IN PARTENZA DA MEDJUGORJE (22-27 settembre 2023)
Ci sono voluti 42 anni per rispondere alla chiamata
che Maria faceva anche a me da Medjugorje: anni di scetticismo che, insieme ad
altri impedimenti, mi hanno sempre tenuto lontano (anche spiritualmente) da questo
luogo sacro. Finalmente sono andato: con mia madre 88enne e un piccolo gruppo
di parrocchiane ci siamo aggregati ad un’altra trentina di pellegrini
provenienti da varie parti di Roma e di fuori Roma, guidati dall’Associazione
Stella del Cammino, nella persona di Tatiana, una giovane madre – con marito e
figlio di 4 anni al seguito – che da qualche anno vive questo impegno come
servizio ecclesiale svolto con devozione e profondità spirituale. A guidare “fisicamente”
il pullman era un altro pellegrino, Gennaro, che da tanti anni porta i gruppi a
Medjugorje e condivide in pieno questa esperienza spirituale. È lui a
raccontarmi del calo di presenze italiane che si registra da qualche anno
(anche se la Messa festiva celebrata in italiano al “capanno” era strapiena) e
dell’aumento delle presenze polacche che hanno “sostituito” i nostri
connazionali. Molti pellegrini provengono dall’Europa dell’est, ma anche da
tanti paesi del mondo.
Il programma (e lo stile) è ormai collaudato: in
questi 42 anni passati dalla prima apparizione del 24 giugno 1981 qui sono nate
o si sono inserite molte nuove comunità religiose che collaborano con i
francescani che hanno la guida del santuario insieme al delegato del Papa,
mons. Aldo Cavalli. Tra queste comunità italiane
c’è anche la presenza di Nuovi Orizzonti, della comunità Cenacolo e dei Figli
del Divino Amore (a cui è affidata anche l’animazione musicale delle
celebrazioni).
Da qualche anno l’attenzione sui 6 veggenti (7 se si
considera anche p. Jozo, parroco durante i primi turbolenti anni) è diminuita. Tre
di loro non hanno più messaggi (sono coloro che hanno già ricevuto i 10
segreti) e solo una ha un messaggio mensile (che riceve privatamente e poi
divulga al mondo), mentre gli altri due ricevono un messaggio annuale. Al centro
dell’attenzione c’è Maria, la Gospa della Pace, che ci aiuta ad accogliere suo
figlio nella nostra vita con insegnamenti semplici, ma efficaci, tipici di una
madre che aiuta i suoi figli a crescere.
Raccomanda 5 sassi (o pilastri):
-
L’Eucaristia
accolta nella Messa (meglio se quotidiana) e adorata;
-
La Parola di Dio
(letta, meditata e soprattutto vissuta);
-
La penitenza (con
l’invito in particolare a ridurre a pane e acqua i pasti del mercoledì e del
venerdì);
-
La preghiera (profonda,
del cuore, con – immancabile – la recita del rosario ogni giorno);
-
La Confessione
(meglio se una volta al mese).
Quest’ultimo pilastro è ribadito con forza al punto da
aver fatto di Medjugorje “il confessionale del mondo”: tutti i pellegrini sono
invitati a confessarsi qui per poter ricevere i doni che Maria ha pensato per i
suoi figli.
Esperienze irrinunciabili sono il cammino sulla collina delle apparizioni (Podbrdo) pregando il rosario e al monte Krizevac fino alla croce posta in cima e raggiunta pregando la via crucis. E poi l’adorazione notturna e le testimonianze che, alternate a canti qui composti, vengono offerte dalle nuove comunità religiose, in particolare da parte di persone che qui sono guarite dalla tossicodipendenza e sono state trasformate da Dio.
Ho avuto l’impressione che, in un tempo di relativismo anche ecclesiale, Maria abbia voluto riaffermare l’importanza degli strumenti tradizionali di guarigione interiore e di santificazione, donandoci il desiderio di Dio e del Paradiso, di bene e di pace. Come spesso si dice, i primi miracoli che si registrano quotidianamente sono proprio le conversioni che qui avvengono, la pace interiore che si respira, la forte spiritualità che si vive. Per il resto vale anche qui quanto diceva Pascal: abbiamo abbastanza luce per credere, ma anche sufficiente oscurità per rimanere scettici o increduli. Anche se è difficile rimanere indifferenti alle testimonianze ascoltate e a quelle offerte da un’umanità che prega con particolare intensità e convinzione. Con una fede devozionistica? Anche, ma soprattutto concreta, visibile e tangibile.
Da sacerdote mi hanno colpito le confessioni che ho
fatto e il grande rispetto per i presbiteri: la Madonna stessa invita a pregare
per loro e a chi chiede le sue benedizioni lei li rimanda ai sacerdoti che
hanno le “mani consacrate” da suo figlio e, per quanto fragili e indegni, sono
strumenti potenti della misericordia di Dio.
Accanto ai veggenti – che non abbiamo incontrato – e la
storia di cui sono protagonisti – una storia che coinvolge l’intero paese che
ha conosciuto persecuzioni e guerra, ma anche tanta fedeltà - c’è Maria che mai
manda messaggi apocalittici e catastrofici: il suo cuore immacolato trionferà,
Dio ha vinto il mondo e lui è la meta verso cui ci incamminiamo. Invita a
convertirsi e a pregare perché tante disgrazie possano essere evitate: la vera
fede può far muovere le montagne e può bloccare il male e le guerre.
Personalmente ho vissuto un’esperienza di docile
apertura: senza farmi troppe domande e riflessioni ho accolto con riconoscenza
quanto mi veniva donato e, sentendomi accompagnato e amato, ho respirato quest’aria
di paradiso percependo che qualcosa in me veniva sciolto e il fuoco interiore
tornava a bruciare. Nella speranza di condividere quanto ho ricevuto e di non
intorpidirmi nuovamente, ma possa diventare uno strumento nelle mani del Padre
misericordioso.