Consigli agli sposi
Ventisettesima puntata delle mie riflessioni sulla "vita sessuale tra Chiesa e società"
Più
volte papa Francesco è intervenuto dando consigli alle giovani coppie di
fidanzati o agli sposi. Così si è espresso ad un incontro con i giovani
dell’Umbria, rispondendo ad una domanda posta da una coppia[1]:
Ci vuole coraggio per formare una famiglia! (…) Pensiamo ai nostri
genitori, ai nostri nonni o bisnonni: si sono sposati in condizioni molto più
povere delle nostre, alcuni in tempo di guerra, o di dopoguerra; alcuni sono
emigrati, come i miei genitori. Dove trovavano la forza? La trovavano nella
certezza che il Signore era con loro, che la famiglia è benedetta da Dio col
Sacramento del matrimonio, e che benedetta è la missione di mettere al mondo i
figli e di educarli. Con queste certezze hanno superato anche le prove più
dure. Erano certezze semplici, ma vere, formavano delle colonne che sostenevano
il loro amore. (…) E sono riusciti a fare una bella famiglia, a dare vita, a
fare crescere i figli.
I tempi sono cambiati e la cultura del
provvisorio, dell’egoismo imperante, rende impervio il cammino di una giovane
coppia che si sposa.
Ma – prosegue il papa - lo Spirito Santo suscita sempre risposte nuove alle
nuove esigenze! E così si sono moltiplicati nella Chiesa i cammini per
fidanzati, i corsi di preparazione al Matrimonio, i gruppi di giovani coppie nelle
parrocchie, i movimenti familiari… Sono una ricchezza immensa! Sono punti di
riferimento per tutti: giovani in ricerca, coppie in crisi, genitori in
difficoltà con i figli e viceversa. (…) La fantasia – mi permetto la parola – la
fantasia dello Spirito Santo è infinita, ma è anche molto concreta! Allora
vorrei dirvi di non avere paura di fare passi definitivi. (…) Approfondite
il vostro amore, rispettandone i tempi e le espressioni, pregate, preparatevi
bene, ma poi abbiate fiducia che il Signore non vi lascia soli! Fatelo entrare
nella vostra casa come uno di famiglia, Lui vi sosterrà sempre[2].
Ci sono poi i tre consigli divenuti celebri,
che possiamo considerare delle regole di vita familiare e comunitaria: chiedere
permesso, ringraziare e saper chiedere scusa.
Le
tre parole magiche. Permesso: per non essere invadente nella vita
dei coniugi. (…) Grazie: ringraziare il coniuge; grazie per quello che
hai fatto per me, grazie di questo. (…) E siccome tutti noi sbagliamo,
quell'altra parola che è un po' difficile a dirla, ma bisogna dirla: scusa[3].
Ma la cosa più importante e determinante è che ci sia amore!
Nelle coppie quello che pesa di più non sono gli affanni e i mille impegni
quotidiani, ma la mancanza di amore: “Pesa non ricevere un sorriso, non essere
accolti. Pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, tra marito e moglie,
tra genitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica diventa più pesante,
intollerabile”[4]. “Nel
vostro cammino familiare, voi condividete tanti momenti belli: i pasti, il
riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i viaggi e i
pellegrinaggi, le azioni di solidarietà… Tuttavia, se manca l'amore manca la
gioia, e l'amore autentico ce lo dona Gesù”[5]. Ma
– torniamo così al punto di partenza – cos’è l’amore? E’
Solo un sentimento, uno stato psicofisico?
Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se
invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che
cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una
casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! (…) Non volete fondarla
sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero,
l’amore che viene da Dio. La famiglia nasce da questo progetto d’amore che
vuole crescere come si costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto,
di speranza, di sostegno. Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così
anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Per
favore, non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”! Dunque
come si cura questa paura del “per sempre”? Si cura giorno per giorno
affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale
quotidiano, fatto di passi - passi piccoli, passi di crescita comune - fatto di
impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede. (…) In questo cammino è
importante, è necessaria la preghiera, sempre. Lui per lei, lei per lui e tutti
e due insieme. Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore. Nella preghiera
del Padre Nostro noi diciamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Gli sposi
possono imparare a pregare anche così: “Signore,
dacci oggi il nostro amore quotidiano”, perché l’amore quotidiano degli sposi è
il pane, il vero pane dell’anima, quello che li sostiene per andare avanti[6].
Rivolgendosi ai dipendenti vaticani nel tradizionale scambio di
auguri per il Natale 2015, papa Francesco li invitava a non tralasciare il loro
dovere di mariti e di padri, perché:
Il matrimonio è come una pianta. Non è come un armadio, che
si mette lì, nella stanza, e basta spolverarlo ogni tanto. Una pianta è viva,
va curata ogni giorno: vedere come sta, mettere l’acqua, e così via. Il
matrimonio è una realtà viva: la vita di coppia non va mai data per scontata,
in nessuna fase del percorso di una famiglia. Ricordiamoci che il dono più
prezioso per i figli non sono le cose, ma l’amore dei genitori. E non intendo
solo l’amore dei genitori verso i figli, ma proprio l’amore dei genitori tra
loro, cioè la relazione coniugale. Questo fa tanto bene a voi e anche ai
vostri figli! Non trascurare la famiglia! Dunque, prima di tutto coltivare la
“pianta” del matrimonio, che siete voi sposi, e nello stesso tempo curare la
relazione con i vostri figli, anche qui, puntando più sul rapporto umano che
sulle cose. Parlare con i figli, sentirli, chiedere loro cosa pensano. Questo
dialogo fra i genitori e i figli fa tanto bene! Fa crescere in maturità i
figli. Puntiamo sulla misericordia, nelle relazioni quotidiane, tra marito e
moglie, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle; e prendiamoci cura dei
nonni: i nonni sono tanto importanti nella famiglia. I nonni hanno la memoria,
hanno la saggezza. Non lasciare da parte i nonni![7].
[1] “Noi giovani viviamo in una
società dove al centro c'è lo star bene, il divertirsi, il pensare a se stessi.
Vivere un matrimonio da giovani cristiani è complesso, aprirsi alla vita è una
sfida e un timore frequente. Come coppia giovane sentiamo la gioia di vivere il
nostro matrimonio, ma ne sperimentiamo la fatica e le sfide quotidiane. Come la
Chiesa ci può aiutare, come i nostri pastori possono sostenerci, quali passi
anche noi siamo chiamati a compiere?”
[3] Udienza generale del 2
aprile 2014
[4] Incontro con le famiglie
a Roma, ottobre 2013
[5] Dalla Lettera del Papa alle famiglie del 2 febbraio 2014
[6] Incontro con i
fidanzati che si preparano al matrimonio, 14 febbraio 2014.