I CANDIDATI ITALIANI ALLA SANTITA’ VISSUTI DOPO IL 1970/1
Riporto la prima parte dell'introduzione del mio studio sulla santità italiana contemporanea.
«Quante volte i santi ci sono passati accanto? Ce ne siamo resi conto? Ho visto diventare modelli di vita evangelica persone più giovani di me, ho vissuto il loro tempo, respirato la stessa aria e mi chiedo: perché loro sì e io no?». Mons. Mario Meini
Qualche mese fa ho trovato su internet una svendita di libri nuovi. Tra questi c’era una buona parte della serie “Ritratti di Santi” che il carmelitano Antonio Sicari ha pubblicato negli ultimi decenni. La lettura - appassionante oltre che edificante - di questi ritratti mi ha spinto ad approfondirne alcune figure e a chiedermi: quanti di loro sono nostri contemporanei? Quanti hanno condiviso questi ultimi decenni lasciando una scia luminosa e un esempio virtuoso? Quanti sono gli italiani? La curiosità non era dettata da una sorta di nazionalismo o patriottismo, piuttosto dal rendermi conto di quanto bene, di quanta spiritualità, di quanta umanità è presente nel nostro piccolo mondo dove emergono e fanno notizia solo i disastri e, ancora mentre sto scrivendo, gli effetti della pandemia da covid-19.
Tra i candidati alla
santità ho dunque scelto di indagare sugli italiani contemporanei: coloro che,
morti dopo il 1970, hanno lasciato un segno luminoso. Ne è emerso un esercito
di giovani, laici, sposi, missionari, religiosi e suore, diocesani e vescovi:
300 persone che sono sul cammino della canonizzazione.
Nato
proprio nel 1970, non ho incontrato personalmente queste persone che andrò
brevemente a presentare. Molte mi erano del tutto sconosciute. Altre che pensavo
di incontrare sono invece, forse, ancora sotto “processo”. La maggior parte di
loro sono persone semplici, non famose. C’è anche qualche “vip” della chiesa,
ma sono pochi: oltre ai papi di questi ultimi decenni troviamo il celebre
vescovo “scomodo”, don Tonino Bello; un predicatore che è apparso nei
televisori degli italiani per decenni, p. Mariano Roasenda; una consacrata
laica che ha fondato un Movimento che è oggi presente in tutti i continenti,
Chiara Lubich; tre diocesani fondatori di altri celebri movimenti molto diversi
tra loro: don Luigi Giussani con Comunione e Liberazione, don Zeno Saltini con
la comunità di Nomadelfia e don Oreste Benzi con il movimento Papa Giovanni
XXIII. Sono tutti servi di Dio e sono
testimoni di un altro segno dei tempi: quello dei movimenti ecclesiali.
Anche
alcuni giovani sono diventati, in ambito ecclesiale e non solo, dei vip:
pensiamo alla beata Chiara Luce Badano (focolarina come Santa Scorese, prima
vittima di uno stalker) o alla beata Sandra Sabattini, appartenente alla
comunità Giovanni XXIII, prima beata fidanzata! Tra i beati, ma slegato ai
movimenti, c’è un altro giovane diventato molto noto: Carlo Acutis,
appassionato di internet, tumulato con scarpe da ginnastica e felpa.
Diversi
sono i padri e le madri di famiglia, come la giovane romana Chiara Corbello,
legata al Rinnovamento dello Spirito (RnS) e morta per poter portare a termine
la gravidanza. Sempre legata al RnS è anche la beata disabile Gaetana Tolomeo,
donna forte nella sua debolezza fisica.
È una
vip anche “mamma” Natuzza Evolo, mistica calabrese, così come Luigina Sinapi,
laica che ha profetizzato l’apparizione mariana a Bruno Cornacchiola (anche lui
tra i servi di Dio) legata al nuovo santuario delle Tre Fontane di Roma. Da
romanzo è anche la vita dell’ultima imperatrice d’Austria, la serva di Dio Zita
di Borbone-Parma, così come quella dell’ultima figlia dei beati sposi
Beltrame-Quattrocchi, Enrichetta.
