliore.
10. Il RISCHIO inverso è quello di scegliere la strada di ERODE e del suo entourage: quella di difendere il nostro piccolo potere, i nostri egoismi e attaccamenti, di sentire il Signore come una minaccia, di RIMANERE FERMI nelle nostre posizioni, di conoscere la Scrittura e il volere di Dio, ma di non far nulla per seguirli, di rimanere nell’OSCURITA’ di una vita meschina e falsa.
Vedi anche: I magi, "cercatori di Dio"