Sul ddl Zan e sull'intolleranza dei "tolleranti"
Ritorno a parlare del tema caldo di questi ultimi mesi, infuocato dal dibattito (pilotato? voluto?) sulla presunta ingerenza del Vaticano nei confronti dello Stato italiano.
Le reazioni sono state verbalmente violente, con tanto di ritorno alle diffamazioni riguardo il non pagamento dell'ICI da parte del Vaticano. Risponde Avvenire:
Fedez si improvvisa direttore del coro: «Il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali dice all’Italia, guarda che con il Ddl Zan stai violando il Concordato». Peccato che il pagamento dell’Imu con il Concordato non c’entri niente, dato che in questa materia il Vaticano, le diocesi italiane, le parrocchie e tutti gli altri enti del mondo cattolico sono sottoposti alle stesse regole stabilite per le associazioni laiche, i partiti, i sindacati e naturalmente per gli immobili delle altre confessioni religiose. E pure alle stesse esenzioni, previste per l’intero ambito del non profit: quelle stesse esenzioni che permettono agli oratori di ospitare (anche in questo periodo) migliaia e migliaia di bambini e ragazzi che, in mancanza, sarebbero esposti alle insidie della strada o alla triste solitudine del confronto con uno schermo. Quelle esenzioni che consentono alle mense Caritas di distribuire sei milioni di pasti ai senza dimora, o a centinaia di strutture di accoglienza di prendersi cura in molti modi di chi è finito ai margini della società. L’Imu, dunque, quando dovuta in base alla legge italiana, è stata sempre pagata. Ma tant’è, da noi c’è – e grazie alla Costituzione, varata con il contributo determinante dei cattolici – libertà di opinione. La stessa che il ddl Zan minaccia di comprimere e non poco, ma questo è un altro discorso.
Contro Fedez si è scagliata anche una suora che sta riscuotendo un certo successo mediatico: La lettera di sr Anna Monia Alfieri a Fedez
Ho trovato interessante l'osservazione riportata da Costanza Miriano sul cortocircuito mentale del deputato Zan che condanna il Parlamento ungherese per la legge approvata e allo stesso tempo condanna il Vaticano per ingerenza su una legge approvata da un ramo del Parlamento italiano (vedi l'immagine in apertura del post). Commenta la Miriano:
No, fatemi capire, se 13 paesi condannano l'Ungheria va bene, se il Vaticano chiede cortesemente di rispettare un patto bilaterale è una minaccia alla sovranità italiana?
Riporta inoltre una dichiarazione del leader ungherese:
Ha provato a raffreddare gli animi il segretario di stato vaticano Parolin affermando che:
“... non è stato in alcun modo chiesto di bloccare la legge. Siamo contro qualsiasi atteggiamento o gesto di intolleranza o di odio verso le persone a motivo del loro orientamento sessuale, come pure della loro appartenenza etnica o del loro credo. La nostra preoccupazione riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è. Senza però dare al giudice i parametri necessari per distinguere. Il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago. In assenza di una specificazione adeguata corre il rischio di mettere insieme le condotte più diverse e rendere pertanto punibile ogni possibile distinzione tra uomo e donna, con delle conseguenze che possono rivelarsi paradossali e che a nostro avviso vanno evitate, finché si è in tempo. L’esigenza di definizione è particolarmente importante perché la normativa si muove in un ambito di rilevanza penale dove, com’è noto, deve essere ben determinato ciò che è consentito e ciò che è vietato fare”.
“Non è stata un’ingerenza", chiarisce Parolin. "Lo Stato italiano è laico, non è uno Stato confessionale, come ha ribadito il Presidente del Consiglio. Concordo pienamente con il Presidente Draghi sulla laicità dello Stato e sulla sovranità del Parlamento italiano. Per questo si è scelto lo strumento della Nota Verbale, che è il mezzo proprio del dialogo nelle relazioni internazionali. Al tempo stesso ho apprezzato il richiamo fatto dal Presidente del Consiglio al rispetto dei principi costituzionali e agli impegni internazionali. In questo ambito vige un principio fondamentale, quello per cui pacta sunt servanda. È su questo sfondo che con la Nota Verbale ci siamo limitati a richiamare il testo delle disposizioni principali dell’Accordo con lo Stato italiano, che potrebbero essere intaccate. Lo abbiamo fatto in un rapporto di leale collaborazione e oserei dire di amicizia che ha caratterizzato e caratterizza le nostre relazioni. Faccio anche notare che fino ad ora il tema concordatario non era stato considerato in modo esplicito nel dibattito sulla legge. La Nota Verbale ha voluto richiamare l’attenzione su questo punto, che non può essere dimenticato”.
“La Conferenza episcopale italiana - prosegue Parolin - ha fatto tutto il possibile per far presenti le obiezioni al disegno di legge. Ci sono state due dichiarazioni in proposito e il quotidiano dei cattolici italiani, Avvenire, ha seguito con molta attenzione il dibattito. Anche la Cei, con la quale c’è piena continuità di vedute e di azione, non ha chiesto di bloccare la legge, ma ha suggerito delle modifiche. Così anche la Nota Verbale si conclude con la richiesta di una diversa ‘modulazione’ del testo. Discutere è sempre lecito”. (da Avvenire)
Su Aleteia si approfondisce:
L’orticello delle opinioni dei vip
Nel frattempo gli italiani si dedicano a coltivare quella sempiterna nemica del pensiero che è l’opinione, e i giornaloni rincorrono i video di Fedez “contro il Concordato” con le dichiarazioni di Elodie “grazie mamma per non avermi battezzata”. Nessun pericolo, nell’immediato: dire che il Concordato tra Stato italiano e Chiesa Cattolica è un’inutile zavorra è in sé e per sé un’innocua (per quanto ignorante) opinione. Un Fedez dovrebbe prima formare un soggetto politico e farsi votare, quindi entrare in Parlamento, sostenere un Governo ed esservi così influente da poter proporre e approvare una riforma costituzionale… e a quel punto si potrebbe aprire il capitolo “revisione del Concordato”.
Si farebbe però male a sottovalutare come mere chiacchiere di buontemponi questi inquietanti fenomeni di costume: se si può portare un giudizio severo sugli effetti deleteri della “mediocrazia” degli anni ’90 sull’attuale scenario socio-politico, il giorno in cui un Fedez decidesse di assecondare la propria inclinazione da capopopolo dovrebbe essere temuto e non sottovalutato con la sicumera di Piero Fassino che del rumoroso Beppe Grillo disse, all’epoca, “che faccia un partito e vediamo quanti voti prende”. Se proprio nel 1993 Marco Masini vaticinava il mondo di giovani la cui «religione / è di credere ai cantanti», quegli adolescenti adesso non solo votano, ma per buona parte sono diventati anche genitori di bambini dai 2 mesi ai 18 anni, e dunque costituiscono buona parte del target del ddl Zan (quanto all’indottrinamento scolastico sui figli) e si ritrovano tra l’incudine della loro disorientata prole e il martello dei loro pifferai magici di riferimento.