Ci sono
anche dei noti venerabili politici: Giorgio La Pira (il “sindaco santo”) e
Giuseppe Lazzati, così come lo scienziato Enrico Medi e la discussa candidatura
di un altro celebre politico, Aldo Moro, assassinato nel 1978 dalle brigate
rosse.
Nell’ambito
dei martiri come dimenticare il grande don Pino Puglisi e il “giudice
ragazzino”, Rosario Livatino, entrambi uccisi dalla mafia e beatificati? O la
suora, anche lei beata, Maria Laura Mainetti uccisa da tre adolescenti
“sataniste”?
Numeroso
è il gruppo dei missionari. I più noti
sono i beati p. Giuseppe Ambrosoli (medico comboniano, figlio dell’imprenditore
del miele) e p. Clemente Vismara, missionario del PIME in Myanmar, e il
venerabile imprenditore laico Marcello Candia che ha “investito” tutti i suoi
averi per i poveri del Brasile. Come negli altri stati di vita, anche tra i
missionari troviamo nomi meno celebri, ma non meno interessanti: come, ad
esempio, i cappuccini p. Alberto Beretta (fratello di Santa Gianna Beretta
Molla) e p. Michelangelo Serafini, morto in Brasile a 104 anni, come una star
nazionale!
Tra i
religiosi troviamo il fondatore della famiglia paolina, il beato don Giacomo
Alberione; il venerabile cappuccino fratel Cecilio Cortinovis, fondatore
dell’immane Opera San Francesco che è divenuta una sorta di multinazionale
della carità; il passionista esorcista p. Candido Amantini, facente parte della
foltissima schiera dei discepoli spirituali del santo padre Pio da Pietralcina
(si parla di una sessantina di suoi figli spirituali di cui è in corso l’iter per la
beatificazione). Molto noto è anche il mistico teologo don Divo Barsotti,
fondatore della Comunità dei Figli di Dio, così come il camilliano fratel
Ettore Boschini, altro gigante della carità, noto anche come “il folle di Dio”.
Fra le suore troviamo
tre beate: suor Maria Gargani, altra discepola di Padre Pio, fondatrice di un
nuovo ordine religioso come Madre Speranza di Gesù, unica “straniera” del
gruppo: spagnola, vive gran parte della sua vita in Italia dove fonda un ordine
maschile (fatto rarissimo) oltre che femminile e il celebre santuario di
Collevalenza dedicato alla Divina Misericordia. L’altra beata è meno nota: suor
Maria Rosa Pellesi. Ha vissuto per 28 anni in un sanatorio, gravemente malata.
Ricordo anche un’altra suora: Luigia Tincari, fondatrice – fra l’altro - di una
importante università cattolica romana, la LUMSA, che conta attualmente circa
7.000 iscritti.
Tra i diocesani, oltre
ai fondatori di movimenti religiosi, abbiamo un beato, don Luigi Novarese,
fondatore dei Volontari della Sofferenza e un altro gigante della carità, il
venerabile don Enzo Boschetti. Noti sono anche don Carlo De Ambrogio, ex
salesiano fondatore del GAM (Gioventù Ardente Mariana), don Mario Picchi,
fondatore del CEIS, una delle prime realtà costituite per aiutare i
tossicodipendenti e don Dorindo Ruotolo, mistico napoletano condannato dal
Sant’Uffizio e tardivamente riabilitato.
Concludo con la santità
“gerarchica”, quella che coinvolge papi, cardinali e vescovi e che,
solitamente, aveva il numero più elevato di candidati. Nella nostra lista
troviamo un papa santo, Paolo VI, e uno venerabile, Giovanni Paolo I, un solo
cardinale, Anastasio Ballestrero e 17 vescovi (di cui quattro missionari).