Omelia per la XXX domenica del T.O./B
La guarigione-salvezza del cieco Bartimeo si presta, come molti altri episodi evangelici, a diverse letture: quella più immediata di un miracolo-discepolato, ma anche quella di come si diventa cristiani:
la fede è luce (e i primi cristiani erano anche detti "illuminati"), luce che illumina la vita, rischiara le tenebre, offre speranza e capacità di vedere oltre le apparenze.
Siamo a Gerico, città posta sotto il livello del mare, in una sorta di inferi. Gerico in ebraico vuol dire Luna: è dunque "città simbolo di ciò che è basso, oscuro e notturno"(C. Doglio). Da qui si sale per Gerusalemme su una strada che attraversa una zona desertica e infestata da ladri (vedi la parabola del buon samaritano). Qui Gesù ha anche redento il peccatore Zaccheo, il pubblicano di bassa statura.
La condizione di Bartimeo è quella di un uomo privo di vista, di luce, di fede. Mendica l'aiuto dei passanti stando seduto lungo la strada su un suo mantello. Ciò che gli impedisce di vedere e che lo tiene bloccato in terra è la sua condizione di peccato. Ma la fede nasce dall'ascolto di un annuncio che ci è stato fatto e per Bartimeo nasce dal sentire "che era Gesù Nazareno" che sta passando.
Vuoi conoscere Gesù? Farlo entrare nella tua vita? Diventare suo discepolo? Riconosci la tua cecità, il tuo desiderio di vedere, cioè di fede autentica e profonda. Grida la tua preghiera:
"Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me".
La società e la cultura (come la Chiesa stessa) possono essere un ostacolo ("lo rimproveravano perché tacesse"), ma anche un mezzo di evangelizzazione: "chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio! Alzati, ti chiama!".
Proviamo a sentire rivolte a noi queste parole: "Coraggio, alzati, Gesù ti sta chiamando". "Sono un invito all'impegno, al superamento della paura e della pigrizia: il Signore ci dà coraggio ed entusiasmo per vivere con impegno. Poi sono una forza che rimette in piedi: Gesù rialza la nostra vita, ci dà l'energia per alzarci (...) ci chiama personalmente, perché ognuno faccia della propria vita una missione" (C. Doglio).
Bartimeo è pronto a cogliere l'occasione: getta il suo mantello (tutto ciò che aveva, con le offerte accumulate), balza in piedi e va da Gesù.
Gesù lo coinvolge, gli chiede - come spesso fa- cosa desideri che lui gli faccia. Bartimeo ha le idee chiare: "Che io riabbia la vista". Donami la guarigione! Donami una fede che mi apra gli occhi del cuore, che risvegli la vista interiore, che doni la capacità di vedere in profondità.
E’ la stessa domanda che domenica scorsa poneva ai due apostoli (Giacomo e Giovanni), ad indicare che non è una domanda retorica e scontata: i due apostoli avevano espresso sogni di gloria; il cieco poteva limitarsi a lamentarsi della sua condizione e a denunciare l’indifferenza della gente. Invece esprime il suo vero bisogno e, insieme, la sua piena fiducia in quest’uomo (la fede di poter essere da lui guarito).
"Che io veda di nuovo!", cioè "Che io veda in maniera nuova, che veda ciò che non riesco più a vedere, che veda la novità che c'è in tutto quello che nella mia vita do ormai per scontato". La vita spirituale è in fondo questa capacità di saper vedere ciò che Antoine de Saint.Exuperi chiamava "l'essenziale invisibile agli occhi". Chi prega vede ciò che gli altri non riescono più a vedere. (L.M.Epicoco)
Gesù gli dona la salvezza: cioè una vita nuova, bella, eterna. La sua fede in Gesù lo ha salvato: si è fidato di Gesù, si è pienamente affidato a Lui e ora ha iniziato a seguirlo lungo la strada (che porta a Gerusalemme): è diventato un discepolo, un cristiano, un illuminato, un uomo nuovo la cui vita è destinata all'eternità beata, alla luce eterna.
Aggiunge papa Francesco: "La fede di Bartimeo traspare dalla sua preghiera. Non è una preghiera timida, convenzionale. Anzitutto chiama il Signore "Figlio di Davide": cioè lo riconosce Messia, Re che viene nel mondo. Poi lo chiama per nome, con confidenza: "Gesù". (...) Non gli chiede qualche spicciolo come fa con i passanti. A colui che può tutto chiede tutto".
Don Tonino Bello, un santo vescovo dei nostri tempi, racconta di aver fatto visita ad un cieco chiamato Bartolomeo che gli ha detto: "Oggi c'è il sole: non lo vedo, ma lo sento!". Commenta il vescovo: Il Signore, come il sole di Bartolomeo, è difficile vederlo; ma non è impossibile sentirlo!