Epicoco: come prepararci a vivere la Pentecoste
Premette che ci sono blocchi, paure, vizi, condizionamenti che sono più forti di noi, "come se ci fosse una paralisi della volontà pratica".
Ciò che tiene i discepoli chiusi all'interno di quel cenacolo è qualcosa di più grande di loro. Allora, soltanto qualcosa di più grande di loro può liberarli, perchè il Risorto non ha problemi a entrare a porte chiuse. Cristo non si spaventa delle nostre chiusure, delle nostre paure, delle nostre insicurezze, non si spaventa dei nostri peccati, che sono maniere altre di tenere le porte chiuse.Tante situazioni ci portano ad avere un cuore che si sclerotizza. Dio ci dona un cuore nuovo, un cuore di carne, entra nella nostra vita, ma "il problema è che io non esco...Non ne usciamo noi fuori, non c'è un cambiamento nostro se non nel desiderio e, alcune volte, non c'è neanche quello...Allora irrompe lo Spirito che sfonda le porte, che si abbatte gagliardo.
Questo cambiamento di cuore personale e comunitario è l'esperienza della Pentecoste". Ma è qualcosa che non accade per nostro comando o desiderio: "E' un dono di Dio...ma noi possiamo prepararci ad accoglierla, a chiederla...E come ci si prepara?"
1- "Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo" (At 2,1):
dopo un'iniziale divisione che nasce dalla difficoltà, e dalla consapevolezza che in un primo momento essa ci divide perchè ci confonde, i discepoli si ricompattano tra loro, perchè decidono di ricompattarsi. Se è vero che la comunione è un dono di Dio, è anche vero che ciò che la precede, ciò che prepara alla comunione di Dio e tra di noi, è il fatto che decidiamo di tornare uniti. Lo decidiamo con una scelta deliberata.
Non ci può essere nessuna Pentecoste se personalmente e comunitariamente non prendiamo la decisione di tornare a essere insieme, di pensarci insieme, di riconoscere che il nostro destino è intrecciato in una maniera inscindibile con il destino del nostro fratello... Se vuoi salvare una famiglia frantumata, la prima cosa da fare non è cercare aiuto o chiedere l'aiuto a Dio, ma domandarsi se vogliamo ancora decidere di essere insieme come famiglia e per questo farci aiutare da Dio e dagli altri.2- "Erano assidui e concordi nella preghiera" (At 1,14): la seconda caratteristica è tornare a pregare! Pregare non solo con assiduità, ma "concordi", cioè "con un cuore solo". E per tornare ad essere concordi dobbiamo tornare ad ascoltarci.
3- "Erano assidui e concordi nella preghiera con Maria": "Troppo spesso, la presenza di Maria nella nostra vita è una presenza devozionale, decorativa. Invece la sua presenza è decisiva per la Pentecoste... mi piace immaginare che il pertugio, la fessura attraverso cui lo Spirito Santo irrompe è Maria; è lei l'infiltrata" che ha già fatto abbondantemente esperienza dello Spirito e che, sotto la croce, è chiamata a farci da madre.
L'assenza di Maria ci imbruttisce. Maria ci riporta invece a una bellezza di fondo. Un pò come quando le nostre mamme da piccoli ci facevano andare a scuola ordinati e con i vestiti puliti. Ci sentivamo addosso la cura di qualcuno. A volte le nostre comunità non sono luoghi particolarmente belli perchè ci si è dimenticati di Maria e della maternità di questa donna. O peggio, ce se ne ricorda con devozionismo, cioè con un'incidenza decorativa ma non decisiva, esistenziale.4- "Come di vento che si abbatte gagliardo" (At 2,2): lo Spirito è più forte della divisione e della chiusura dei discepoli. Quando ci si trova angosciati e impotenti di fronte a forze avverse che sono più forti di noi, ricordiamoci della potenza dello Spirito, "più forte anche della nostra depressione, della nostra rassegnazione, della nostra incapacità".
La nostra chiusura genera confusione, incapacità a capirsi, parliamo lingue diverse. Allora ci ammaliamo, di quella che potremmo chiamare la "sindrome dell'incompreso". Nessuno mi capisce. Come soffro io non soffre nessuno. Come sento io le cose non le sente nessuno. E il peggio è convincersi dell'incomunicabilità di questo stato.La Pentecoste porta il dono delle lingue, la capacità di comprendersi, di comunicare.