Tutto (o quasi) sul nuovo beato: Rosario Livatino, martire della mafia
La beatificazione del giudice Livatino avvenuta il 9 maggio ad Agrigento ha nuovamente messo in evidenza la vita esemplare di questo cristiano coraggioso, giusto e umile. Segnalo degli articoli per approfondire la sua figura a cui seguirà una breve biografia.
Testimone. Il giudice beato. Rosario Livatino tra Vangelo e Costituzione (Avvenire)
Rosario Livatino è beato: la festa sarà il 29 ottobre. Le 10 cose da sapere (Corriere)
Livatino, il “piccolo giudice” beato, tra lotta alla mafia e umanità (Vaticanews)
ROSARIO
LIVATINO[1], beatificato
il 9 maggio 2021, laico martire della mafia (noto come il “giudice ragazzino”)
è agrigentino, laureato in
tempi record in Giurisprudenza e Scienze politiche ed entra in magistratura
dove combatte la mafia. Inflessibile, coerente, ininfluenzabile, non aderisce a
club od associazioni, non rilascia dichiarazioni e rarissimi sono i suoi
interventi pubblici. Tutto concentrato sul suo lavoro, se lo porta anche a
casa, per studiare le cause su quella sua scrivania, dove spiccano un
crocifisso e un Vangelo, che, da come troveranno evidenziato e con annotazioni
a margine, ha spesso consultato. La sua vita spirituale è molto profonda e
intessuta di preghiera.
La mafia lo uccide a 38 anni per il
suo impegno per la legalità, fatto che porta san Giovanni Paolo II a definire
lui e gli altri uccisi dalla mafia «martiri della giustizia e indirettamente
della fede».
Un giorno aveva scritto: «Al termine
della vita non vi sarà chiesto se siete stati credenti ma se siete stati credibili».
[1] Canicattì, Agrigento, 3 ottobre 1952 – Agrigento, 21
settembre 1990
http://www.santiebeati.it/dettaglio/90069
www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-giudice-rosario-livatino-piu-vicino-agli-altari