Guerra in Ucraina e ruolo delle religioni cristiane
Hanno indignato non solo gli occidentali le parole usate dal Patriarca di Mosca Kirill per giustificare la guerra russa in Ucraina. Ha fatto riferimento solo alla precedente guerra civile nel Donbass, regione ucraina dove vive una numerosa comunità russa perseguitata dal governo ucraino a causa della loro pretesa di diventare indipendenti. 8 anni di guerra civile che ha causato più di 13 mila morti. Ma il Patriarca non si è limitato a prendere le parti russe (occupanti) e ignorare le ragioni ucraine, ma è arrivato a parlare delle aperture agli omosessuali fatte dal governo ucraino (e dall'occidente!) come motivo sufficiente per invadere il loro paese.
I cristiani ancora una volta si fanno guerra tra loro. E lo fanno anche a causa di divisioni politiche che permangono al loro interno: la chiesa ortodossa russa che includeva anche la chiesa ortodossa ucraina, si è trovata a vivere una scissione non tollerata. La Chiesa cattolica, minoranza molto attiva in Ucraina, si trova in mezzo a questa faida.
Scrive Enzo Bianchi: Come si colloca la chiesa cattolica di fronte a questa inedita convergenza delle chiese ucraine? Papa Francesco, il cui compito è di compaginare nella comunione le chiese, svolge opera di pace, certamente, ma deve comunque tener conto delle diffidenze ortodosse verso il papato e può solo farsi arbitro tra le parti senza avanzare giudizi politici, senza pretendere soluzioni, ma ascoltando le parti, le loro ragioni, e con umiltà chiedere dialogo, confronto per raggiungere la pace. Riuscirà con le altre chiese a far mutare la posizione del patriarca di Mosca Kirill così uniforme a quella del potere politico di Putin? Rimane il fatto tristissimo che la convergenza delle chiese verso la pace non sia stata ispirata a loro dal Vangelo ma da un guerra fratricida!
Tra i 40 milioni di abitanti dell’Ucraina, ci sono 6 milioni di cattolici e 25 milioni di ortodossi. Di questi ultimi, 15 milioni appartengono alla Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina, riconosciuta canonicamente dal Patriarcato di Costantinopoli nel 2019, tra i 5 e i 7 milioni appartengono alla Chiesa Ortodossa Ucraina, legata dal 1696 al Patriarcato di Mosca, e il resto si definisce ortodosso senza specificare la propria giurisdizione o affiliazione.
Don Patriciello fa un accorato appello ai cristiani: "Fratelli cristiani che fate la guerra, cosa pensa di voi il Cristo in cui credete?":
Mentre scrivo, ho negli occhi vecchie immagini di un Vladimir Putin intento ad accendere, riverente, ceri votivi davanti alle sacre icone. Icone cristiane. Putin, cristiano come noi, quindi nostro fratello in umanità e nella fede? Al di là dell’ Oceano, a sua volta, il suo potentissimo rivale, non fa mistero di essere cristiano e cattolico.
Un altro nostro fratello? E tra coloro che sono chiamati a decidere il da farsi, tanti si dicono cristiani o dal cristianesimo attingono i grandi valori umani. Verrebbe da chiedere:
«Fratelli cristiani, che tenete col fiato sospeso il mondo, vi siete chiesti che cosa pensa di voi il Cristo nel quale credete?».
«Dio mi ha tormentato tutta la vita» fa dire Dostoevskji all’ateo Kirillov. Dio che tormenta Kirillov non può non tormentare anche i nostri e i vostri cuori. Si tratta di non mettere a tacere quella voce fioca, cortese, sommessa, di non camuffarla in mezzo a tante altre voci, a cominciare da quelle dell’orgoglio, della superbia, dell’avarizia, dei deliri di onnipotenza, personali e collettivi.
Il fuoco non si spegne con il fuoco. L’odio non sconfigge l’odio, ma gli dona nuovo slancio, nuova forza, nuova vita. Solo l’amore possiede la debolissima e umilissima forza di ribaltare le cose. Solo chi parla la lingua dell’amore ha diritto di essere ascoltato in quei contesti dove, come in questa guerra assurda, tanta gente sembra essere uscita di senno.