Sanremo 2023: valutazioni e critiche
Il grande successo del Festival di Sanremo (che continuo a non vedere, ma i cui eccessi sono difficili da non conoscere) porta sempre con sé diverse critiche, in particolare provenienti dal mondo cattolico.
Ci sono tuttavia anche cose positive: il rap "buono" di Mr Rain che porta sul palco una citazione di una celebre preghiera di don Tonino Bello e un coro di bambini; la riflessione di Roberto Benigni sulla Costituzione; i monologhi contro l'intolleranza e il razzismo...
Certo si ricorderà soprattutto la rabbia di Blanco che, come un adolescente, prende a calci i fiori o lo sproloquio verbale di uno pseudocomico volgare o i testimonial gender fluid come "Rosa Chemical" che inneggia al "poliamore" senza vincoli e bacia Fedez mimandoci un rapporto sessuale.
In una sorta di rassegna stampa sull'argomento propongo:
- la riflessione di A. D'Avenia sul Corriere: "Non sono solo canzonette".
- "Al di là di "Io"", riflessione pubblicata su Vino Nuovo: "Tre brani della prima serata di Sanremo hanno cantato il sogno umano di far volare l'anima verso forme più profonde noi stessi..."
- Su Provita: "Ecco il Festival più gender fluid che ci sia" (di G. Guzzo), mentre su La Nuova Bussola Quotidiana: "Lo squallore di Sanremo svela l’indecenza della RAI" e "Il Festival parla di tolleranza, ma produce violenza".
- L'intervista per Maria con te al vescovo emerito di Sanremo - riportata su Aleteia - che parla di squallore e volgarità.
- Un accenno al Festival viene anche da don Patriciello che su Avvenire scrive: "La morte silenziosa di Luigi, i riflettori su Blanco. Lo spettacolo continua".