Meloni e i riferimenti religiosi nel suo discorso alla Camera
Ieri, nel discorso alla Camera, la nuova Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto riferimento a diversi personaggi religiosi: da Giovanni Paolo II a papa Francesco, da San Benedetto alla venerabile Chiara Corbella. Ne scrivono Marco Politi per il Corriere, Gianluca De Rosa per Il Foglio e Lucandrea Massaro per Aleteia.
Ecco alcuni passaggi:
Corriere:
Non è facile costruirsi un Pantheon quando devi escludere l’intera area che va da Che Guevara a Madre Teresa, già appannaggio di una sinistra onnivora in materia di ideali. Anche perché sennò «fàmo le tre», e già «sto a morì», come garbatellianamente il/la premier ha sussurrato a voce bassa ma a microfoni accesi. Così l’abituale elenco dei grandi ispiratori, in cui di solito i politici meno colti sono e più indulgono, stavolta si è ridotto all’osso. (...)
per declinare a modo suo le più attuali questioni su cui la destra è attesa al varco, Giorgia Meloni ha ingegnosamente fatto ricorso a tre grandi nomi del Cristianesimo.
La prima è l’Europa, risolta con un: «Siamo eredi di San Benedetto». Il riferimento al santo di Norcia, traghettatore della classicità greco-romana nel Medioevo di origine giudaico-cristiana, è infatti perfetto per dire: l’Europa di cui lui è patrono è quella che a noi piace, perché è nata in Italia e nei monasteri, non a Bruxelles o nei mercati. È la «casa comune dei popoli europei»; ma «uniti nella diversità, portando ciascuno la propria identità». Abbozzi di un nazional-europeismo tutto da costruire.
La seconda caldissima questione è stata invece «battezzata» con una citazione di papa Francesco: «La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro». Sistemando così il reddito di cittadinanza e annunciandone la riforma, perché finora è stato «una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per sé stesso».
La terza questione, ancor più delicata per chi come lei viene da una tradizione politica non liberale, è quella della libertà. Invocata più volte a gran voce, anche per garantire che non «saranno ridotte quelle esistenti» sui diritti civili e sull’aborto; ma aggettivata, specificata, precisata, per distinguerla dalla «licenza». Ricorrendo a una formidabile frase di Giovanni Paolo II, per il quale «la libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve». Il che — oltre a far fuori la liberalizzazione della cannabis — annuncia lo stile politico cui la premier s’impegna: pronta anche a perdere le prossime elezioni, pur di «non indietreggiare, non gettare la spugna, non tradire» il compito che si è assegnato di risollevare la Nazione.
Il Foglio:
Tutte i riferimenti religiosi servono soprattutto a dare una prospettiva politica. E se San Benedetto da Norcia, “un italiano, patrono principale dell'intera Europa”, serve per ricordare “la postura che il governo terrà dentro le istituzioni europee. Perché è quello il luogo in cui l’Italia farà sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice”, Papa Francesco viene utilizzato per spiegare l’approccio che il suo governo avrà al problema della povertà, con la revisione del Reddito di cittadinanza. Se il Pontefice ha detto: “La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro”. Allora Meloni chiosa: “Per come è stato pensato e realizzato, il Rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia".
Aleteia:
C’è una carrellata di donne, dal Risorgimento ai nostri giorni, di destra e di sinistra, a cui Giorgia Meloni ha reso omaggio. Tra di esse spicca per “eccentricità” rispetto al mainstream un nome: Chiara Corbella Petrillo. Insieme ad altre, la presidente Meloni, la ringrazia: “grazie per avere dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io”. L’esempio di Chiara, lo ricordiamo, è quello di una totale dedizione alla vita, fino a sacrificare la propria per garantire la nascita di suo figlio, un esempio di controcultura in fatto di aborto, sebbene – in un altro passaggio – la Meloni dice: “Un governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni”.